II. Ciò che ti tormenta

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Era passato un mese da quando Vanessa aveva iniziato la scuola. Le giornate trascorrevano tranquille. Aveva iniziato a farsi qualche amica. Capitava spesso che mentre lavoravo mi arrivassero messaggio dove chiedeva di venire a riprenderla più tardi del solito. Anche oggi era andata così. Mentre davo una mano al ristorante mi era arrivato un messaggio dove mi chiedeva di andare a prenderla a casa di un'amica alle sei. Così avevo fatto. Era ormai notte. Erano le due e mezza del mattino. Io ero ancora sveglio, stavo leggendo uno dei miei libri fantasy. Avevo il giorno dopo libero quindi potevo permetterlo. Mentre leggevo sento Vanessa urlare dall'altra stanza. Mi alzo in fretta e furia. Lascio cadere il libro e corro in camera sua. Appena entro vedo Vanessa che si era tirata su. Teneva le coperte strette al petto e la luce della luna, che passava attraverso la finestra, illuminava il suo volto rigato dalle lacrime. Mi avvicino a lei. Le tocco una spalla e le sussurro

-Ehi, ora va tutto bene, il tuo incubo è passato.-

Lei si getta verso di me e mi stringe il petto. Poggia la sua faccia su di esso e tra un singhiozzo e l'altro mi dice

- Per favo..re, non mi ... lasciare da ... sola ... -

- Non ti lascerò da sola, stai tranquilla, sono qui con te. -

Mentre le parlavo le accarezzavo la testa e le stringevo forte una mano. Dopo qualche minuto di pianto inizia a calmarsi. Si stacca da me e mi parla con voce flebile

- Per favore Mike, questa notte resta in camera mia, non mi lasciare sola, ti prego.-

- Non ti lascerò sola. Stanotte rimarrò qua e farò in modo che tu non abbia più un incubo per il resto della notte.-

Detto questo vado a prendere la sedia della sua scrivania e mi piazzo vicino al suo letto.

- Rimarrò qui fin quando non sorgerà il sole e ti terrò lontana dagli incubi.-

Vanessa affossa la testa nel cuscino e allunga una mano verso la mia. Io gliela prendo e la stringo forte. Non voglio vederla ridotta come prima. Al solo pensiero di vederla di nuovo in quel modo mi si spezza il cuore. Lei mugugna un grazie da sotto il suo cuscino. Si addormenta in poco tempo. Io rimango tutta la notte di fianco al suo letto a guardarla, la sua mano nella mia. Arriva il sorgere del sole ed io ancora sono li, accanto a lei. La luce del giorno inizia ad irrorare la stanza. Il viso di Vanessa è rilassato. È riuscita a dormire senza avere un incubo, sono contento. È già passata più di un'ora dalla'alba quando esco dalla sua camera. Mi dirigo in cucina per apparecchiare la penisola per la colazione. Decido anche di preparare qualcosa di speciale per Vanessa, per migliorare la giornata, visto che per lei non era partita un granché bene. Preparo un paio di crepes e qualche pancake. Tiro fuori la cioccolata ed una confezione di fragole. Metto le fragole in degli stampini per i cubetti di ghiaccio e le ricopro di cioccolato, che nel frattempo avevo sciolto. Metto tutto in frigo, nascondendolo dietro ad altre cose. Sarebbe stata una sorpresa. È tutto pronto e sono le 9:15. Decido di andare a svegliare Vanessa. Busso alla porta, ma non mi risponde. Allora spalanco leggermente e dico:

- Sto entrando.-

Ancora nessuna risposta. A questo punto decido di entrare senza farmi troppi problemi. Vanessa è ancora addormentata. Mi avvicino a lei e la chiamo sottovoce

- Vanessa ,alzati. Dai Vanessa alzati.-

Ma lei sembra non sentirmi. A questo punto alzo un po' la voce ma nessun segno di risveglio arriva da lei. Decido allora di usare la mia voce al mio normale tono. Inizia a dare i primi segni del risveglio, ma non è ancora abbastanza. La scuoto leggermente e finalmente apre gli occhi.

Una demone per amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora