Indosso un abitino di pizzo scarsissimo acquistato da H&M in saldo: è svasato e arriva poco sopra le ginocchia, scollo a barca, maniche a tre quarti. Uno di quei capi piuttosto versatili, che ti fanno fare una figura decente anche se ci hai investito 15 euro. Lo abbino a delle super-fantasiose calze velate nere e un paio di francesine nere. Insomma. Il nero va bene sempre, no? Soprattutto quando hai i fianchi larghi e le gambe non-lunghe, come me. Mi pettino svogliatamente i capelli, soffermandomi qualche secondo sulle punte: rosa. Sono piena di doppie punte, ma non mi pento della scelta.
Non ho alcuna voglia di andare. Pastrocchio l'occhio destro per cercare di replicare la linea di eye-liner dell'occhio sinistro. Mando un messaggio vocale al gruppo WhatsApp che ho con Noemi e Anna, chiedo a che punto sono e gli mando un selfie facendo una faccia scema. Entrambe verranno alla festa, ed entrambe non considerano Lucia un'amica. Ma ehi, a nostra discolpa, Lucia sarà pure una persona pessima, superficiale e snob, ma da delle feste da urlo. Con i palloncini con dentro l'elio e tutta l'ordinaria amministrazione delle feste di chi ha i soldi e dei genitori disposti a spenderli in intrattenimento. Ha una fissa con le feste a tema, ne da spesso, e spesso non veniamo esplicitamente invitate. Insomma, non è che non possiamo andarci. Non è che ci siano i bodyguard o gli inviti con il codice a barre. Però sapete, siamo di estrazioni socio-relazionali differenti. Se fossimo in America, Lucia farebbe la cheerleader. E noi saremmo le nerd. Poiché in Italia non esistono i corsi di cheerleader (o forse sì? Nah, se ce ne fossero Lucia ci si sarebbe sicuramente iscritta), Lucia si limita a fare la fighetta. Veste alla moda, ha un gruppetto di amiche che le starnazzano dietro (Noi le chiamiamo le Lucine), da le feste, se la tira, frequenta la gente giusta. Ce ne è una così in ogni classe, o quanto meno in ogni scuola.
Quando il padre di Anna ci lascia davanti alla location della festa, sembra essere già arrivata parecchia gente. Per i suoi 18 anni Lucia ha affittato niente di meno che una barca. Una di quelle barche-ristoranti-sale per feste che si trovano sulla lungotevere di Roma. Ovunque sono appese delle lanternine rosa, e l'effetto devo ammettere che è bellissimo, sembra quasi un sogno. Lo schema di colori è, di fatti, rosa e nero, e il tema della festa, o per meglio dire il riferimento culturale, è quello degli sweet 18 (Ahhh, i film americani e le adolescenti, che connubio fruttuoso per gli organizzatori di eventi).
Sarà passata un'ora da quando siamo arrivate, e non è ancora successo niente di particolare.
« Ma Lucia e Altieri stanno insieme questa settimana, o si sono di nuovo mollati?» dice Noemi, facendo rumore con la cannuccia nel tentativo di finire il suo cocktail rosa analcolico ed indicando con la testa dall'altra parte della stanza.
Siamo sedute come delle perfette ragazze-da-parete in un angolino del grande salone, mentre dalla parte opposta Lucia (che indossa un abito assurdamente rosa e pomposo, come c'era d'aspettarsi) è molto presa da una conversazione con Altieri, Lorenzo Altieri, il suo boyfriend tira-e-molla. Se Lucia è la Cheerleader, Lorenzo è il capitano della squadra di football. Lei, bionda, alta (perché le persone ricche sono anche alte? Ci deve essere una correlazione scientifica), sorriso perfetto, viso da bambolina. Lui, spalle grosse, fossette, fluente ciuffo di capelli castani.
«Secondo me sì» azzardo io, continuando a fissarli «ti pare che non vuole la fotografia inamidata del suo diciottesimo compleanno con il suo fidanzato, da appendere in soggiorno? Altieri si è anche messo tutto in tiro.»
« Comunque secondo me ha esagerato con quel push up, sembra che le tette le vogliano scappare via» se ne esce Anna.
Scoppiamo a ridere.
« Eva? »
Mi giro ancora presa dalla risata, che nel mio caso è di natura sempre piuttosto sguaiata (sì, con tanto di rantolo suino, sì), e mi interrompo quando vedo chi è che mi ha chiamato.
«Ehi Michele!»
Michele Landi, caporedattore del giornalismo della scuola, per il quale scrivo abitualmente. Michele ha i capelli biondo scuro, è alto, molto più di me (non che ci voglia molto, ma lui è alto davvero), un fisico asciutto e dei profondi occhi nocciola.
«Ho letto il tuo pezzo sulle sale cinematografiche!»
Trattengo il fiato. E' il mio capo, ed è uno di quei 18enni che non sembrano 18enni. Che non passano tutto il tempo a pensare a come rimorchiare una tipa.
« E...?» lo incito.
«l'ho trovato fantastico! Tutta la metafora, veramente geniale» - conclude lui, sedendosi accanto a me.
Michele è uno di quelli che apprezza le metafore. Rara merce, di questi tempi. Saluta cordialmente le mie amiche, mentre io lo ringrazio sorridendo.
«Te che racconti, Michele?» chiede Noemi.
« Nulla di che. Mi sono appena mollato con Daria» dice lui, scrollando le spalle.
«Mollati!?» interviene Anna sconvolta « Ma non stavate insieme da tipo... uhm... sempre?»
«3 anni, che è come dire sempre a questa età, praticamente, sì» sospira lui, con la faccia di chi sembra averci appena ragionato
«Mi dispiace tanto» dico io «Come stai?»
«In realtà piuttosto bene. Non ci amavano più, era finita. Non avevamo più niente in comune, sapete? Lei l'anno prossimo non è nemmeno sicura di voler andare all'università, io ho praticamente già acquistato dei testi propedeutici.»
«Quando uno sta tanto tempo insieme, soprattutto a questa età che si cambia tanto, penso sia normale allontanarsi.» suggerisco io, guardandolo in modo comprensivo.
«Sono d'accordo» mi sorride lui. «Quindi tutto sommato meglio così.»
Ho fatto bene a venire, se non fossi venuta chissà quando avrei scoperto che Michele si è mollato con la ragazza storica.
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Raccontami del vero amore
Teen FictionC'è chi, dell'amore, sa solo quello che ha letto nei libri e visto nei film. Eva è una di quelle persone. Per ora.