Capitolo Terzo

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                              Stelina

“ È scomparso. Non so dove sia finito o come abbia fatto a sapere che lo cercavamo, eppure non c'è più nulla qui.”
“Sciocchezze, non può avermi sentito arrivare.” sussurro.
“Non importa. Torniamo alla locanda.” esclamò voltandomi e cercando di dare senso ad una situazione che va a rotoli.Come ho fatto a farmi sfuggire così l’unico modo per arrivare all’essere immondo che devo uccidere? Sbatto il pugno contro una delle vecchie pareti, il muro scricchiola sotto il colpo dell’incantesimo di protezione che mi isola dal mondo. Cammino sbattendo i piedi a terra, alzando nuvole di polvere e scacciando qualunque cosa sulla mia strada con uno sguardo sempre più adirato.
La ragazza sembra poco interessata a ciò che mi riguarda così la congedo appena entriamo nell’ostello, che vada dove diavolo preferisce, non mi è stata minimamente d’aiuto. Mi chiudo nella mia stanza, faccio dieci passi verso la finestra, dove la luna illumina le assi cigolanti del pavimento di una pallida luce, per poi tornare verso la porta. Devo rilassarmi e cercare un'altra pista. Potrei farmi dire il nome dell’intermediario che cerchiamo, rintracciarlo e farlo parlare ma cosa mi assicura che il mercante non sia già un passo avanti a me? Probabilmente nel momento in cui scoverò la sua tana, lui sarà già a chilometri di distanza. Afferro con rabbia la coperta e la lancio sulla sedia, vorrei dare fuoco ad ogni cosa che vedo.
“Quell'espressione così corrucciata non ti si addice, tesoro.” afferma una voce alle mie spalle. Osservo l’uomo seduto con grazia sulla povera sedia di legno, i capelli mossi raccolti in un elegante codino e gli occhi rossicci che mi scrutano attenti.
“ La mia stanza dovrebbe essere mia, non credi?”
“Noi ci muoviamo come ci va in questa catapecchia puzzolente e piena di topi, questa stanza è la mia preferita.”
Mi siedo sul letto scricchiolante, ho i nervi già irritati e non vorrei dare fuoco a questo vampiro che si diverte ad irritare le ragazze.
“Stai fuori dai piedi vampiro, sono troppo arrabbiata per sopportare anche te e non mi va di farti del male, visto che sei carino.”
“Carino?” chiede sedendosi accanto a me con un movimento fluido e rapidissimo, mi sfiora i capelli con la mano. “Credevo di aver attirato la tua attenzione per qualcosa di più di un semplice carino.”
Sottolinea l'ultima parte con un gesto di sufficienza, evidentemente è abituato a donne che cadono ai suoi piedi come petali di un fiore appassito.
“Non ho tempo per i tuoi complessi da vampiro, esci da qui.”
“E io che pensavo ti interessare trovare chi crea le lune dal sangue degli immortali, peccato. Poteva essere un interessante scambio di informazioni.” afferma volgendosi alla porta con pochi, lenti passi. Alzo improvvisamente lo sguardo colpita da questa affermazione e lo fermo involontariamente con la magia. OK, forse non proprio totalmente involontariamente. Comunque rimane con il piede sospeso a mezz'aria, la mano semichiusa e un'espressione attonita in volto: questo non era nei suoi piani, mi ha sottovalutata.
“ Non credo che sarà uno scambio, mi sembra più una cosa a senso unico. Povero caro, non otterrai ciò che vuoi da me.”
Sorride mentre lo lascio libero, sfrega l’anello che ha sulla mano sinistra con l'altra mano.
“Sei una donna piena di sorprese Selina, credo che ti dirò ciò che posso sull’uomo che cerchi. Ma voglio venire con te quando andrai a cercarlo.”
“ Come se potessi fidarmi a portarti con me.”
Esclamo posando il viso sulle mani e iniziando a fissarlo con attenzione, mi pare ovvio che uno dei due dovrà cedere.
“Prima di tutto ho un nome, e devo dire che trovo una mancanza di cortesia il fatto che tu non me lo voglia chiedere, mi chiamo Seth. Secondariamente credo che tu possa tranquillamente fidarti di me poiché ritengo di non essere una minaccia per la tua vita.”
Afferma di non essere una minaccia ma percepisco qualcosa dietro la facciata e non mi rassicura per nulla. “Potrebbe averti mandato il mercante per uccidermi, non credi?”
Il suo sorriso si trasforma in un'espressione indecifrabile, in pochi secondi è sopra di me, sul letto, e mi tiene inchiodata con il corpo. Sono frastornata e per qualche attimo rimango a fissare i suoi occhi rossi nella luce della lampada.Poi il suo viso si avvicina piano al mio collo, sento un brivido e lo scaravento contro il muro senza neppure pensarci: nessuno toccherà il mio sangue.
“Cosa credi di fare?” urlo infuriata, sto per dargli fuoco quando alza la mano ridendo e tossendo sangue.
“Non potrei neppure ferirti, sei molto più forte di me.” sussurra fra un colpo di tosse e l’altro. “Posso chiederti un fazzoletto, non amo macchiare di sangue la tappezzeria della stanza.”
Indispettita gli lancio un pezzo di stoffa che uso per pulire le lenti d'osservazione per le stelle, mentre si rialza io rifletto trovandomi d'accordo con ciò che ha detto: non può nulla contro di me.

