Prologo

41 9 4
                                    

Dean stava sul ciglio della strada aspettanto l'autobus che l'avrebbe portato a scuola. Indossava la solita uniforme, i capelli neri e lisci si muovevano con il vento leggero, gli occhi gelidi rimanevano fissi analizzando l'orizzonte. I suoi occhi, un cielo dopo la tempesta, di un azzurrognolo scuro, quasi blu elettrico, quei due occhi dentro contenevano un mondo.
La strada era stretta, circondata da alte quercie, Dean giocava a scorgere con lo sguardo le case lontane.

Era concentrato quando insieme al fruscio delle fogliè udì dei passi provenire alle proprie spalle.

Piccola, una ragazzina dai capelli mori e ricci che correva, con il fiato pesante. I suoi due occhi verdi incontrarono quelli di Dean per un breve istante, quando lei era già al centro della strada.

La macchina.
Una stupida Mustang luccicante che correva per quelle colline ripide.
E la ragazzina se la trovò d'avanti, la luce dei fanali riflessa nei suoi grandi occhi.

Per Dean fu quasi un istinto.

Le sue gambe diedero slancio e il ragazzo spinse la ragazzina verso gli alberi parandosi d'avanti al veicolo a qualche metro da lui.

Lo sguardo arrabbiato, impaurito allo stesso tempo.

Lui era a qualche metro dalla morte.

Successe

La macchina lo travolse, per la piccola la scena fu più che raccapricciante. È così facile morire. Migliaia di persone perdono la vita ogni giorno, perchè quella doveva esser un'eccezzione? Perchè quella doveva esser speciale?

Dean era rivolto nell'asfalto con lo sguardo verso il cielo. Fra i rami intricati delle quercie poteva vedere il cielo limpido del mattino. Gli venne da piangere a quella scena.

Non sentiva più il corpo.

Solo le lacrime e il sangue colare insieme ai lati del viso.

Aveva paura.
Una paura immensa, una paura incontrollabile. Che stava per succedere? Pure le urla della bambina sembravano diverse,più lontane, più ovatte.

Poi...
Una fitta al cuore. Fu un dolore acuto, come un ago inficcarsi lentamente.

Un'altro ago.

Come una bambola di pezza lui subiva quei duri colpi.

Faceva male tutto ciò.
Pure la vista cominciò ad annebbiarsi e i respiri a farsi più lunghi e scostanti.

No
Non voleva.
Non voleva finire così,ma la morte lo stava strappando già dalla sua amata terra.

No.
Una voce dentro di lui urlava disperata.

Non voglio morire, non voglio morire.

Se quella era la morte... era diversa da come la pensava. Non era dolce, non si rivedevano i momenti migliori della vita, nemmeno una luce calda e avvolgente.

Faceva solo male.

Tanti piccoli spilli invisibili che gli circondavano il cuore.

Finì per non vedere più nulla.

Sentì la voce dell bambina bisbigliare un grazie.

Mani IntrecciateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora