Immezzo al bianco

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Dean si risvegliò sopra un letto bianco, circondato dal vuoto. L'aria odorava di medicinali e sentiva il corpo intorpidito dal freddo. Dritto in faccia una luce che lo costrinse a socchiudere gli occhi...
Dove si trovava?

Dietro la schiena sentì qualcosa... non sapeva come definirla. Mosse le dita che accarezzarono qualcosa di morbido, vellutato. I sensi pian piano stavano tornando a funzionare. Ciò che stava toccando... si stava solleticando da solo?
Fu percosso da un brivido...

Udì delle voci.
La luce sopra di lui fu spenta e quando mise a fuoco la vista incontrò subito due occhi nocciola, fermi, severi.

Dean aveva le labbra troppo secche per parlare, la gola gli bruciava.
L'uomo indossava una normale camicia bianca e pantaloni scuri, sul volto disegnato un leggero sorriso.

"Esci dal letargo" bisbigliò lui.

Dean provò a tirarsi su, quando si accorse che non ne aveva quasi più le forze.

"Dove... dove...?" Disse il ragazzo a stento fissando l'uomo.

"Ssh... non preoccuparti. Sei appena morto" disse l'uomo in modo sinistro.
Dean spalancò gli occhi accompagnato da un forte gemito.
La ragazzina,
L'auto,
Il cielo,
Gli spilli nel cuore,
Le lacrime,
E il buio.
Non riusciva a capire, la mente stanca, il corpo stremato. Guardò l'uomo e spostò lo sguardo attorno... con la coda dell'occhio vide delle piume bianche, lunghe.

E con gli occhi scese... quelle erano ali. Fu subito scosso, si sentiva molto turbato. Che stava succedendo?

"Calma ragazzo" disse l'uomo "il mio nome è Matt, sono qui per guidarti. È normale che tu sia in queste condizioni, un brutto incidente. La vedo la paura nei due occhi blu che ti trovi"

Dean strinse le piume, quelle ali.

"Non sei vivo. Sei morto, diciamo che ora sei reincarnato in un angelo per via del tuo gesto eroico. Ma..."
L'uomo prese un respiro come scocciato "...hai salvato la persona sbagliata. Tu continua a riposarti.... hai avanti a te 5 anni... poi potrai ritornare nella tua terra"

Il ragazzo provò ad alzarsi, il corpo percosso da mille fitte "cosa significa?" Bisbigliò.

L'uomo gli rivolse uno sguardo indecifrabile, freddo, gelido
"Capirai Dean. Sai... nonostante tu abbia salvato colei che distruggerà il paradiso, il tuo gesto è oronevole"

"E la mia terra..."

"Riposati. A te starà l'impresa più bella"

"Quale... impresa...?"

Stavolta l'uomo non rispose e diede le spalle al ragazzo allontanandosi sempre più.
La ragazza che avrebbe...

"Distrutto il paradiso" disse l'uomo allontanandosi, come se avesse udito i pensieri del ragazzo.
Sembrava tutto talmente assurdo e lo era. Troppe domande gli assalirono la mente, troppi pensieri, troppe paure.

"Dean" sospirò Matt "rimarrai per sempre morto, per sempre angelo, per sempre in quel corpo da 15enne. Ti dovrai allenare... intanto nella terra il tempo passa, e tu sei freddo, e guardi con occhi vuoti il cielo. Scena toccante, la bambina ti è vicino e continua a piangere. Cinque anni... tra cinque anni lei avrà 14 anni e potrai svolgere la tua missione.
O meglio...
Il tuo obbligo
Hai commesso l'errore più grande oggi, adesso tocca a te risolvere la questione"

Matt si tolse la maglia e portò il dito alle labbra mordendoselo con foga.
"Vedi Dean..." disse mentre osservava il sangue colare dalla mano
"Noi angeli"
Passò il dito nella schiena
"Non siamo senza peccati"
Ed eccole.
Le ali.
Spuntate nello stesso momento in cui pronunciò quella frase, poi, voltò lo sguardo verso il ragazzo. Le ali erano come quelle di Dean, più bianche però, più grandi e all'apparenza più forti.
"Ma ci facciamo perdonare con obblighi, con compiti"

Dean non credeva ai suoi occhi, doveva essere un incubo. Doveva. E se non lo fosse stato... e se sperare era inutile? Era veramente morto?

Era... un angelo?

"Questo è il nulla, comunque. Gli angeli si svegliano sempre qui la loro prima volta" disse Matt continuando a camminare

"Colora questo bianco che ti avvolge"

Dean rimase fermo. Si guardò le mani,   pallide e sottili, la pelle liscia.
Si toccò il volto, nessuna ferita. Era lo stesso corpo... o meglio.... era lui, il corpo era una specie di copia.
Era l'anima reincarnata in quella creatura che era:

Un angelo.

"Cosa succederà ora?" disse con fatica, la voce gli uscì tremando. Le ali gli si incurvarono abbracciandolo, lasciando un largo spiraglio lasciando libera vista a Dean.

Matt si fermò, era ormai lontano.
"Cinque anni ho detto. Ti allenerai ad usare i tuoi poteri, ti ripulirai dai tuoi peccati... e alla fine compierai la tua missione, facendo così sarai perdonato a causa del tuo errore"

"Cosa dovrò fare?"

Matt reteò gli occhi
"Chiudi un po' la bocca" ringhiò, e il suo corpo si perse immezzo al bianco.

Dean rimase solo, nel bianco; si abbracciò le ginocchia. Se la ricordava ancora la voce della ragazza, quel grazie sentito quando oramai era morto. Infondo era soltanto una bambina...

Non credeva a quelle parole.

Non avrebbe distrutto il paradiso.

Era piccola. Non grande. Era umana. Non.... non...
Dean si guardò... la ragazzina non era come lui.




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