Capitolo #2

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"Prima o poi te la spacco quella sveglia".

Il dolce suono mattutino, sua madre che inveiva contro qualsiasi rumore interrompesse il suo "sonno". Dopo non aver dormito tutta la notte per via della sua "insonnia" ecco che al mattina sprofondava nei migliori dei sonni, interrotti sempre e puntuali dai suoi figli che si preparavano per andare a scuola. Akira la ignorò e si trascinò in bagno. Prepararsi non gli richiedeva tanto. Prestava quella giusta attenzione a quei piccoli dettagli che facevano la differenza ogni giorno, tutto rigorosamente senza guardarsi allo specchio. Uscì e si diresse verso la cucina, bussando lievemente alla porta della stanza accanto alla sua mentre passava.

Pacchetti di cracker vuoti tappezzavano il pavimento. Li spazzò con un piede.Sul lavello erano accatastati piatti sporchi e lattine di birra vuote. Aprì la credenza in cerca di una tazza pulita e non trovandola richiuse con stizza lo sportello prestando ben attenzione di fare più rumore possibile. Tese l'orecchio aspettando una lamentela come risposta alla provocazione ma lo sorprese il silenzio.La mancanza di risposta lo irritò ancora di più. Salì le scale,dalla sua stanza prese lo zaino vuoto, che avrebbe dovuto contenere i compiti per le lezioni di quel giorno, e da quella di sua madre i soldi per la colazione di Sachiko.

"Cosa stai facendo?" la voce gracchiante di sua madre aveva smesso di sorprenderlo da anni, si era dimenticato che suono avesse avuto prima di tutte quegli abusi che lei aveva inflitto sul suo corpo con sigarette, alcol e, ne era sicuro anche se non certo, droghe.

"Ti sei di nuovo dimenticata di fare la spesa. Questi sono i soldi della colazione" disse alzano il portafogli della madre e sventolandolo.Richiuse la porta prima che potesse cominciare a mugugnare sul diritto che aveva di spendere i suoi soldi come preferiva e ridiscese in cucina. Sachiko era in piedi con il naso nel frigorifero come prima lo era stato il suo.

"Oggi la mamma ci offre la colazione, vieni su".

Dopo aver preso la colazione in uno di quei locali aperti presto la mattina , Akira accompagnò Sachiko a scuola e poi si diresse verso l'istituto Teitan. Non era abituato ad arrivare così presto. Non c'era praticamente nessuno tranne una ragazza seduta sui scalini a leggere. La guardò per qualche secondo. Non era carina, ma neanche brutta. Ma non era quello il motivo per cui la stava osservando.Voleva essere sicura che fosse una vera lettrice e non una di quelle che finge perché da sola. Una volta assicurato che non sarebbe venuta di disturbarlo si appoggiò ad un muretto e chiuse gli occhi,emise un sospiro come se si fossi dimenticato di respirare fino a quel momento e solo allora se ne fosse ricordato. Come sempre si trovava intrappolato tra il pensare con rabbia al comportamento irresponsabile di sua madre e l'ignorare quei pensieri e quella donna. Per fortuna il flusso di pensieri fu presto interrotto da una pacca sulla schiena. Cinque ragazzi si erano avvicinati di soppiatto e fingevano di picchiarlo. Sorrise con un lato delle labbra, un sorriso ironico e quasi cattivo. Quello era l'unico sorriso che conosceva e che non coinvolgeva gli occhi se non per quella strana luce che li riempiva. Non li definiva amici ma erano quanto più gl isi avvicinasse.

"Avete preparato quella lista di attività che vogliamo fare per quest'anno"domandò Haru

"Era obbligatoria?" chiese Akira

"Ovvio che no. Mia madre però l'ha fatto diventare. Dice che mi farebbe bene sfogare un po' le mie energie in qualche sport. Ryo si è iscritto al club degli scacchi!"

"Stronzo! Avevi promesso che non l'avresti detto"

La giornata trascorse come tutte le altre giornate. L'irritazione per la madre non si era assopita ma si era spalmata all'interno del suo essere e lo caricava come elettricità, pronto a fulminare chiunque lo avesse infastidito in qualsiasi modo.

"Ichikawa, ho visto che non ti sei iscritto a nessuna attività pomeridiana"era uno di quegli insegnanti che sorrideva a tutti nei corridoi, uno di quelli che credeva ancora nell'insegnamento.

