Forza

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Il sangue sgorgava a fiotti dalla ferita al braccio destro di Luke, che stringeva i denti mentre sentiva le forze abbandonarlo, la vista e il pensiero annebbiarsi, la presa sull'arma che stringeva allentarsi.
La gamba gli doleva in maniera insopportabile, ad ogni passo l'osso pareva rompersi nuovamente in innumerevoli schegge che laceravano la carne.

Luke cadde in ginocchio, mentre la creatura gli colpiva la schiena, il sangue che andava a macchiare di quel suo inconfondibile colore l'asfalto già sudicio. Il ragazzo si rese conto di stare per perdere i sensi. Ma non poteva permettersi di svenire, di lasciarle, prima che la creatura fosse morta. Nella caduta, aveva perso la propria arma. Iniziò a tastare il terreno per provare ad impugnata di nuovo, attingendo alla forza che "le sue ragazze" e il pensiero di loro non mancavano mai di concedergli.

Non la trovò, né la vide da nessuna parte lì intorno. Il mostro che li aveva aggrediti era semplicemente troppo ottuso per aver pensato di calciarla via, e la frustrazione, mista al dolore e al disgusto per il suo stesso sangue che gli macchiava i vestiti diedero al corpo di Luke una scossa. L'essere accorse, e con un nuovo colpo alla colonna vertebrale lo atterrò del tutto, per impedirgli di rialzarsi. Luke sentì l'asfalto che gli graffiava le clavicole, ma si sarebbe rialzato, se solo avesse trovato la propria arma.

Allo stremo delle forze, Luke Castellan si accasciò. Ormai non vedeva più nulla. Immaginava il mostro accanirsi contro Annabeth e Thalia, mentre lui assisteva impotente ma vigile. E poi le vide: le All Star gialle incrostate di sporco di Thalia, che procedevano verso il mostro a passo sv
elto. Notò che la ragazza stringeva in mano la spada di Luke, e lui avrebbe voluto gridarle di non farlo, di prendere Annabeth e fuggire, ma il destino non gli concesse di vedere come Thalia sarebbe stata uccisa dal proprio dannato orgoglio, e Luke perse i sensi, in una pozza di sangue.

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La prima cosa di cui si accorse, quando si svegliò, fu la miscela di odori che gli tormentava le narici.
L'odore del sobborgo malfamato americano, sopra ogni cosa: spazzatura, smog e sudore che si mischiavano fra loro in un puzzo nauseabondo che chiunque vivesse per strada conosceva perfettamente.
Subito dopo il sangue rappreso, probabilmente il proprio.

Luke aprì gli occhi.
E vide Thalia. Alzò il capo con tanto entusiasmo che fece cozzare la propria fronte con quella della ragazza, per poi avvolgerla in un abbraccio soffocante.
-Sei vivo.- Gli disse. -Grazie agli dei sei vivo. Ho pensato che potessi morire. Hai perso così tanto sangue.
- Sono vivo.- Rispose Luke. -E mi dispiace. Non sarei dovuto svenire. Avrei dovuto combattere.

Thalia gli Poggiò una mano sul pezzo. Luke si accorse di essere sdraiato per terra, con la ragazza inginocchiata al proprio fianco.
-Lucas!- Lo richiamò la figlia di Zeus. -Ne abbiamo già parlato. Tu non sei responsabile di Annabeth e tantomeno di me.
-Abbiamo già parlato anche del mio nome, che sono abbastanza sicuro sia esattamente Luke.
Ribattè il ragazzo, tranquillo come al solito.
-Non sto scherzando, Luke.
Rispose Thalia, in tono duro.

Era vero: ne avevano già parlato. Milioni di volte. Luke sosteneva che le ragazze fossero una sua responsabilità, in particolare Annabeth, che era ancora troppo piccola anche solo per assistere a ciò che affrontavano ogni giorno. Una delle discussioni era stata più animata delle altre: Luke aveva rischiato di morire per tuffarsi davanti a Thalia ed evitare che un pugnale la colpisse. Per fortuna, si era ferito solo al lobo dell'orecchio destro. Quella volta la figlia di Zeus si era infuriata. E Luke aveva ceduto. "Sono stato io a portarvi in strada!- Le aveva urlato. -Tu dovresti passare il tempo a parlare al telefono con le tue amiche, Annabeth dovrebbe andare a giocare al parco con gli altri bambini. Voi avreste dovuto avere una vita normale."

-Lo so.- Le disse lui. Gli sfiorò la guancia con un dito. -Devi smetterla di preoccuparti per me.
-Sii realistico,- Sorrise lei, dolcemente . -Se smettessi di preoccuparmi per te, ti faresti uccidere entro un'ora.
-Non sono così spericolato!
Si difese Luke, prima di sorridere a sua volta.

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