Era là. A guardare fuori dal finestrino drl treno. Il ritmo ridondante dei binari e le vibrazioni accompagnavano il nostro viaggio. Due entità in un treno in movimento. Il mio unico desiderio era di andare da lei e riverarle i miei sentimenti, immutati ormai da quattro anni. La paura mi bloccava i movimenti ele mille domande ed incertezze venivano a galla prepotenti. I sentimenti si accatastavano come vecchi libri già letti troppe volte: amore, imbarazzo, paura, vergogna. Perché? Perché semplicemente non posso dirglielo... già ma se non ricambiasse? Quella è la paura che mi ha accompagnato per tutti questi anni. L'incertezza di non essere accettato, amato, capito...
Un rumore improvviso mi distrae dai miei pensieri.
È tutto buio.
L'intero corpo mi fa maleCi dev'essere stato in deragliamento
Con un filo di voce pronuncipronunciò io suo angelico nome <L-Laila?>. Non mi aspettavo una risposta... ma sentì il mio nome balbettato da una voce familiare
<Lorenzo?> In quel momento tutto il dolore svanì per lasciare posto a lei.
Riascoltai infinite volte quel sussurro pieno di disperazione e speranza.
I suoni si stavano ovattando, ma non volevo chiudere gli occhi. No, non adesso, non ora che so, no ora che posso dirglielo... Voglio raggiungerla ma i muscoli non mi rispondono, sono bloccato. Con il poco fiato rimastomi in corpo
<Lilia? mi senti? Ti prego rispondimi> dalla parte opposta sentì pa sua voce <Lori... ti prego... aiutami> a quelle parole il cuore mi si strinse, volevo proteggerla. Passarono un paio d'ore circa.
Non c'è la facevo più, volevo mollare ma resistetti solo per lei, perché io la amo
<L-Lory non c'è la faccio più... scusami> l'ultima parola mi arrivò faticosamente
<No! Non puoi!>
<...perché? > disse con un filo di voce seguito da uan risatina che innescò una brusca tosse.
<Perché io ti amo!>
Dopodiché senntimmo delle voci e della lamiera spostarsi ed infine della luce abbagliante che mi desse fastidio agli occhi.Finalmente siamo salvi
Mi svegliai e guardandomi intorno capì di essere all'ospedale. Vidi un letto ,accanto al mio in cui giaceva la mia Lilia. Stava dormendo dolcemente attaccata a tutti quei macchinari che sembravano intrappolarla e sul viso un telo bianco. Un braccio le penzolava dal letto, mi spostai leggermente per raggiungerla e tenerle pa mano.
<ti proteggerò per sempre>
Queste furono le mie ultime parole...
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