Paura dei temporali

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Victor si scosse dalla sua lettura, quando un improvviso tuono spezzò quel caldo silenzio. Iniziò a contemplare le gocce che gradualmente bagnarono il vetro dell’ampia finestra, mentre all’orizzonte si intravedevano delle nubi scure da far venire i brividi a chiunque. Ma Victor non era spaventato. Lui amava i temporali, non c’era niente di meglio che essere al calduccio dentro casa e osservare tutto il movimento che la burrasca causava.
Ma qualcuno in quella stanza non la pensava allo stesso modo.
Al secondo tuono, molto più forte dell’altro, Victor si accorse che le coperte si muovevano, scosse da un fremito proveniente da sotto di esse. All’inizio non ci diede molto peso, ricominciando subito dopo a leggere il suo libro.
All’improvviso un altro tuono si fece vivo, ma stavolta fu accompagnato da un fulmine ben visibile anche da lontano. L’albino fischiò in direzione del lampo, divertito.
Un altro fremito spostò le coperte, rivelando un ammasso di capelli neri spuntare da sotto di esse. Poi si fece ben visibile la fronte, gli occhi, il naso, le labbra e infine spuntò fuori  il viso spaventato di Yuuri.

“C’è qualcosa che non va?” si rivolse al ragazzo, notando che lo fissava con due pozze scure al posto degli occhi.

Questi distolse lo sguardo, iniziando a giochicchiare con la fede al dito “No…no, non c’è niente che non va. Perché…”
Un altro fulmine fece irruzione in quella conversazione, facendo saltare in aria il corvino, che si ranicchiò ancora di più e, inconsciamente, si avvicinò al corpo del russo.

“…mi fai questa domanda?” concluse cercando di dare un tono fermo alla sua voce tremante, come il resto del suo corpo.
Victor sorrise e poggiò il libro sul comodino accanto a lui, capendo che ormai la sua lettura era stata definitivamente interrotta.

Si spostò piano piano sotto le coperte: “A chi vuoi prendere in giro?” lo provocò cingendogli il fianco con una mano, mentre con l’altra prese gentilmente la nuca, per portarlo nel suo abbraccio.

“V-Victor?!” si dimenò all’interno delle sue braccia, prima di calmarsi cullato dal suono del suo cuore.

“Hai paura dei temporali?” gli chiese comprensivo. Yuuri non rispose, attratto troppo dai suoi battiti che man mano andavano ad aumentare.

“Ti stai emozionando?” ridacchiò, rilassando, senza accorgersene, il suo corpo.

“Non mi hai risposto” sviò il discorso, troppo imbarazzato per ammettere che era vero. Avere Yuuri, così piccolo e carino,tra le sue braccia era incredibilmente bello. Per fortuna il giapponese non era tanto furbo e si ritrovò ad abbassare il capo, prontamente sollevato dall’albino con l’indice sotto il mento.

“Rispondimi, Yuuri” lo incitò.
Questi osservò la testiera del letto, arrossendo vistosamente, cercando di far capire al russo la sua risposta, senza doverla dire esplicitamente. Ma, a quanto pare, o non capiva o lo faceva apposta.

“Sì, ne ho il terrore” bisbigliò sul suo petto. E come se il temporale l’avesse sentito, regalò ai due un altro tuono bello forte, prima di lasciare spazio alla pioggia, che adesso cadeva ininterrottamente.
Il corvino avvolse, senza pensarci due volte, la vita dell’albino, non accorgendosi che stava ricambiando l’abbraccio. Lo strinse ancora di più a sé, bloccandogli il respiro.

“Yuu…ri…” riuscì solo a dire con un filo di voce.

“Eh? Ah…ehm…” si scostò per prendere le dovute distanze “Scusami” mormorò mogio mogio. Victor gli sorrise, accarezzandogli la guancia con il dorso della mano, rilassando involontariamente il ragazzo.

“Ti senti a tuo agio con me?”

Yuuri annuì con la testa, per poi fermarsi a pensare “Più che altro mi sento al sicuro con te” si corresse “Come…non so…” si fermò di nuovo assorto nei suoi pensieri, prima di riscuotersi felice “Come quando mangio il katsudon e so che sarà buonissimo!” batté il pugno sul palmo della mano, convinto che quello fosse un paragone adatto.

“Pfffff…” cercò di trattenersi Victor, ma infine scoppiò in una risata liberatoria.

“Cosa c’è di così divertente?” mormorò, adorabilmente imbronciato.

“Niente, niente” si asciugò gli occhi, prima di abbassarsi nel piumone, dove c’era la faccia di Yuuri.
Fissò i suoi occhi, incastrandoli nei suoi, catturando tutti i filamenti che andavano a intrecciarsi e a formare quel marrone chiaro, che tanto amava.

“E quindi mi paragoneresti a un katsudon?”
Il corvino si accorse solo ora che la sua frase poteva sembrare quasi un’offesa.

“No, no, no…” si corresse, sventolando compulsivamente le mani davanti al viso “È solo che, cioè, non volevo di certo offenderti, non avevo neanche minimamente pensato che tu fossi un katsudon”
Bugie. Quelle erano tutte bugie. Per quanto fosse solo uno stupido paragone, Yuuri ci credeva veramente. E Victor sembrava essersene accorto.

“Spero che il katsudon di stasera sia di tuo gradimento…” sorrise enigmatico, prima di protrarsi di nuovo verso il corpo del corvino, mettendo stavolta un ginocchio tra le sue gambe, facendo sfuggire piccoli e timidi gemiti dalle labbra morbide di Yuuri. Labbra che vennero, ovviamente, possedute da Victor, il quale non aveva mai smesso di fare una leggera pressione sulla zona tra le gambe, compiacendosi quando sentì un leggero rigonfiamento premere sul ginocchio, farsi sempre più grande. Si staccò dalle labbra umide di Yuuri, che lo stava fissando implorante e carico di desiderio.

“…perché è davvero bollente” gli sussurrò all’orecchio.

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“Yuuri, buongiorno!” cinguettò la madre, quando vide comparire suo figlio dall’uscio della porta scorrevole “Sei riuscito a dormire? C’è stato un temporale!”

“Eh? Ah, sì… ho dormito abbastanza bene” mormorò atono, ancora intrappolato nel mondo dei sogni.

“Ma non avevi paura dei temporali?” chiese interrogativa, coprendosi la bocca poi, pensando che forse suo figlio non voleva che lo venisse a sapere Victor.

“Beh, ecco, diciamo che…” in quel momento Victor fece la sua apparizione, sbadigliando esageratamente mentre si sistemava i capelli arruffati “Ho ricevuto un aiutino” concluse, puntando il pollice in direzione del russo.

“A-ah, capisco” disse titubante, osservando i due dirigersi verso il bagno, quando notò qualcosa sul collo del figlio.
“Tesoro, che cosa hai qui? È un morso?”
Forse sarebbe convenuto a Yuuri di coprire quel marchio a occhi indiscreti! Ma, come aveva detto Victor, il ragazzo non era così tanto furbo.
 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 09, 2017 ⏰

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