- Che vuol dire non hai un cuore?! Non puoi non avere un cuore!
È IMPOSSIBILE!
- È difficile da spiegare ... forse è meglio se te lo faccio vedere. Spero che tu non soffra troppo la nausea.
- Perché dovrei soffrire di nau...
Non gli feci nemmeno finire la frase che con un gesto della mia mano due nuvole di fumo nero ci avvolsero. Dopo tanti anni provai di nuovo la bellissima sensazione di vuoto che si ha ogni volta che ci si teletrasporta.
Quando il fumo si dissolse ci trovammo davanti ai cancelli di un cimitero.
Tom intanto alla mia destra stava vomitando anche l' anima. Pivellino.
È sempre bello vedere le reazioni al primo teletrasporto. Ricordo che Regina svenne e che Zelena invece urlò come un' isterica. Ancora rido.
- Cosa ... come ... che è successo?
Balbettò Tom quando iniziò a sentirsi meglio. Gli presi la mano e lo trascinai dentro il cimitero.
- Non c'è tempo per le spiegazioni. Capirai tutto a breve devi solo ... fidarti di me.
Era tanto tempo che dicevo quelle parole senza un doppio senso o per ingannare qualcuno. Tom mi stava davvero cambiando.
Arrivammo davanti ad una piccola cripta vecchia e ricoperta d' edera. Il nome sopra la porta di pietra era illeggibile corrosa dal tempo. E pensare che ha solo diciassette anni. Aprii la pesante porta di pietra con un gesto della mano. Quanto era bello avere di nuovo la magia.
Dietro la porta delle scale scendevano verso il buio più totale. Sempre tenendo la mano di Tom iniziai a scendere le scale. Via via che scendevamo delle torce si accendevano al mio sguardo. Ad un certo punto arrivammo alla fine della scalinata e davanti a noi si stagliava un portone pieno di ingranaggi e decorazioni: serpenti, fenici e draghi si intrecciavano creando una specie di danza armoniosa ma allo stesso tempo orrenda. La faccia di Tom era un misto di stupore, ammirazione ed orrore davanti a quella porta. Mi sentivo fiero di me, proprio la reazione che mi aspettavo. Ho sempre avuto buon gusto per l' arredamento.
- Ho creato questa cripta poco prima della maledizione senza dire nulla nemmeno a Regina. Sapevo di non potermi fidare di lei.
- Maledizione?... che significa? E che c' entra tua madre con tutto ciò?
- Ora ti spiego tutto. Ma una cosa alla volta.
Aprii la porta sfiorando il muso della fenice centrale, ed entrammo. Ci ritrovammo in una stanza circolare di circa dieci metri di diametro le pareti erano tutte curve come la stanza con attaccati oggetti, papiri, rotoli di pergamena fogli di carta con scritte in lingue da tutto il mondo, da tutte le epoche, ed oltre. L' unica parete piana era quella opposta alla porta. Era interamente ricoperta di sezioni rettangolari contenenti dei cassetti e al centro una cassaforte d' orata. Aprii un cassetto e ne tirai fuori un piccolo baule di legno. Lo aprii e mostrai a Tom il suo contenuto. Un cuore rosso lucente e pulsante.
- Questo ... è ... il tuo ... cuore?
- Oh per l' amor del cielo no! Questo è il cuore di una persona normale. A dir la verità penso appartenga a qualche contadino. Oppure ad un re. Boh non ricordo. Sono tutti uguali.
Poi misi un dito sopra la cassaforte, da esso scaturirono dei fasci di luce nera, quando scomparvero la cassaforte era aperta ed al suo interno un altro scrigno, questo però era d' oro, già sono un po' fissato con questo colore, e tutto decorato. Lo aprii e mostrai un cuore piccolo, nero come la pece, rinsecchito e duro come la pietra.
- Questo! È il mio cuore.
- Ma è totalmente diverso da quell' altro.
- Un tempo non era così. Migliaia e migliaia di anni fa io ero il benevolo Dio della creazione, si hai sentito bene il Dio della creazione, non c'è bisogno di prostrarsi o inchinarsi. Comunque sorvegliavo tutti i regni da me creati con bontà e magnanimità ed il mio cuore era d' oro, il cuore più puro di tutti i regni. Una tale noia. Fattostà che un giorno un mago cattivo mi rubò il cuore con l' inganno. Con esso egli aveva il potere di comandarmi. Lo usò per farmi distruggere un intero regno. Se te lo stai chiedendo un regno è una specie di altro mondo in un universo parallelo.Dopo quell' evento conobbi la potenza del male. Naturalmente uccisi il mago e mi ripresi il cuore, che intanto aveva cominciato a diventare nero. Decisi che da quel momento nessuno avrebbe potuto avere l' opportunità di prendere il mio cuore. Era un arma troppo pericolosa. Così lo rinchiusi dentro questa cassaforte che si apre solo con la mia magia ed il mio consenso. Tuttavia separarmi dal mio cuore ha comportato anche diverse conseguenze. Tra queste non riuscivo più a provare amore, felicità o pena ma solo una grande rabbia, sete di sangue e vendetta contro gli umani che mi avevano tradito ma soprattutto un grande vuoto. Così iniziai a comportarmi male e a compiere azioni sempre più malvagie. E più andavo avanti così più il mio cuore diventava nero e rinsecchito. Fino a diventare come lo vedi ora. Questo è il motivo per cui non posso provare amore.
- Mi dispiace, devi esserti sentito tanto male. Tutti questi anni da solo senza provare amore.
- A dir la verità mi sono divertito un sacco torturavo e uccidevo chi mi pareva senza risentimenti. Tutti mi rispettavano e facevo ciò che volevo.
- Si. Ma non avevi nessuno che ti amasse.
- Non ne avevo bisogno. O almeno così pensavo.
- Posso toccarlo? Il cuore intendo?
- Beh è praticamente l' arma più potente in tutti gli universi, con esso puoi fare qualunque cosa tu voglia, anche farmi distruggere e poi ricreare il mondo come vuoi te ... ma ... va bene toccalo pure.
Mi guardò negli occhi con un espressione stupita, poi però sorrise e prese il mio cuore tra le sue mani.
Non appena le sue mani toccarono il mio cuore questo rilasciò una quantità di luce nera che ci accecò entrambi. Quando riuscimmo a vedere di nuovo tra le sue mani non c' era più un cuore nero e rinsecchito, ma un cuore vigoroso come il primo. Solo che era ancora nero come la pece, eccetto un piccolissimo filo d' orato, grande come un capello.
- Che ne dici Filippo vuoi provare ad amarmi?
- Ne sarei onorato.
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The Evil God and The Savior
FantasyUn dio malvagio ed il Salvatore acerrimi nemici e destinati a uccidersi a vicenda scoprono di essere uniti dal vero amore.