Camminando fra gli alberi fittizi, solo la musica era abile ad accompagnare i miei passi svelti. Ignoravo i rumori circostanti, erano coperti dal fragore dei miei pensieri. Tutto era muto, eppure così rumoroso.
Poi la vidi, era lì. Camminava a passo morto in quel bosco che conosceva meglio di casa sua. Passò sopra un paio di tronchi accatastati, come se fossero nulla, continuando per la sua strada quando, improvvisamente, si fermò di botto a pochi passi da me. Mi fissò per svariati secondi, notando soprattutto la lunga cicatrice che partiva dal collo fino alla fine della maglia leggermente alzata a causa del caldo struggente."Come mai da queste parti?" mi chiese, con quell'aria da antilope smarrita.
Voltai lo sguardo verso la ragazza misteriosa. La benda che sempre mi aveva accompagnato durante la mia vita, copriva l'occhio destro, non mostrando la mia vera natura. Mia madre ha sempre cercato di proteggermi dal mondo umano; mi ha cresciuto come uno di loro, insegnandomi comunque che il mio fosse un dono e non una maledizione. A volte, però, la gente può essere molto aspra e malvagia nei confronti di un bambino da un occhio rosso come brace ardente, e un occhio azzurro come il cielo d'estate e le onde del mare che si infrangono contro gli scogli delle spiagge più desolate -ma comunque magnifiche-.
Le rivolsi un sorriso scarno, portando i capelli indietro."La vera domanda è, che ci fai tu qui?" le chiesi, dunque, io in segno di risposta.
Mi rivolse un sorriso beffardo, probabilmente a causa del fatto che mi fossi convinto che mai avrebbe potuto capire cosa fossi.
"Smettila di coprire quell'occhio, sei ridicolo. Quella forza, quell'aura, quell'odore.. lo riconoscerei da chilometri di distanza. La risposta al che ci fai tu qui è semplice" rispose lei, manifestando un quarto della sua trasformazione rendendo il seno più prosperoso e gli occhi di base lilla scuro, contornato da macchie nere disposte in modo tale da formare un simbolo particolare, quello dei Maghitsune."Sei...una maghitsune..." sussurrai stranito io, cominciando ad annusare l'aria intorno alla ragazza. Non avevo mai incontrato un essere che appartenesse al mio stesso ceppo d'origine.
Le Maghitsune sono un tipo di Shitsune, semi spirituale e semi terrena. In sostanza, uno Shitsune guerriero e di natura magica."Io sono uno Shitsune del fuoco...-" pronunciai, sfilando con un unico e veloce gesto la benda e permettendo al mio occhio di scintillare sotto la luce del sole. La mia iride, contornata dal fuoco, irradiava una luce quasi accecante allo sguardo umano. Il mio corpo prese un tono pallido, le mie mani attirarono a sé varie rocce, che presero -dunque- a vorticare per aria, "-non credevo che ce ne fossero altri, da queste parti".
"Non dovresti coprirlo" constatò lei, fissandomi in un modo tale da crocifiggermi l'anima.
"Mi hanno sempre insegnato a nascondermi, immagino da me stesso...o, non so. Non saprei" le confidai, nonostante l'avessi appena incontrata. Penso che tutto ciò, fosse derivato dal fatto che, per la prima volta in vita mia, io avessi avuto l'occasione di parlare con qualcuno che non mi ritenesse ripugnante...che non avesse paura di me.
Che non cercasse di scappare, rifugiarsi, che non volesse escludermi. E, in un tal senso, quella sensazione mi donò un senso di sicurezza che ormai da tempo non provavo più.Fece una risata amara, piena di comprensione e malinconia. Penso che sapesse come ci si sente.
"Tranquillo, a volte essere fuori dal normale è anche meglio di essere normali..." mi rassicurò, in quel modo, poggiando gentilmente una mano sulla mia spalla tonica.Le rivolsi un mezzo sorrisetto, ritraendo al suo interno la mia aurea di energia e facendo diventare l'occhio rosso, color del sangue e non più color del fuoco divampante. La mia pelle tornò ad un colorito più umano, facendo in modo che tutto intorno a me si calmasse.
"È assurdo il modo in cui io mi stia sentendo così...in sintonia" decisi di dirle, infilando le mani nelle tasche dei jeans consumati dal tempo.Mi sentivo a mio agio, era tutto così nuovo ma, al contempo, così familiare.
Mentre lei tornava alla sua forma umana, io le chiesi:"Come ti chiami?" mantenendo comunque un tono freddo e distaccato.
La squadrai da testa a piedi, ho sempre avuto questo metodo di difesa contro chi conosco appena.
Non che io fossi un tipo molto socievole e pieno di amici, comunque. Non da quando mia madre è andata via, per colpa di un...Zachisca."Il mio nome è Skyler, Skyler Blackwood e il tuo?",
"Clay, Clay Hideaway...vivi anche tu da queste parti?",
"Si, vivo nelle vicinanze di questo bosco. Mi piace stare a contatto con la natura e tu? Parlami un po' di te, Clay".Mentre riflettevo, le rivolsi un semplice sorriso.
Ammirai come i suoi occhi trasmettessero le emozioni che il suo cuore cercava di celare, abbassando lo sguardo imbarazzato."Vedi, mia madre mi ha sempre cresciuto proteggendomi da tutto e tutti...sì, mi ha fatto frequentare scuole umane, ma abbiamo sempre vissuto qui. Dietro alcuni alberi a est, nascosta dai rami fittizi, si trova la mia casa...
Mia madre ora non c'è più e io devo badare alla mia sorellina. Ora lei è a scuola e la sto crescendo nello stesso modo in cui mia madre ha cresciuto me, infatti lei mi vede molto come una figura paterna...nostra madre è morta quando mia sorella era ancora troppo piccola per poterla ricordare. Nonostante ciò, casa mia è piena dei ritratti di mia madre...e spesso racconto alla piccola Jane di quanto questa donna fosse coraggiosa e saggia...una storia strappalacrime, no? Tu che mi racconti?" le spiegai, ridacchiando per mantenere l'atmosfera leggera."Beh, immagino che tua mamma fosse una grande persona, sono quasi invidiosa della piccola Jane-", ridacchiò non curante di quello che avesse realmente detto, "-sai...io sono orfana. I miei genitori sono morti in un incendio provocato da loro: i Zachisca. Prima o poi mi vendicherò, distruggerò tutti i responsabili, fosse l'ultima cosa che faccio" finì, narrando il tutto con un tono carico di rabbia, rancore e desiderio di vendetta. I suoi occhi, presero una sfumatura di scurissimo viola.
Sussultai un po' all'udire di quel nome, indietreggiando di un passo.
L'occhio rosso si spense, diventando nero pece. L'occhio azzurro, invece, cominciò a splendere vivacemente.
"I-io...penso di dover andare adesso...Jane...lei mi aspetta..." dissi con parole confuse, prima di scappare tra gli alberi in preda ai vari sbalzi del mio cuore.
E, semplicemente, decisi di fuggire.
Così fu.
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•ZUNEKI• || Paranormal Romance Fantasy.
FantasySkyler Blackwood e Clay Hideway. Creature di una delle mitologie più belle che ci sia mai stata, la Zuneki. Di essa, fanno parte due clan: I Maghitsune, caratterizzati dai tipici occhi dai vari colori e da varie abilità che variano da creatura in cr...