Erano le sei del pomeriggio, ed il cielo londinese si tingeva di un rosso acceso, proiettando le ombre sull'asfalto grigio. Due ombre in particolare vagavano per le strade della città, senza meta. Le ombre, si sa, riflettono in modo parziale la nostra essenza, ma quella sera le ombre di quei due ragazzi, sembravano incarnare perfettamente il loro umore. Erano nere, esili, allungate fino allo stremo. Una rifletteva la sagoma di un cappello, l'altra portava un lungo cappotto. Mai come quella sera, a quella precisa ora, Londra era stata più malinconica. La malinconia è un sentimento che ha un certo fascino, è bello crogiolarvisi dentro fin quasi ad annegare. Ma quella sera la città aveva anche un qualcosa di assolutamente magico: saranno stati pianeti allineati, i destini, il karma, chissà. Ma quelle due anime erano destinate a ritrovarsi, e nulla poteva impedirlo. E vagando per l'immensa rete di strade, nessuna delle due immaginava di imbattersi nell'altra. Ma quando accadde, non si sorpresero: fu come se l'avessero letto da qualche parte, come se lo sapessero già. Con passo lento e ormai sfinito, si avvicinarono l'una all'altra. Le ombre si sovrapposero: la sagoma adesso era una soltanto. Con un cappello ed un lungo cappotto.