UNDICI

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Lui entrò di soppiatto , i suoi movimenti erano veloci ma studiati , non doveva accorgersi nessuno della sua presenza , in ospedale , come in paese . Nelle ultime ore si aggirava come un fantasma .
Dovette pagare l'infermiera di turno per entrare e per tenere chiusa la bocca , pagava tutti ormai .
Si avvicinò al letto di Gaia , iniziò a fissarla , la sua ansia scemò lasciando spazio a sentimenti più profondi e sinceri .
Adesso era solo e poteva finalmente essere vero , essere se stesso . I suoi occhi , ora per la prima volta erano colmi di lacrime , lacrime d'amore .
Era emozionato , non riusciva a parlare , anche se lo desiderava , ma più di ogni altra cosa desiderava essere ascoltato dalla sua amata . Non gli rimase che prenderle la mano .
Si chinò accorciando le distanze che c'erano tra lei e lui , tante volte avrebbe voluto abbracciarla e sollevarla per mostrare al mondo intero di quando fosse bella , di quanto fossero felici insieme , sì perché nei suoi sogni era così che si vedevano , felici .
Solo con Gaia era riuscito a conoscere il vero amore .
Le trattenne la mano , per lungo tempo tra le proprie inebriandosi del suo odore ed infine la baciò sulle labbra , lo desiderava da tempo . Lo fece molto lentamente assaporando e gustando ogni singolo movimento .
Lei cresceva e lui se ne innamorava sempre di più . Era stato bravo a dissimulare i propri sentimenti per Gaia per tutto quel tempo , fingendo di provare interesse per Asia , che adesso stimava ma non amava .
Perché lui aveva capito che se non fosse intervenuto in tempo , Asia lo avrebbe smascherato e rovinato per sempre .
Quella ragazza era astuta , cocciuta e tenace e lui aveva rinunciato al suo unico vero amore per trarla in inganno .
La sua vita era piena di menzogne .
Tante , troppe volte avrebbe voluto confessare tutto , sperando nella compressione di tutti quelli che conosceva ma poi alla fine non osava rischiare , la paura di restare solo lo assaliva divorandolo . E si sa che quando la paura vince , la speranza muore . Quella speranza che lo avrebbe riportato alla vita .
Aveva sopportato per tutti quegli anni quel peso e sapeva di poterne affrontare di altri .
Però , se non si fosse trovato in quell'angolo a quell'ora tarda a parlare con il preside scolastico , Gaia non si sarebbe distratta nella guida evitando l'inevitabile ed invece i loro sguardi i loro occhi si erano cercati , incrociati e riconosciuti e poi il botto . Rivisse l'incidente a rallentatore . Lui che corre con il cuore a mille verso il corpo di Gaia che roteava in aria e poi lui urlare il suo nome , un urlo disumano , il corpo adesso di Gaia riverso esanime e inerme sull'asfalto , implorava aiuto , non per lei ma per lui stesso , per la sua di vita che si frantumava .
Non si può pensare di farla franca , non si può vivere nella bugia per sempre , dobbiamo vivere onestamente , principalmente , con noi stessi , perché le colpe , gli errori , prima o poi si presentano alla porta costringendoci ad aprire , conti che si pagano .
Nasciamo liberi e dovremmo cercare di continuare ad esserlo per tutto il tempo della nostra esistenza .
Le bugie , sono come le catene ,  ti legano , ti privano della libertà e ti obbligano a movimenti controllati .

Solo per vendetta ( Wattys2017 )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora