2. Casa dolce casa.

41 3 2
                                    

''Hey Dem, siamo arrivati."

Mi svegliai lentamente al suono di quelle parole. Staccai la musica, mi girai verso il finestrino e guardai quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Mi salì un brivido alla schiena come se il mio corpo rifiutasse il trasferimento.

Scesi dalla macchina e stropicciai gli occhi guardando ogni minimo particolare della casa:
Era una casa semplice ma grande, color legno chiaro, aveva un ampia facciata dove si trovava un piccolo pianerottolo, vicino c'era la porta d'ingresso, era nera con una bellissima decorazione al centro.
Il giardino non era molto curato, aveva delle erbacce che spuntavano dalle aiuole e da sotto il pianerottolo.
Sapevo che me ne sarei occupato io di quel giardino.

"Che te ne pare?"
Disse mia madre aprendo il cofano della macchina, prendere le valigie e dirigersi verso la porta della casa.
"Carina." Dissi lanciando gli occhi al cielo per poi chiudere lo sportello.

Entrai in casa lentamente guardandomi intorno, la casa dentro era grande ma accogliente, aveva un bellissimo pavimento in legno color nocciola che finiva dove iniziavano le scale, anch'esse dello stesso colore.

"Bhe mamma, avremo molto da fare per sistemare questa topaia e farla diventare una vera casa."
Dissi avvicinandomi alla cucina per poi appoggiarmi al muro accennando una risata"
"Allora rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci a lavoro" disse mia madre alzandosi le maniche della camicia per poi mettersi a ridere.

Impiegammo tutta l'estate per sistemare la casa.
Avevamo fatto un buon lavoro; stranamente assomigliava alla vecchia casa, forse per via degli stessi mobili della vecchia, o forse per pura nostalgia del Minnesota.

Dopo aver finito di sistemare la mia camera mi fermai un attimo indietreggiando di pochi passi per guardarla bene nel complesso.
Ero davvero soddisfatto, avevo trasformato una vecchia mansarda piena di ragnatele in una stupenda camera, il letto ad una piazza e mezza messo sotto i lucernari sul tetto, enormi teli con decorazioni indie tappezzavano tutte le pareti, piccole luci tutte in torno al soffitto sembravano formare mille piccole stelle, tappeti e cuscini ovunque con colori tra il rosso e l'arancione, un enorme divano con una grande libreria avevano formato un bellissimo angolo lettura, ma il pezzo grosso era l'immensa scrivania, l'unica cosa nuova che c'era in quella casa, mamma l'aveva comprata per sé ma poi viste le misure troppo esagerate per il piccolo studio decise di metterla su nella mia stanza.
Finalmente una scrivania dove possa sfornare una marea di "Capolavori".

Finito di sistemare gli ultimi libri nella libreria, ovviamente tutti in ordine alfabetico, decisi di andare a prepararmi un panino, erano le 4 del pomeriggio ed era dalla mattina che non mangiavo, così scesi le scale e mi diressi verso la cucina, aprì il frigo e presi tutto ciò che mi serviva per fare il mio solito panino con prosciutto cotto, ciliegio e mozzarella, poi salì in camera, appoggiai il piatto con il panino nella scrivania presi il mio telefono, le cuffiette, il mio diario dei disegni e mi misi a sedere sulla sedia.
Non disegnai molto, apparte piccoli esserini stilizzati ognuno isolato dall'altro.

Posai la matita accanto al diario, guardai attentamente quei buffi disegni e ridacchiai divertito da quello che avevo disegnato.

Stavo iniziando ad abituarmi a quella casa, a quella situazione anche se sembrava che il mio corpo faceva capire tutto l'opposto, infatti di sera, dopo cena iniziai a non sentirmi tanto bene.
Mi girava la testa, avevo lo stomaco sottosopra che mi portava nausea.
Cercai di non pensarci troppo e presi qualche pillola per lo stomaco, ma nulla da fare, subito dopo averle buttate giù dovetti correre subito in bagno per vomitare.

Quando finirono i conati mi alzai dal wc, mi ripulì la bocca e mi bagnai la faccia per riprendermi un po' poi mi guardai allo specchio.
"Cristo, che faccia..."
Pensai per poi dirigermi verso camera mia barcollando.

Arrivato in camera chiusi la porta e mi buttai sul letto sperando di non vomitare di nuovo e provando a dormire un po'.

Chiusi gli occhi.

Scusatemi se non ho più scritto durante l'estate ma avevo un blocco assurdo e poca, per non dire assente, fantasia.

Spero che vi piaccia e non esitate a scrivere eventuali consigli sul continuo della storia e sappiate che ogni vostra osservazione su qualche errore o su qualsiasi cosa che non vi torna è ben accetta.

Spero di non avere altri blocchi in futuro.

Grazie per continuare a leggere la storia.

Kargons Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora