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Si svegliò di soprassalto nel cuore della notte. Aveva avuto un incubo, sempre lo stesso. Aprì gli occhi e si tranquillizzò: lei era ancora lì tra le sue braccia nella stessa posizione di quando si era addormentata. Non voleva svegliarla, quindi lentamente si mise seduto, lasciandola abbracciata a lui. Era davvero bella, ma lei non ci credeva. Aveva provato in tutti i modi a farglielo capire, sempre con esito negativo. Lei rifiutava ogni minima parte del suo corpo, mentre chiunque avrebbe potuto affermare lo splendore del suo fisico. Lei non si piaceva veramente, non lo faceva per attirare attenzione, o per sentirsi dire il contrario, lei credeva di non essere all'altezza. Era proprio questo l'obiettivo che si era posto Giorgio nel momento in cui aveva deciso di prendersene cura: lui doveva insegnarle ad amarsi. Voleva riuscirci il prima possibile, ma sapeva che ci sarebbe voluto tempo. La conosceva molto bene, stavano insieme da cinque anni e la settimana scorsa erano finalmente riusciti ad andare a vivere nella stessa casa. In quell'arco di tempo era riuscito a renderla felice, e si notava: lei aveva un aria molto più serena. Ma a lui non bastava. Lui doveva farle apprezzare se stessa, ma più di tutto voleva renderla felice. Un brivido percorse la sua schiena. Raggelò. Sentiva la presenza di qualcun altro nella stanza. Pensò si trattasse di una delle sue paure, e senza dare troppo peso a ciò che il suo cervello gli stava comunicando, si sdraiò sulla schiena, ponendo sempre molta cura nel muoversi per evitare di svegliarla. Il sole iniziava a penetrare dalle finestre. Giorgio era ancora sveglio, e stava continuando ad osservare silenziosamente la sua ragazza dormire. Farlo lo rilassava, però comportava un enorme spreco di energie, e tra poco più di due ore si sarebbe dovuto alzare per andare al lavoro. D'un tratto sentì un rumore rimbombare in tutta la casa.

Solo noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora