Aveva i capelli lunghi, biondi, raccolti in una treccia a corona.
Tutte le mattine si svegliava di buon'ora, decideva quale acconciatura sfoggiare tra tutte quelle che aveva imparato a fare attraverso i tutorial che trovava in internet, o che vedeva in tv. Era talmente brava che le sue amiche, per particolari eventi, si affidavano alle manine d'oro della dama bionda. Sembravano appena state dal parrucchiere...
Prima di uscire di casa metteva il suo profumo, era dolce, avvolgente, perfetto per lei. Viveva con il gubbino di pelle indosso, si abbinava con tutto ed era la rappresentazione esatta della sua personalità: un po' rock, un po' dolce, un po' trendy, alla moda. Lavorava in Corso, in un negozio di scarpe, e ogni mattina prendeva la linea rossa, sei fermate ed era arrivata a lavoro, veloce e comoda. A Milano la macchina ti serve poco quando lavori in centro.
Lui aveva i capelli rasati, castano scuro. Nella vita, diceva, aveva ben altro da fare che curarsi della piega di quei due peli in testa. Rasati era la comodità assoluta. E stava pure molto bene.
Era tatuato, parecchio tatuato dico. Il suo braccio sinistro era molto colorato.Polso, rappresentava la sua creatività nel vivere la vita: il serpente che si era mangiato l'elefante; il simbolo dell'infinito, composto non da linee, ma da piccoli oggetti stilizzati: una macchina fotografica, una penna stilografica, delle cuffiette per la musica, un cuore, una videocamera, due polaroid, delle lampadine vintage e degli orecchini a forma di stella.
Braccio, rappresentava la sua vena da viaggiatore: aveva un mappamondo tutto colorato, un mappamondo tutto suo, con America e Italia sullo stesso piano, con l'oceano blu e le isole verdi, ma Parigi con la Tour Eiffel, New York con la Statua della Libertà, Milano con il Duomo e Roma con il Colosseo tatuati in rosso: miniature di monumenti curati nel minimo dettaglio, con un tratto sottilissimo, grandi come delle minuscole formichine.
Sotto al mappamondo aveva una frase in inglese che recitava un pensiero fondamentale per la sua vita:"Innamorati di ogni sorriso che incontri; sorridi, e farai innamorare ogni persona che incrocerai. Non sai quale battaglia sta combattendo colui che hai incontrato. Sorridi e sii gentile, sempre."
Era una grande amante delle moto da corsa; aveva una Ducati nera che le permetteva di scappare da tutto il caos della Città, quando poteva, quando non lavorava, quando non serviva a casa, quando-quando-quando, ma trovava sempre il tempo, e andava. Libera, così si sentiva mentre il vento spingeva indietro i suoi lunghi capelli biondi tenuti fermi solo dal casco.
Lasciava Milano per intere giornate: giubbotto, casco, zaino, cuffie dell'iPhone e nient'altro. Sentire l'aria rompersi su se stessa, il sole scottarle le mani e il rumore del motore, quello per lei significava Felicità, spensieratezza, voglia di vivere.
In quel periodo lavorava intensivamente, sotto saldi era sempre così. Le piaceva quella mansione, era molto portata a rapportarsi con la clientela. Simpatica, gentile e disponibile a servire tutti, così la definiva il suo datore di lavoro, soddisfatto e orgoglioso di avere una commessa con quei pregi.
Alberto aveva finalmente un appuntamento in Piazza Duomo quel pomeriggio. Tre anni prima conobbe una ragazza su tumblr, una storia nata per caso, per errore. Massaggiavano di notte, quando le luci della città erano finalmente spente, quando il silenzio permetteva ai sogni di uscire dalla testa, e di invadere la stanza.
Nè lei né lui sapevano i rispettivi nomi, ma non era importante.
Lui conosceva solo un suo piccolo dettaglio: portava degli orecchini a forma di stella, piccoli, gialli e stilizzati, ma non li aveva mai visti.
Su tumblr lui si chiamava "Travelistheway"; lei invece "MemyselfandI".Tumblr era il posto dove ogni notte si incontravano, dove erano liberi di raccontare una giornata difficile, o tutto d'un fiato una giornata stupenda.
Erano complici dei segreti l'uno dell'altra, sapevano consigliare la cosa migliore da fare, sapevano consolare per un'uscita andata male, sapevano fare gli psicologi al momento giusto, e gli avvocati quando era richiesto.
Amici di penna non sarebbe adeguato nel 2016.
Amici di tasti sì.
Ecco...
...erano AMICI DI TASTI.La mattina dell'incontro, per rilassarsi, Alberto fece un giro per negozi. Amava lo shopping, il suo armadio straboccava di magliette e jeans, le scarpe non sapeva più dove metterle, peggio di una donna...
Lo shopping lo rilassava, gli dava senso di tranquillità.
Aveva già svaligiato tre negozi di vestiti...ora toccava alle scarpe.
Entrò nel negozio e, origliando sfacciatamente la telefonata della commessa, sentì che si voleva far sostituire, perché non si sentiva troppo bene.
"Pensa capo, che stamattina mi sono pure dimenticata di mettermi gli orecchini talmente stavo male..."
Alberto rimase basito...ma cosa voleva dire quella frase?
Alberto non la volle intrattenerla di più e l'aiutò a chiudere il negozio.
Si avviarono alla fermata del tram, lui l'accompagnò per accertarsi che non svenisse per strada, visto quanto era pallida. Si salutarono e lui le disse sorridendo:"Riprenditi in fretta, perché vorrei tornare a comprare le mie scarpe!"
Giulia, così si chiamava la ragazza, gli rispose ridendo:"Puoi andare a comprarle anche ora, la mia sostituta sta arrivando..."
Alberto non stava flirtando, cosa che probabilmente lei pensava, e così le disse:"Grazie, vado subito allora! Ciao, e stammi bene"
Sì, Giulia ci rimase palesemente male. Alberto girò i tacchi e fece per tornare al negozio, ma ricevette una chiamata di lavoro urgente. Lui era un designer e lavorata a qualche km dal centro, un paio di fermate di linea rossa.
Nel scendere le scale della metropolitana, incrocia lo sguardo di una ragazza, una bellissima ragazza dai capelli lisci, lunghi fino a metà schiena, bionda, occhi scuri. Profumava di bagnoschiuma, un odore fresco, estivo, sembrava proprio appena uscita dalla doccia. Era fresca, bella, un po' cupa in volto, quasi come se fosse scocciata per qualcosa. "Normale", pensò lui, "è Lunedì mattina....". Alberto cercava sempre il modo di rendere la giornata migliore alle persone che incontrava, sorrideva, ma abbassava poi subito lo sguardo; era il suo modo di essere:"[...] Non sai quale battaglia sta combattendo colui che hai incontrato. Sorridi e sii gentile, sempre."
Arrivò il tanto atteso pomeriggio. Alberto si liberò dagli impegni in ufficio, andò a comprare le scarpe e poi corse in Piazza Duomo. Avrebbe finalmente conosciuto la buon'anima che ogni santa notte lo ascolta, lo consola, lo motiva, lo scuote, lo riavvia, che lo fa dormire meglio di una canzone.
Rimase in piedi in mezzo alla piazza per più di venti minuti. Il Duomo era illuminato da un bellissimo sole che vi batteva diretto, caldo, forte.
Provò a scriverle, ma non si erano mai sentiti in tre anni di amicizia prima delle due di notte, mai.
Infatti lei non rispose.