Into You

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Papillon_ su EFP!

*****

(I'm so into you
I can't barely breathe)

Il sole stava nascendo all'orizzonte ma i suoi raggi non riuscivano a passare attraverso la pelle del giubbino nero di Harry; sentiva freddo fin dentro le ossa. Forse anche un po' per quello si spinse un pochino di più addosso a Louis che invece stava guidando la moto; ridusse gli occhi a una fessura cercando di fermare le lacrime.

Si chiese cosa ne sarebbe stato di loro.

Stava cercando di non pensare e di non piangere, soprattutto - Harry odiava quella cosa di se stesso, quella parte sensibile di lui che lo costringeva a piangere per ogni minima cosa, che gli tirava fuori le lacrime con la forza, nonostante a volte si sentisse forte come una roccia. Sentiva le ciglia umide, la parte appena sotto gli occhi ricoperta di un accenno di lacrime, ma sapeva che in qualche modo Louis lo avrebbe tenuto al sicuro. Lo sapeva - e basta. Non riusciva nemmeno a spiegarlo.

Arrivarono all'alba in un motel al lato della statale circondata da nient'altro che deserto; Harry rimase aggrappato al corpo di Louis fino a quando questo non fu costretto a scendere. Si tolse il casco. Harry non aveva voglia di fargli vedere che aveva pianto, ma dovette comunque togliersi il proprio; nel giro di qualche istante delle dita calde spazzarono via il residuo di umidità che era rimasto appena attorno ai suoi occhi.

"È tutto a posto.", soffiò Louis, facendo passare un braccio al di là della sottile vita di Harry per aiutarlo a scendere dalla moto. "Ci sono io."

Harry gli fu infinitamente grato per quelle parole, ma non riuscì a dire nulla comunque. Scese dalla moto scivolando dalla sella e aggrappandosi al corpo di Louis per il breve percorso che li separava dall'entrata del motel, continuando a guardarsi in giro con il costante terrore che qualcuno li avesse seguiti. La notizia della loro fuga era ormai sicuramente su tutti i social, ed era probabilmente solo una questione di secondi, minuti - e li avrebbero trovati. Harry era assolutamente certo di quello. Anche se Louis durante il viaggio aveva continuato a ripetergli che erano al sicuro, Harry non poteva fare a meno di pensare che li avrebbero trovati. Erano stati sconsiderati, poco attenti. Si erano a malapena preoccupati di scegliere una strada che fosse meno trafficata rispetto alle altre, e quello era uno dei primi motel in cui sarebbero venuti a cercarli.

Harry lasciò che fosse Louis a parlare con il signore della reception - questione di sicurezza, Harry era troppo conosciuto per passare inosservato. Era riuscito a cambiarsi nel bagno pubblico di un centro commerciale con dei vestiti semplici e indossava ancora la giacca di pelle di Louis, ma - il suo viso. Il suo viso era ovunque, in quasi ogni copertina dei giornali, nei film che la gente vedeva la sera prima di andare a dormire. Evitò il contatto visivo con qualsiasi persona gli passasse di fianco, facendo finta di essere tremendamente interessato a quei pochi quadri appesi alle pareti, fino a quando la mano di Louis lo riportò alla realtà infiltrandosi dolcemente nella sua, e nel giro di qualche istante lo seguì nella piccola camera che era stata loro assegnata.

La stanza era buia; quel poco di luce penetrava dolcemente dalle tapparelle abbassate. C'erano due minuscoli lettini uniti al centro per formare quella che aveva l'aria di essere una stanza doppia; la televisione era una scatola minuscola che sembrava troppo vecchia anche solo per accendersi, e alla sinistra di Louis un corridoio conduceva al bagno. Harry si strinse nelle braccia; non capiva se l'arredamento di quel motel fosse volutamente ricercato in una sorta di imitazione dello stile vintage o se fosse stato lasciato al caso più totale. Era quasi certo che la seconda ipotesi fosse la più esatta.

Into You || Larry Stylinson || OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora