Solo stavolta 12 per rue

974 21 6
                                    

AGOSTO 1995

D'improvviso mi ritrovai accasciata a terra non capivo più niente, ma soprattutto non sapevo dove mi trovavo...

Ma quell'odore, quell'odore mi era familiare, mi ricordava terribilmente il profumo del suo corpo, quel corpo bellissimo che emanava

ogni secondo felicità anche se solo una minuscola,piccola briciola ma la emanava sempre e comunque...

AGOSTO 1989

"Il suo nome è Laila e ha 10 anni, è in ottima forma e salute, si lamenta poco e mangia anche di meno" è così che mi presentò mio padre

ad un signore che non avevo mai visto prima, eravamo davanti ad un istituto imponente come un gigante, era l'unica cosa che risaltava

in quella valle desolata ma io non capivo... Dovevamo andare nel negozio di mamma per svuotarlo, visto che dopo la sua morte nessuno

ci andava più, forse perché avevano paura che potesse succedere qualcosa di brutto anche a loro...

Ma eravamo lì davanti a questo signore alto, gobbo con i capelli grigi tutti sparati in aria, la bocca storta e tra le sue labbra sottili e

secche teneva una sigaro vecchio e consumato, gli occhi erano piccoli e vispi; mi guardava come se volesse mangiarmi.."mi fa paura"

pensai, così mi nascosi subito dietro mio padre ma lui mi afferrò per un braccio, facendomi anche male, e mi buttò contro quell'omone,

lui mi afferrò di scatto e mi scaraventò dentro l'istituto.... Quel posto era freddo e buio, metteva tristezza solo a varcare quella soglia, è

come se tutta la felicità del mondo fosse sparita.

Scorsi un ragazzino, doveva avere più o meno la mia stessa età, mi guardava da una porticina sotto delle scale che portavano al piano

superiore dove si vedevano molte stanze, non mi spaventai e nemmeno lui sembrava tanto terrorizzato, così mi avvicinai piano piano

ma prima che potessi vedere la sua faccia l'ormone di prima mi afferrò per un orecchio e mi chiuse dentro uno stanzino tutto buio...

Sentii uno strano odore "sembra, sembra..." Ma prima che potessi finire la frase caddi sul pavimento come un salame.

QUALCHE ORA PIÙ TARDI

Quando mi svegliai quell'odore era andato via, ma in compenso mi faceva molto male la testa per la botta, ero un po' intontita

sinceramente non avevo ancora capito dove mi trovavo, così con fatica mi alzai da terra e andai verso la porta, ma era chiusa a chiave

allora incomincia a tirargli contro dei pugni e urlare,sperando che qualcuno potesse sentirmi, ma sfortunatamente non venne nessuno.

D'improvviso sentii infilare una chiave dentro la serratura e quando la porta si spalancò, riconobbi immediatamente l'omone che,avevo

incontrato all'ingresso e che mi aveva sbattuta qui dentro, così indietreggiai fino al muro, freddo come un cadavere, per paura che mi

poetesse fare del male. Appena notò che stavo tremando esclamò: "fai bene ad aver paura, perché in questo posto non ti divertirai di

certo" poi scoppiò in una risata malefica.

"Il mio nome è Gaston Heavensbee è questo mia cara è un campo di addestramento, dove tu impererai a combattere e a uccidere

chiunque ti capiti davanti" disse,e poi mi ordinò di uscire e di raggiungere tutti gli altri...

Mentre camminavo in un corridoio stretto e buio notai un ragazzino, era lo stesso che avevo visto quando arrivai in questo luogo

orrendo, mi guardai attorno per avere la certezza che nessuno mi stesse osservando e mi avvicinai.

La sua pelle era color cioccolato i suoi occhi era lucidi e di un marrone acceso, le sue labbra erano carnose, rosa e un po' screpolate, era

diventato tutto rosso da quando mi era avvicinata a lui. "Quanti anni hai" gli chiesi, "do-dodici, e tu?", rimasi a guardarlo per un po' e

poi risposi: "dieci" mi fece un sorriso a trenta due denti poi mi chiese se stavo andando al campo, io annuì, così lui mi disse "ti

accompagno io".

Solo stavolta 12 per rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora