Dᴇᴀʀ Lᴏᴠᴇ

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D E A R L O V E

D E A R L O V E

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ONE-SHOT


Caro Amore,

sono giorni che ho pensato di scriverti, di cercarti o di parlarti, ma mai ero riuscita a trovarti.
Avevo cercato una parte di te in persone e facce a me estranee, illudendomi ogni volta che qualcuno mi diceva di averti trovato, di conoscerti.
Ma la verità, caro Amore, è che per mesi ed anni avevo indugiato sui tuoi passi, fermandomi ogni qualvolta che tu ti facevi avanti, aprendomi le braccia, bendisposta a tenermi stretta per tutta la vita.
Ti avevo scambiato per ossessione di voler ottenere a tutti i costi qualcosa.
Una parte in un posto che neanche mi apparteneva.
Avevo capito che i soldi e la felicità non avevano nulla a che fare con te.
Che il tuo arrivo sarebbe stato improvviso e che non sarei riuscita a prepararmi.

Perché era vero. Non avevo avuto la possibilità di accettare ciò che era arrivato e ciò che era andato via.
E ancora oggi, caro Amore, sono qui a scriverti.
Come quando si scrive una lettera al proprio papà, una lettera alla propria mamma.
Come quando da bambino scrivevi una lettera al tuo migliore amico, sapendo che mai avrebbe risposto.
E, guardando alle mie spalle, Amore, mi sono accorta che non solo hai recato beatitudine, ma hai lasciato una cicatrice in chi ti aveva cercato.

Conobbi un uomo, cui tu gli eri apparso in un giorno qualsiasi.
Mi aveva parlato di te, del tuo nome.
Mi aveva promesso che un giorno, Amore, sarebbe arrivato anche il mio momento di conoscerti, ma ancora oggi, sono sola.
E spesso mi sorgeva in testa una di quelle tante domande che non puoi rispondere, perché una risposta non c'è.
Una domanda che tu hai lasciato in sospeso nel cuore e nella mente di molte persone.

Hai infranto una promessa, lo sai, ma continui a nasconderti da quelle ombre perdute, mascherate da quella poca luce che la felicità si era preoccupata di regalarci.
Perché nemmeno i passi contati a camminare fuori, le suole delle scarpe ormai prosciugate, avrebbero potuto sostituire la tua assenza.
E anche se, con il passare del tempo avevo cercato di convivere senza te, ora mi accorgo di aver perso qualcosa o qualcuno di fondamentale.

Ho guardato in avanti e ho riconosciuto l'uomo cui tu gli eri apparso.
Aveva una rosa rossa in mano ed era seduto solitario, su una di quelle tante panchine che i passanti evitavano.
Era elegante, ma il suo abbigliamento non completava i suoi sentimenti.
Mi avvicinai a lui con cautela, soffermandomi davanti alla sua figura seduta e, solo quando si accorse della mia presenza, si alzò, aggiustandosi la camicia bianca.
« Vedi » - mi disse « sono solo anch'io ora. L'amore è volato via da me. »
E anche da lui, caro Amore, sei scappato via.
Mi aveva regalato la rosa, obbligandomi a promettergli che essa, sarebbe andata a finire nelle tue mani, Amore.
« Solo e soltanto all'Amore » mi disse.
E lo avevo fatto. Avevo conservato quella rosa sopra al davanzale della finestra di camera mia, osservandola ogni giorno per ore, come una cosa preziosa che tu hai strappato dalle mani di chi ti aveva trovato, perdendoti subito dopo.

E fu in quel momento che cominciai a guardarti come una fonte di delusione. Perché tu, caro Amore, non ti sei preso cura di chi aveva combattuto pur di averti.
Non hai aperto le tue braccia come hai fatto con me in passato, non lo hai abbracciato abbastanza e ti sei allontanato quando lui aveva cominciato a guardarti come un mezzo per sfogarsi, uno con cui parlare e poggiare la testa quando sapeva di stare per cadere.
"Hai voltato le spalle a molti di noi, promettendoci parole che non sei riuscito a mantenere."
E ancora oggi, dopo giorni passati a cercarti, per non trovarti, spero in una tua comparsa.
Perché anche se non riesco ad accettarlo, Amore, senza te non sono completa.

E allora ho continuato a camminare, voltando lo sguardo a destra e poi a sinistra, con la speranza di incontrarti, conoscerti e magari stringerti come un caro amico.
Ho passato notti a pensare, a cercarti anche nel più buio della mia stanza, nel mio letto ormai freddo e spoglio.
Ti ho cercato al mattino appena sveglia, nella cucina di casa mia e nella terrazza dove passavo la maggior parte del mio tempo.
E anche quando mi affacciavo dal balcone di camera mia, ti cercavo tra i mille passanti, trovandoti nelle coppie che si tenevano per mano.

E allora ti ho cercato nel mio passato, soffermandomi al giorno in cui tu, caro Amore, ti eri presentato pure a me, aprendomi le braccia.
Mi sono soffermata sulla figura maschile che era apparsa, portando il tuo nome; sui simboli che rappresentavano il tuo essere.
Mi sono voltata nel buio e ho intravisto nel più oscuro del mio essere, quella luce che il tuo amico Felicità aveva deposto in una parte di me.

E fu in quel momento che corsi alla finestra, prendendo tra le mani, la rosa rossa ormai sul punto di cedere.

« Solo e soltanto all'amore » avevo ripetuto a me stessa, per tutto il tempo che viaggiavo in quel treno soffocante.

Ritornai nel posto in cui per la prima volta conobbi l'uomo che mi aveva accennato del tuo arrivo, che mi aveva parlato di te un modo quasi insussistente.
Lo intravidi nel più angolo remoto della stanza, seduto su una di quelle tante sedie in pelle nera, di quel bar freddo e spoglio.

Non lo riconobbi subito.

Sette mesi erano passati in fretta e non mi ero resa neanche conto del lasso di tempo che mi aveva separato da qualcuno o qualcosa che avrebbe dato una svolta alla mia vita.

Non mi ero accorta di te.


Appena mi vide, si alzò, aggiustandosi il completo elegante che indossava pure quel giorno.

Lo stesso con cui lo lasciai l'ultima volta, dopo che mi ebbe dato la rosa che ora, ero io a tenere in mano.

Mi guardò con occhi diversi dal solito, e subito scorsi una parte di te in quelle iridi scure.

« Ti aspettavo » aveva mormorato.

Lo guardai interrogativa, domandandogli come sapesse del mio arrivo.

« Vedi » - parlò - « quando ti diedi questa rosa, il semplice motivo per cui lo feci, era per condividere una parte di me e dei miei sentimenti con te. »

E solo allora gli porsi la rosa rossa, e lui lo prese con un sorriso che mai dimenticherò, Amore.
Gli domandai di mostrarmi il tuo volto, il tuo nome ed egli, lentamente spalancò le proprie braccia, invitandomi ad abbracciarlo.
Poggiai la testa sul suo petto e udii il suono della tua voce, sussurrarmi parole segrete in una dolce melodia.

« Ti terrò stretta per tutta la vita e mi troverai ogni mattina nella cucina di casa tua e ogni notte nel letto in camera tua. »

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