Lei

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Trovava difficile accettare tutto quello che le era accaduto nelle ultime quattro ore.

Si sentiva confusa, arrabbiata, delusa da sé.

Credeva che, per una volta, avrebbe potuto farcela e che le sue forze sarebbero state sufficienti, ma lei sconosceva il significato della parola 'gioia'.

Sua madre non la chiamava mai per nome, o meglio, non la chiamava. La disprezzava talmente tanto da non volerla chiamare.

Non aveva mai conosciuto suo padre, visto che era scappato via il giorno della sua nascita. Era lei la causa.

La madre la incolpava di averle strappato per sempre dalle sue mani l'amore della sua vita.

La maltrattava ed i segni che lasciava sul suo corpo erano ben evidenti.

Veniva presa di mira ovunque lei si trovasse, le ridevano dietro e lei indossava le cuffie, e aumentando il volume al massimo camminava pensando ad altro.

Pensava alla sua vita e a quello che sarebbe diventata di lì a qualche anno. Pensava che si sarebbe fatta rispettare, magari trovando l'amore. Poi si rattristava, pensando che nessuno avrebbe voluto stare con lei, perché il rischio erano altre insopportabili risa su quel povero ragazzo.

Era carina, ma non evidentemente abbastanza.

Nonostante tutto, non aveva paura della solitudine, infatti, quando a sedici anni sua madre le chiuse la porta in faccia, lei seppe come arrangiarsi. Era forte, anche se non lo credeva.

Aveva pochi soldi in tasca, ma potevano bastare per due notti in un ostello lì vicino.

Nel frattempo trovò un lavoro: venti euro a giornata in un panificio.

Dopo qualche settimana vide una locandina appesa sulla vetrina del suo posto di lavoro, un concorso di scrittura.

Da anni teneva un diario, racchiudendovi dentro piccole novelle e i racconti delle sue giornate trascorse sotto il terrore.

Il tema di quel concorso era la forza della donna.

Si fece forza, lei sapeva cosa scrivere. Lei c'era passata.

Passò giornate intere seduta alla scrivania presente nel luogo comune dell'ostello in cui ancora viveva. Ormai le avevano offerto la camera senza nessun pagamento, stava lì da settimane.

La prendevano per pazza: perché distruggersi così per un concordo del genere?

Ma non potevano capire quanto realmente importante fosse per lei quel tema. Era tutta la sua vita, almeno fino a quel giorno.

La madre l'aveva buttata fuori per un motivo che per quella donna era abbastanza valido, e non ci ripensò nemmeno sul rivalutare la sua decisione. Aveva trovato l'amore ed aveva paura che gliel'avrebbe portato via di nuovo, in un modo o nell'altro. Ecco perché.

Un pomeriggio, però, rimase bloccata. Lei non aveva passato del tutto quel periodo. Ancora oggi lei soffriva per quello che le aveva fatto sua madre.

Allora decide di improvvisarsi giornalista e iniziò a fare delle domande alle persone che vivevano lì, come lei, ma che solitamente non rimanevano per più di una o due settimane.

Solo dopo due giorni seppe finalmente come finire il suo testo.

"Per una donna l'importante è essere felice della propria vita e di quello che ne diventa. Non le importa se è sola, se sta male, se si trova lontano dalla propria famiglia. La felicità, accompagnata dalle persone che si amano rende il tutto una magia fantastica, ineguagliabile. La felicità la rende libera come mai può essere, la rende se stessa anche nei momenti bui in cui riesce a trovare la felicità. La rende magica."

Decise di concludere così il suo testo e capì.

Capì che lei era rimasta ferma a quando sua madre la deluse maggiormente.

Riuscì ad andare oltre.

Dal giorno seguente in poi iniziò a sorridere ai passanti, a vestirsi più colorata del solito, a parlare con le persone e ad uscire con qualche ragazzo.

Si rese conto di quello che aveva perso fino a quel momento e capì che aveva perso molto e che l'unica luce che doveva cercare era la propria felicità.

Era difficile, sì, ma facendo un passo alla volta riuscì a cambiare vita.

Trovò la sua vita, la sua felicità.

Trovò anche un ragazzo con occhi verdi e capelli rossi, strano e amichevole, simpatico e dolce. Si prendeva cura di lei e le andava più che bene.

Ha anche vinto quel contest, la ringraziarono della sua partecipazione e le confessarono che piansero leggendo il suo tema, era davvero molto profondo.

E lei era finalmente felice ed orgogliosa di se stessa.

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