3. Le 4.37

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Mi svegliai di soprassalto respirando a malapena.

Avevo fatto uno di quei soliti incubi che ormai ero abituato a fare.

Mi sedetti al bordo del letto appoggiando una mano al petto cercando di calmare il respiro.

"Calmati Dem. Era solo un incubo."
Dissi tra me e me per poi alzarmi dal letto fecendo un profondo sospiro.

Guardai la sveglia sul comodino.
Le 4.37.
"Merda." Sussurrai scuotendo la testa.

Non ero nelle condizioni di riaddormentarmi, l'incubo mi aveva stravolto, così decisi di scendere in cucina.

Scesi le scale con passo assonnato, attraversai il corridoio e entrai in cucina.
Accesi la luce e mi avvicinai al frigo, lo aprì, presi un cartone di latte e ne bevetti un sorso.

Una volta chiuso il frigo mi accorsi di un bigliettino attaccato ad esso.

"Buongiorno amore.
Mi hanno chiamato per un'emergenza all'ospedale.
Nel fornetto c'è il tuo pranzo.
Fai colazione e non fare tardi a scuola. Baci Mamma."

"Come al solito."
Sbuffai, staccai il biglietto e ritornai  in stanza.

Mi avvicinai alla finestra della mia camera, spostai le tende, alzai lo sguardo e vidi la luna.
Era piena.

Mi sedetti a terra incantato a guardare quei bellissimi fasci di luce che entravano dalla finestra.
Non avevo mai visto la luna splendere così in vita mia. Era una cosa strana ma stupenda allo stesso tempo.

Mi sentivo bene, in quel momento non stavo pensando più a nulla. Sentivo solo uno strano pizzichio in tutto il corpo.
Ma non ci detti tanta importanza.

Presi il mio pachetto di sigarette, lo aprì, presi una sigaretta mettendola fra le labbra e l'accesi.

Rimasi così fino all'alba, ammaliato da quella luna così affascinante e luminosa.
Sembrava stesse brillando per me.
Come se stesse dicendo "io ci sono e ci sarò sempre."

Arrivata l'alba decisi di prepararmi per questo maledettissimo primo giorno di scuola.

Mi alzai da terra stropicciandomi gli occhi per poi stiracchiarmi per bene.

Apri l'armadio e misi le prime cose che avevo a portata di mano:
Una maglietta nera e un paio di jeans strappati. Avevo i capelli troppo scompigliati e non mi andava di sistemarli quindi presi un cappello da baseball e lo misi in testa.

Mi sedetti a letto e infilai la mano sotto di esso per prendere le vans.
Le misi molto lentamente.

La voglia di vivere quella mattina era pari a zero.

Presi dalla sedia il giacchetto di jeans e lo zaino.
Presi il telefono, che era sopra al comodino, e le sigarette.

Scesi le scale e mi diressi verso la porta di ingresso ma prima di aprirla suono il telefono.
Era mia madre.

Risposi con voce assonnata.

"Pronto, mamma."

"Buongiorno amore."

"Buongiorno a te Madre."

"Ti sei alzato? Oggi il primo giorno eh!"

Sbuffai buttando gli occhi al cielo.
"Sì mamma, tranquilla. Stavo uscendo ora di casa."

"Bravo. Mi raccomando. Non fare cazzate.
Ora devo andare, ci vediamo dopo. Appena torno mi racconti tutto."
Disse presa dal lavoro.

"Okay mamma, buona giornata."
Dissi per poi riagganciare.

Uscì di casa e mi diressi verso la macchina, presi le chiavi dalla tasca del giacchetto, l'aprì, entrai, misi in moto e mi avviai verso scuola.

Se non era per mia madre che mi spiegava la strada mi sarei sicuramente perso strada facendo.

Arrivato lì parcheggiai, presi lo zaino nel sedile posteriore, scesi dalla macchina e mi avviai verso l'ingresso nervoso, stingendo forte le cinghie dello zaino quasi terrorizzato da come potesse andare il primo giorno di scuola.

Eccovi qui un altra parte.

Scusatemi se scrivo poco ma, come ho detto nella scorsa parte, non ho molta fantasia al momento è sto avendo difficoltà enormi nel provare a continuare seguendo un filo logico.

Spero che vi stia piacendo e non vedo l'ora di leggere i vostri commenti su questa stupenda notte di luna piena.
:)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 30, 2017 ⏰

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