«wish you were here.»

I'm here for you.

È così freddo qui, ogni cosa. Anche il mio cuore è ormai freddo.
Ha smesso di essere caldo da tanto tempo, troppo tempo.
Fuori sta nevicando, oggi è natale. Sento le macchine sfrecciare sulla strada e le urla dei bambini che stanno giocando con la neve. Sono così felici.
Qui invece non c è nulla di felice, casa mia è ormai un posto desolato. Mobili rovinati col tempo, il camino spento, la polvere che ricopre ogni oggetto presente, le stoviglie sporche nel lavandino che dopo giorni sono ancora lì, le piante appassite, e poi ci sono io, che vivo ormai sul divano o nel letto. Non mangio da troppo tempo e i muscoli fanno male appena faccio un movimento in più. Sto dimagrendo a vista d'occhio.
Malinconia, nostalgia e tristezza regnano dentro me. Ho perso tutto, anche una vita.
Sono ormai 5 anni da quando lui non è più qui con me.
Non viviamo più insieme e non so nemmeno dove sia o come stia, non so nemmeno se è cambiato d'aspetto o no. Il ricordo è svanito col tempo e se non fosse per le foto nella nostra camera da letto avrei dimenticato del tutto anche il suo viso angelico.
Mi ha lasciato così, da un giorno all'altro senza più tornare, e io ogni giorno che passa sento di aver ancora più bisogno di lui al mio fianco.
Era il 25 dicembre quando tornò a casa e rimase sul ciglio della porta con le guance rosse per il freddo e la neve nei suoi morbidi capelli rossi fuoco.
Mi disse che doveva andare via per qualche giorno per un lavoro trovato al di fuori della nostra città, ma quei pochi giorni si trasformarono in settimane, poi in mesi, fino ad arrivare agli anni...
Mai più una chiamata, un messaggio, una lettera. È sparito nel nulla lasciandomi solo nel momento del bisogno.
Molti mi chiedono se ce l ho ancora con lui: no affatto, non me la sono presa. Capivo e capisco il suo rifiuto, nessuno vorrebbe stare con uno come me; un ragazzo freddo, acido, lunatico e permaloso, ma che sotto il suo tocco sapeva sciogliere il suo cuore di ghiaccio.
Avrei voluto finire gli studi all'università, ma stava diventando difficile anche solamente alzarsi dal letto e ascoltare i professori parlare per parecchie ore di fila e quindi concentrarsi.
Ho un lavoro part-time alla sera: riordinare gli scaffali del negozio di musica sotto casa mia. Non è così male e spesso mi concedo il privilegio di prendere qualche vecchio cd di musica rock e metterlo nello stereo, colmando il silenzio perenne che c è in casa.
Non ho molti amici, si possono contare su una mano; Andy e Sehun vengono a trovarmi il sabato sera dopo il loro turno di lavoro, Oliver e Violet il lunedì mattina prima di andare a scuola. Sto bene con loro e sono gli unici ad esserci sempre stati anche dopo che tutto succedesse.

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Lacrime calde scendono dai miei occhi
È ormai troppo tempo che sto piangendo, mi stupisco che non siano finite le lacrime.
I ricordi, i messaggi, le scene di noi due insieme, le parole, i baci, quelli che ti accendono il cuore, gli abbracci che ti scaldano anche in piena estate, le carezze, le sue mani su di me, i morsi.
I pensieri mi pervadono la mente.
Mi manca, mi manca tremendamente.
Chissà come sta, dove vive, se si è già trovato un altro o un'altra...
Magari ha una famiglia, dei bambini. Spero solo sia felice.
Ha iniziato a nevicare, bellissimo come inizio di un nuovo anno.
Le lacrime hanno lasciato la scia sulle mie guance fredde.
Violet mi sta chiamando, non vorrei rispondere ma non voglio essere scortese
«Si?»
«Ciao Ash... Ti va di fare un giro per la città sta sera, ci sono i fuochi d'artificio e so che ti piacciono, ci sono anche gli altri.»
«Preferisco stare a casa, grazie comunque.»
E riattacco.
È vero, amo i fuochi d'artificio ma da quando lui non c'è più, è difficile compiere qualsiasi attività di gruppo.
Il nostro primo appuntamento l avevamo trascorso in spiaggia con i fuochi che spuntavano dal mare, colorando il cielo e l acqua.
Il rumore era assordante ma ne valeva la pena.

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Qualcuno sta suonando, insistentemente.
Sono le 4 di mattina, chi è quel cretino. Se è Sehun lo strozzo.
Metto qualcosa addosso di pesante, non mi sono nemmeno guardato allo specchio, posso solo immaginare la forma dei miei capelli.

Non ci posso credere...
Non sta succedendo davvero...
È qui davanti a me, con delle rose bianche in mano che trema ma sorride.
I capelli sono più corti e di un arancio chiaro che si avvicina al color pesca.
È dimagrito, e parecchio.
Non so bene cosa fare, sono immobilizzato. Non me lo aspettavo.
Dopo 5 anni è qui davanti a me, stupendo come sempre.
Sento le gambe cedere, sento tutto cedere, ma delle braccia mi stanno avvolgendo la vita.
Sono le sue, le riconoscerei tra mille. Calde come il sole.
Sono finalmente a casa.
Inconsciamente sto piangendo, di gioia.
Mi sento così piccolo fra le sue braccia, pur essendo il maggiore di età.
Mi ha portato sul divano e mi ha fatto stendere su di lui, mi sta accarezzando i capelli e il viso.
Sono in paradiso.

Nel cambiarsi, ho notato una grossa cicatrice all'altezza del cuore; ho chiesto spiegazioni.
E finalmente ho ottenuto una risposta definitiva: era malato... Cardiopatia.
Si è operato, lasciando così una brutta cicatrice sul suo petto, e questo l'ha dovuto tenere lontano da me. Passava i giorni in ospedale per i vari controlli e non avrebbe avuto tempo per me.
Era uno scheletro da quanto mi dice.
Oh amore mio... Se solo me lo avessi detto prima non ti avrei mai lasciato andare e sarei rimasto al tuo fianco superando la cosa insieme.
Non ha avuto altre relazioni, anche perché trascorreva più giorni in ospedale che in giro.
Si è fatto un tatuaggio sull'anulare sinistro: Now and forever, you.
L'ha fatto appena gli avevano detto che non sarebbero rimasti molti giorni di vita, anche se le medicine hanno funzionato e l intervento è andato bene e quindi ora sta bene.

Ancora non ci credo. È qui con me, finalmente.
Lo desideravo così tanto...