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Ho avuto un'idea:
vengo a prenderti tra un po'
non ci metto molto,
giusto il tempo di arrivare sotto casa tua.
Tu scendi coi tuoi occhi grandi
metti la prima camicia che trovi
che tanto lo sai che non la noto neanche,
porta le tue labbra,
quelle serviranno.
Ho avuto un'idea
vengo a prenderti tra un po'
tu allora sali in macchina e mi racconti
mi racconti delle tue paranoie
mi racconti di quello a cui pensi quando non riesci a dormire
quel che ti tormenta
che non sai gestire,
mi racconti di quando ti sei sentito solo
e solo non lo eri
ma non ti importava
e di quando non sapevi come fare
a tirarti su
e ogni volta che ci provavi
cadevi un po' più giù.
Mi racconti che cos'hai nella testa
che cosa ti preoccupa
e parli parli fino a che non ti fa male la bocca
fino a che non ti stanchi
di sentirti capito così
per la prima volta
nella vita.
Mi racconti dei tuoi guai
dei pensieri che ti fanno impazzire
dei vuoti a cui ti sei dovuto abituare
perché non li hai potuti colmare
delle frasi che non hai mai voluto dire
delle volte che non ti hanno ascoltato
di quando avresti voluto urlare però hai dovuto tacere
di quando tutto era perfetto
ma poi è caduto un pezzo.
Di quando ti hanno assediato
e poi dopo incendiato
il cuore
e adesso sta ancora
tra le macerie.
Ho un'idea:
sono giù da te
alla porta
non busso
scendi
e mi racconti a parole
tutte le parti di te
che non hai mai mostrato a nessuno
e poi dopo
me le fai vedere
che io sono curiosissima
e tu
hai degli occhi bellissimi.
Che tu
hai degli occhi bellissimi
e devono provenire per forza
da un dolore in particolare
e io voglio sapere con tutta me stessa
quale dolore è stato tanto prepotente
tanto talentuoso
tanto spietato
o magari subdolo
da far nascere dal niente
degli occhi
tanto stupefacenti.

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