//Dopo anni, finalmente l'ho scritta, e finalmente posso dedicartela, polentona mia; una one shot scritta di getto ed, immagino, piena di errori, ma senza quelli, come ben sai, non sarebbe mia. Con tutto l'affetto che posso offrirti, spero ti piaccia (non vedo l'ora di sapere le tue impressioni!), buona lettura *^* daughter_of_fandoms_//
Così dannatamente diversi, eppure dannatamente innamorati.
Diversità così profonde da impedire ad entrambi di vedere le cose dallo stesso punto di vista, ma necessarie per guardarsi con occhi sognanti.
È una storia di amore profondo, per il quale lottare, e per il quale nascondersi al supermercato.. o almeno John Watson la pensa così, non è matto, ma manca il caffè nella dispensa, come vivere senza! Ecco perché, alle quattro del mattino si ritrova nel reparto ortaggi, perché, prima di tutto il caffè è un ortaggio e secondo, perchè cerca una scusa per distrarsi dall'ennesimo "scambio di idee più o meno moderato"appena avuto con Sherlock.
Decide di sedersi sul pavimento lurido, incurante del commesso che lo degna della sua completa attenzione, come se non avesse mai visto un uomo in vestaglia, cappotto e ciabatte in giro per Londra; le dita passano attraverso i capelli, che vengono strattonati con forza, e solo poche lacrime si permettono di scivolare sulle guance morbide dell'uomo, arrossate dal freddo autunnale.
Solo dopo quelli che sembrano anni, ma realmente solo pochi secondi, si alza da terra e spinge il carrello, contenente tutto tranne il caffè e, si dirige verso la cassa.
Sotto casa il gatto striminzito la coda rossa annaffiare i fiori cavolo il caffè le chiavi nella toppa la porta cigola l'olio da cucina di là le scale una busta più grande magari il suono disturba il sonno il vicino qualcosa brucia vetri rot- una melodia lo distrae dal suo flusso di pensieri.
Sherlock ha ripreso in mano il suo violino? Non lo suonava da quando...; apre la porta.
"Che suoni Sherlock?" Dice con voce sottile, quasi inudibile
"Can i be him" Dice con voce piatta, in risposta.
"E-e che dice?"
Silenzio.
You walked into the room
And now my heart has been stolen
You took me back in time to when I was unbroken
Now you're all I want
And I knew it from the very first moment
Cause a light came...Abbandona tutto ciò che ha in mano, avvicinandosi al compagno, che, come in trans, rimane girato verso la finestra socchiusa, continuando ad esprimere tutto ciò che prova con poche, ma essenziali, note; John si siede, incerto, sulla poltrona usurata, davanti all'esecutore.
When the lights come on and I'm on my own
Will you be there to sing it again
Could I be the one you talk about in all your storiesCan I be the one
Can I be the one
Can I be the one
Oh, can I, can I be him"Oh Sherlock..." Vorrebbe dire tante cose, spiegargli i suoi errori e perdonarlo per le parole perfide pronunciate poco prima...ma è come bloccato da un velo inesistente, quasi non respira, per paura di perdersi anche solo un lieve suono impercettibile, suonato dall'amato.
La melodia si conclude solo dopo ore, ore di silenzio relativo, privo di rumori, riempito da corde a volte pizzicate ed accarezzate.
"Sono consapevole delle parole offensive che ho pronunciato, alcune non erano intenzionali, ma altre lo erano sicuramente; non ho intenzione di scusarmi ne tanto meno di dichiararmi pentito, in quanto penso ancora ciò che ti ho rivelato in modo, alquanto, brusco. A quanto vedo, dal resto sparso per terra, e considerando i viveri da te acquistati, noto che non hai comprato il caffè, cosa tu abbia fatto al supermercato, mi è quindi sconosciuto. Adesso scusami ma ho del lavoro urgentissimo da svolgere, buona notte John." Con sguardo basso e le mani incrociate, che picchiettano silenziosamente sul ponte del naso, si dirige verso la camera da letto, ma prima di scorgerla anche solo con lo sguardo, viene bloccato dalla mano di John, attaccata alla manica della sua ( bellissima) camicia viola.
Quasi stizzito, Sherlock si volta nella sua direzione , pronunciando con voce grave : "Per avvisarmi del tuo disappunto, potevi anche solamente chiamarmi per nome, invece di stropicciare la camicia stirata più che accuratamen-"
"Sei sempre stato tu, Sherlock.-lo interrompe, strizzando gli occhi, prima di dare una spiegazione più dettagliata; guardandolo fisso negli occhi, tanto familiari quanto, ancora, sconosciuti - Sei sempre tu... sei in tutte le cose faccio, in tutti i miei respiri e sicuramente in tutto ciò che scrivo. I tuoi casi fanno da cornice al vero racconto, tu, tu sei il vero protagonista di ogni mio articolo; tu fai, scopri, deduci, risolvi, sorridi, passeggi, parli. Tu, tu e sempre tu. Ci siamo rincorsi per così tanto tempo, ignari di cosa sarebbe successo e troppo orgogliosi per scoprirlo, troppo impauriti per provarci, ma adesso siamo cresciuti e siamo consapevoli. Sono stanco di annuire e sospirare solamente, per questo ti dico ciò, affinchè tu comprenda, che per me, esisti solo tu." Riprende fiato e lascia la presa sulla manica ormai spiegazzata della camicia, allontanandosi di poco dalla figura davanti a se, per osservarla in tutta la sua imponente bellezza.
"Posala pure sulla sedia di là in cucina, la camicia, la stirerò domani mattina...o dovrei dire-si volta verso la finestra, venendo subito investito dalla luce splendente del sole mattutino- dopo. Vai pure a letto, ti raggiungo tra poco."
Ognuno per la sua strada, uno verso il tanto amato letto caldo: non tanto caldo senza John, ma sempre amato; e l'altro diretto verso la porta di ingresso, per raccogliere tutto ciò che, colto dall'emozione, aveva lasciato cadere.
Nessuno sa, o deve sapere, ma entrambi sorrisero.
Sorrisero, perché tutto sommato "l'amore non è bello, se non è litigarello", non è così?

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Isn't it? | Johnlock
Historia CortaIn una notte d'autunno, due uomini imparano ad amarsi. Accetto critiche e consigli, buona lettura! N.B: I personaggi citati non sono frutto della mia magica mente. Questa o.s non è stata scritta a scopo di lucro. Prima pubblicazione: 2018 P.s, anni...