MISUNDERSTOOD

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Volgo lo sguardo a destra e a sinistra una quantità di volte innumerevole. Mi chiedo come possa riconoscere un ragazzo mai visto, di cui non conoscevo l'esistenza fino a qualche minuto fa.
Finché un foglio bianco con la scritta "Andrea" non attrae la mia attenzione.
A tenerlo in mano, un ragazzo castano, con uno sguardo quasi da cucciolo. Corti capelli a spazzola, più lunghi sulla testa e rasati ai lati. Sulla mano che regge il foglio, un tatuaggio. Carino, ammetto. Ha anche un'aria simpatica.
Poteva andarmi peggio.
Mi avvicino faticosamente, trascinando il carrello ricolmo come un prolungamento del mio braccio destro.
Arrivata davanti al ragazzo lascio perdere il carrello e allungò la mano verso di lui.
-Ciao! Tu devi essere Zayn. Piacere: sono Andrea!
Lui mi sorride, facendo dei suoi occhi due sottili fessure. Abbassa il foglio.
-Piacere, io sono Liam. Zayn è andato un secondo in bagno, ma arriva. Mi aveva detto che sarebbe arrivato un ragazzo. Mai tu sei una ragazza!
Mi metto a ridere e scuoto leggermente la testa.
-Beh, mi sembri perspicace! Mi chiamo Andrea ma sono una ragazza. So che è poco comune, ma posso garantirti che sono una ragazza!
Liam si gratta la nuca, probabilmente imbarazzato, ma mentre compie questo gesto inizia a ridere.
Bisogna ammettere che ha proprio una bella risata!
È ancora una volta mi trovo a pensare che sarebbe davvero potuto andare molto peggio.
Almeno, questo Zayn ha un amico carino!
Il flusso dei miei p miseri viene interrotto dalla voce di Liam.
-Che ne dici se andassimo a prenderci qualcosa per colazione mentre aspettiamo Zayn? Gli mando un messaggio per avvisarlo e ci facciamo raggiungere al bar dell'aeroporto.
-Certo Liam! Ho una fame pazzesca!
Mi allungo per afferrare il carrello, ma Liam mi blocca.
-Non sarebbe da gentiluomini lasciare che una ragazza trascini questo peso, dice.
-Nemmeno se la ragazza in questione ha un nome da maschio!, aggiunge ridendo.
Scoppiò a ridere anche io, e mi sembra tutto così leggero che per un attimo dimentico di essere in un nuovo paese, senza la mia famiglia, senza conoscere nessuno.

Raggiungiamo il bar, un angolo ben arredato sistemato alla destra dell'uscita principale dell'aeroporto.
Liam chiede un caffè americano e un croissant, perché non si fida della colazione salata servita dai bar. Io chiedo un cappuccino con il cacao e un pasticcino alla frutta.
Inizio a sorseggiare il cappuccino bollente e sento alia salutare qualcuno che mi sta alle spalle.
-Eccoti, amico. Doveva scappartene davvero tanta per stare via così tanto!, ride Liam.
Mentre mi volto per dare finalmente un volto al famigerato Zayn, quest'ultimo risponde a Liam.
-Sono uscito a fumare. Dov'è? Com'è? Simpatico?, incalza Zayn.
Io inizio a ridere sotto i baffi, Liam gesticola tentando di fermare l'amico dall'aggiungere altro e poter fare qualche figuraccia.
Questo teatrino si protrae qualche secondo, tra la totale ignoranza della realtà di uno, e i vani tentativi di salvataggio dell'altro.
Io ho modo di osservare Zayn, il figlio di Trisha.
Quando ho pensato che Liam fosse un bel ragazzo, non avevo idea che Zayn potesse essere di gran lunga più bello.
Che poi, non è neanche tanto vero. È forse più una questione di gusti. O di pelle, sensazioni. Forse sono i dettagli.
Qualcosa in Zayn è particolarmente più attraente di qualsiasi cosa in Liam.
Capelli corvini, con lo stesso taglio di Liam ma più lunghi sulla testa e sapientemente spettinati. La pelle era leggermente olivastra. Ma il suo viso. Il suo viso è qualcosa di emozionante. Perfettamente scolpito, con tatti gentili e maschili allo stesso tempo. Due labbra non troppo grandi e carnose quanto basta, poco più piene sotto, incastrate tra i denti in una smorfia sensuale. Gli occhi, due gemme d'ambra incastonate a impreziosire qualcosa di già innatamente ammirevole.
Bello. Semplicemente bello. Oggettivamente bello.
Mentre i miei pensieri vagano, Liam deve aver spiegato la situazione a Zayn. Infatti, mi sta guardando con una faccia indescrivibile.
Ma Trisha non lo ha avvisato del fatto che sono una femmina? Bah.
Gli sorrido per sciogliere la tensione, e allungo la mia mano nella sua direzione per presentarmi.  Lui me la stringe e posso notare come anche lui abbia la mano decorata d'inchiostro.
-Scusa, Andrea. Mia madre non mi aveva detto che fossi una ragazza, ed ero convinto di trovare un maschio.
-Non preoccuparti, Zayn. Mi succede spesso che le nuove conoscenze si stupiscano di fronte a un nome maschile, gli sorrido.
Finiamo di consumare le colazioni, scambiando qualche parola per conoscerci un poco di più.
È proprio carino da parte loro cercare di mettermi a mio agio, anche se mi rendo la vita difficile continuando a fissar le labbra di Zayn.
Sarà dura vivere con lui.

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