mangio ovatta
le mie mani uste si riducono a cenere viva.
urlo, e non vedo altro che un cielo cremisi che mi avvolge come calze di nylon.
le costellazioni si sciolgono in una tazza di assenzio
e lo bevo tutto, magari così avrò un po' di universo.
credo di avere un boa al posto dello stomaco
sì, forse è proprio un boa
non un serpente a sonagli
non una vipera
un boa, che mi divora dall'interno
e digerisce le mie membra in un lungo trentennio
la mia vita è durata meno, a quanto pare.