L'opinione di Laura: BOOKABOOK! ...BOOKACHE?

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Girando per i vari gruppi di facebook, sui vari social esistenti su internet e anche su wattpad stesso, possiamo incontrare un sacco di libri che vengono pubblicati in barba alle loro vendite.

Mi spiego meglio: Ci sono una marea di case editrici che sfornano continuamente nuovi libri che mai nessuno leggerà, questo è un dato di fatto, come lo è il fatto che nella maggioranza dei casi, gli autori di suddetti libri non vedranno il becco di un quattrino dalle vendite dei loro lavori, anche perché i primi ricavi di tali vendite se le intasca la casa editrice come copertura delle spese di pubblicazione e/o di pubblicità (No, forse è senza o). E spesso il ricavato copre a malapena quelle spese.

A questo proposito è nato un nuovo modo di pubblicazione, specialmente per quegli autori in erba che non hanno mai pubblicato prima e per chi deve farsi conoscere e non ha ancora un giro di clienti da potergli garantire un discreto numero di vendite. Si chiama "bookabook" (sì, senza spazio).

In che cosa consiste? In pratica noi mandiamo il nostro manoscritto a questa casa editrice e subito viene messo tra le campagne in corso. È inutile dire che all'autore non viene chiesto un centesimo. Come in una vetrina virtuale, viene presentata la copertina, il titolo (ovviamente) e una sinossi che spiega di cosa parla il notro libro. L'utente che è intenzionato ad acquistare un libro visita questa libreria virtuale e sceglie quale libro comprare. Quando le prevendite del nostro libro avranno raggiunto una determinata percentuale, il libro verrà stampato dalla casa editrice ed entrerà nel giro delle librerie e/o venduto in formato e-book. Un sistema di vendite chiamato crowdfunding.

Bello no?

Beh, personalmente lo trovo abbastanza simpatica come idea, perché purtroppo è vero che ci sono molti libri che vengono stampati ma non vengono comprati da nessuno, non per niente, solo in Italia, si stima che gli scrittori ogni anno aumentano dell'11% rispetto ai lettori. (o una percentuale del genere) In pratica ci sono sempre più autori rispetto ai lettori.

Per chi li scriviamo tutti questi libri?

Quando entriamo in libreria ci sentiamo avvolti da tutta questa massa di libri, dal profumo della carta e dell'inchiostro, e subito ci sentiamo appagati, senza tutti quei libri non potrebbe succedere, però è anche vero che non potremmo mai leggerli tutti. Senza contare tutti gli alberi usati per pubblicarli. Per cosa?

Ecco che il "bookabook" potrebbe essere una simpatica soluzione per questo fenomeno.

Creando il crowdfunding, come spiegano gli stessi fondatori del "bookabook", non vogliono stravolgere le normali regole dell'editoria, ma vogliono creare una sorta di social. Un gruppo di amanti della lettura che potranno appassionarsi ai loro libri preferiti, esattamente come dei fun, in questo modo creeranno anche un continuo passaparola, che è senza dubbio la pubblicità più diretta e migliore per un libro.

Quindi se il nostro libro non avrà raggiunto la percentuale prefissata non verrà pubblicato?

No purtroppo, ma non disperate, perché se avrà raggiunto almeno la metà di tale percentuale, quelli che avranno comprato il vostro libro riceveranno comunque la loro copia cartacea a casa, quindi anche se non verrà distribuito in tutte le librerie, intanto ci saranno persone che lo leggeranno e se piacerà potrebbero farvi pubblicità.

Sembra tutto molto bello, vero? Ma a mio parere qualche lacuna esiste.

Innanzi tutto, se le prevendite del vostro libro non raggiungeranno la percentuale, e nemmeno quella "di salvezza", il vostro libro non vedrà la luce, e amici come prima. Ok, questo lo sapevamo già. Poi c'è anche da dire che una volta che il nostro libro verrà finalmente venduto, noi percepiremo solo il 10% dalle vendite, sia durante la campagnia di crowdfunding che dopo. Ok, non male, ma dato che la c.e. sà che venderà tutto quel numero di copie, qualcosa in più potrebbe pure darcela, anche perché credo che a questo punto i costi di pubblicazioni saranno coperti e ricoperti alla stragrande. E per ultimo, non c'è scritto da nessuna parte che se il nostro libro non raggiunge la percentuale per venire pubblicata, può essere riproposto alla stessa bookabook magari dopo un adeguato periodo di tempo. Dato che non spendete niente, potreste anche riprovarci... o no?

Per ultima cosa, e non meno importante, mi è stato fatto presente che in ogni spiegazione che internet dà di questo "bookabook" si parla di crowfunding, ma in realtà per questo termine si intende il solo coprire le spese, e chi fa veramente crowfunding, dopo aver superato le spese con una raccolta fondi, e non prevendita, allora si decide di far partire il progetto. E in questo caso, il ricavato va al creatore del progetto, tranne un 5% che resta alla piattaforma che si occupa di raccogliere i fondi.

Ad ogni modo, credo che provare con bookabook non ci sia niente da perdere, ed è una valida alternativa a quelle case editrici che ti chiedono soldi o che ti pubblicano ma poi non fanno un'adeguata campagna pubblicitaria, lasciando il vostro libro nella più beata ignoranza.

Laura Pafumi, autrice di "Il mio bacio salato" e "Il cuore ha le sue ragioni".

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