"E allora? Non sono attività libere?" lo fulminò Akira

"Sì lo sono, ma pensavo avresti potuto trarre beneficio da alcune di queste attività offerte da diversi club" lo guardò qualche secondo, non ricevendo alcuna risposta aggiunse "Ascolta, ti ritengo un ragazzo intelligente e quindi ti parlerò apertamente.Molti insegnanti si lamentano della tua iperattività e di come usi le tue capacità in modo diverso. Forse non sarebbe una cattiva idea se tu..."

"Quali sarebbero le opzioni?" lo interrompe Akira cercando di trattenere la frustrazione

"Il club degli scacch.. no" probabilmente aveva visto l'irritazione illuminare gli occhi del ragazzo.

"Credo sia rimasto solo la corsa campestre" gli disse porgendogli il foglio per l'iscrizione. Akira lo prese e si allontano senza aggiungere altro.

Per un attimo si ricordò di quelle volte che sua madre lo aveva fatto imbestialire e aveva corso, corso fino a che non gli facevano male le ginocchia, i muscoli pulsavano fino allo sfinimento e il cuore gli batteva in gola.

Forse quella del club pomeridiano non era una cattiva idea.

Doposcuola avrebbe potuto andare a casa. Aveva l'uniforme incollata addosso, sentiva la pelle prudergli per il nervosismo. Avrebbe voluto distendersi sul suo letto, su un comodo divano, ovunque. Ogni volta che sentiva quel desiderio affacciarsi alla mente lo scuoteva via.

Due ore lo separavano dal rientro a casa, che non sarebbe stato né negativo né tanto meno positivo.

Mentre Sachiko pranzava a scuola, lui vagava per il quartiere tra le due scuole. Ormai ne conosceva quasi tutti gli angoli. Gli sembrava la sua isola sicura da qualsiasi minaccia. Lì non lo conosceva nessuno ma lui conosceva tutti. Conosceva le abitudini delle persone che passavano di lì sempre allo stesso orario, conosceva i quattro gatti che venivano lasciati liberi di girovagare per le strade poco trafficate. Ricordava che un giorno per la noia e la mancanza di inventiva aveva percorso le strade fermandosi ad ogni abitazione cercando di memorizzare i nomi dei residenti. Alcuni di questi gli erano rimasti impressi in mente per la presenza di un kanji particolare o per la loro somiglianza a cose che dentro la sua testa erano buffe. Quella giornata era risultata una delle più utili. Un giorno sua sorella era stata presa da un attacco di ansia dopo una brutta caduta in bicicletta. Sachiko era andata in giro per casa cercando la madre, le ginocchia sanguinanti sotto il tessuto strappato ed un misto di terriccio ed asfalto tra i capelli. Non trovandola si era messa in un angolino della casa, ansimando sempre di più chiaramente in iperventilazione. Akira era entrato a casa proprio in quel momento. Sentendo quel rumore l'aveva seguito fino all'angolino in cui la sorella si stava nascondendo. Prontamente l'aveva presa tra le braccia, sedendosi accanto a lei, ed aveva cominciato ad elencarle tutti i normi strani che aveva letto qualche giorno prima. I respiri irregolari si trasformarono in risate e le lacrime scendevano ora da occhi piegati all'insù per il sorriso.

Ma ormai aveva letto tutti i nomi, accarezzato tutti i gatti, calciato tutti i sassolini ed era entrato in tutti i negozi del quartiere. Si sarebbe annoiato da morire se qualche giorno prima non avesse scoperto quel locale. Gli era sembrato come un miraggio in un deserto. Un ristorante dove poteva non avere a che fare con nessuno?Era proprio quello che gli serviva dopo ogni giornata a scuola, per non parlare del fatto che non potendo rilassarsi in casa sua, senza dover parlare con persona alcuna quel ristorante era la cosa più vicina quello che ricercava lui in quel momento.

Edera quindi diventata la sua routine. Ogni volta, dopo scuola,girovagava un po' per il quartiere, annotava mentalmente in cambiamenti (quell'albero aveva meno foglie la settimana scorsa, il signore con la valigetta nera con l'angolo spizzicato ha cambiato orologio) e poi si dirigeva verso l'Ichiran.

Aveva compreso che la scatola dell'abitudine lo faceva sentire in controllo, al sicuro e quindi entrava sempre alle 12.35, si sedeva sempre allo stesso tavolo, numero 11, e ordinava sempre la stessa cosa.

Ramen senza uova e senza carne. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 28, 2017 ⏰

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