    
                      
                            Jacques

La ragazza inizia a bere dal mio braccio. Si è svegliata! Mi ferma con le mani per potere  continuare a bere.
Si ferma, si alza dalla vasca tutta bagnata con addosso la mia  camicia,  mi spinge con quella che penso sia la sua forza massima.
Con eleganza si avvicina al ragazzo che prende per una mano e che trascina fuori dalla stanza; per un attimo non sento altro che passi e respiri ma, ad un tratto un tonfo spezza questo silenzio, mi alzo per controllare cosa è accaduto. La trovo sogghignante sul bordo delle scale, con grazia e malizia scende, resto fermo e divertito a guardarla. Mentre scende, tutti i presenti si votano ad ammirare quella donna senza veli, quando arriva al piano su cui giace il morto si china per baciarlo sulle labbra insanguinate, nessuno in quella stanza le stacca gli occhi di dosso, è priva di pudore. scendo le scale per vedere quello che ha intenzione di fare, si alza con la bocca rossa di sangue e si dirige verso il bancone su cui ci si siede. È  vicino a una donna dall'odore diverso dai presenti. Mi metto nella parte dei lavoratori e cerco di intrattenere una conversazione con la donna lupo; ma prima che io possa iniziare a parlare la ragazza domanda hai presenti:" Scusate non qualcuno ha una camicia ascutta da darmi?" ha una voce così melodiosa e incantatrice. L'ostessa non sembra gradire la sia presenza, un uomo si alza e si leva la giacca per porla alla sirena che lo ringrazia, dopo di che si leva la camicia zuppa che appoggia sul tavolo e si mette la giacca; sembra la dea della fertilità, le sue forme sono sinuose e abbondanti.

                              Rosalie

Tuttavia, prima di coricarmi rimasti ancora per un po’ al mio “amato” bancone, per finire di pulire e servire gli ultimi clienti.
Tutto procedeva con la solita noiosa monotonia finchè dei rumori sulle scale non mi fecero trasalire.
Mi sporgo, e ai piedi della rampa vedo un cadavere, pallido e pieno di lividi.
Una donna, che indossa una camicia maschile scende le scale e si china sul cadavere.
Sento dei fischi e delle risatine provenire dalla lurida bocche dei vampiri ancora nella locanda.
La ragazza si sposta davanti al bancone rivolta verso di loro e si apre la camicia.
Chiede qualcosa per coprirsi perché quella è bagnata.
Dio. Non so come mi trattengo dal saltarle alla gola e ucciderla.
Il vampiro che è con lei ci raggiunge e si mette a parlare con me dietro il bancone.
“Sei nella mia zona. Mettiti davanti al bancone, non qui.”
“Avanti cagnolino non ti scaldare.”
“Sono già bollente, sanguisuga. Quindi non mi provocare”
Lui non molla, ma vedendo che il mio respiro accelera e un ringhio basso mi scende dalla gola, da quello che gli ho amichevolmente suggerito, seppur contro.voglia

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2017 ⏰

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