Lascio che il vento imperioso disperda ciò che di me rimane. Debole e fievole, il soffio di vita abbandona l'anima oscura mia, reciso dalla lama tagliente dal duro Destino.
Essenza in frantumi, come sottile lastra di vetro.
Nube densa e opaca oscur...
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Abbandonati siam alla vita. Serviti siam alla morte.
Finché un brandello solo di noi il ricordo serberà, reclamar potremo quell'esistenza, che seppur senza scrupolo alcuno, fa di noi le creatur che siamo.
Il futuro meno freddo apparirà, se solo una lacrima verserà colui che pecca senza oltre limite. Solo compiangendo amaramente quella speranza svolazzante, inafferrabile, ritrovar potremo quella sacra pace.
Solo una piccola scheggia dell'anima che era rimarrà, aggrappata al cuore come a un'ancora dell'unica salvezza.
Un cuore incapace di amare, incapace di provare ogni minimo calore.
