5: Emergenza Improvvisa

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Quella notte Raiden non riusciva a dormire, si ritrovava a fissare il vuoto, pensando solo a suo padre. L'idea di poterlo incontrare di persona lo rendeva furioso. Non riusciva ancora a credere che un genitore potesse lasciare il proprio figlio in un orfanotrofio. Ad un certo punto gli si appesantirono gli occhi e si addormentò in balìa dei pensieri. Il giorno dopo venne svegliato dagli strottoni di Ben, che alloggiava nella sua stessa stanza. Al risveglio si era dimenticato di essere in Italia e per poco non gli venne un colpo.
-Perché mi hai svegliato?
-Non volevi fare colazione? Non la fanno più dopo le 11:30.
-Le 11:30? Ho dormito così tanto?
-Questi letti sono comodissimi, non come quelli dell'orfanotrofio.
-È proprio vero. Ho dormito come un ghiro.
-A proposito, buone notizie! Il direttore ha annunciato che avremo la possibilitá di uscire quando vogliamo, senza allontanarci troppo, ma dubito che lo ascolteranno in molti. A quanto pare, avevi torto sul fatto che saremmo stati in prigione anche qui.
-Davvero? Ottimo, oggi devo fare una visita a una mia conoscente e anche a... un altro conoscente.
-Chi?
-Emh, non credo siano affari tuoi.
-Parlo della "ragazza".
L'occhiolino di Ben non venne preso di buon gusto da Raiden.
-È soltanto una conoscente. L'ho incontrata ieri, cosa credi?
-Va bene... posso venire con te?
-Non sono sicuro che tu possa... è una cosa che devo risolvere da solo, una di quelle che tieni dentro di te da fin troppo tempo... parlo dell'altro "conoscente". Ascolta, magari potremmo vederci qua alle 16:00. Cosa ne dici?
-Per me va benissimo, basta che non ti perdi ahahah.
-La mia guida è affidabile tranquillo. Parla anche l'inglese.
-Intendi la "ragazza"?
Quell'occhiolino stava iniziando a infastidire Raiden. Decise di lasciar perdere, sarebbe stato inutile parlare con quella testa di cavolo di Ben. "Quel ragazzo ha avuto una cattiva influenza su di me"; pensava Raiden. In effetti, lui non aveva mai voluto avere un amico ma, a quanto pare, si sbagliava. Dopo aver incontrato quel piccoletto, la sua vita era cambiata incredibilmente. Lui stesso stava andando a cercare una ragazza, e non solo per incontrare suo padre, ma anche per stare di nuovo un po' con lei. È la prima ragazza con cui lui abbia mai parlato e gli piaceva. Aperta la porta per uscire dall'albergo, venne subito bloccato da un ragazzo grande, grosso e robusto. Un ragazzo dell'orfanotrofio, una vecchia conoscenza di Raiden e, probabilmente, non si era scordato di quel che era accaduto un anno fa. Raiden aveva difeso Ben da quello stesso bullo il primo giorno in cui si sono incontrati. Da quel giorno, quel ragazzo non gli aveva più rivolto la parola, infatti si chiedeva perché lo avesse bloccato.
-Cosa vuoi, Ronald?
-Non provare ad uscire, abbiamo ancora un conto in sospeso noi due.
-È passato un anno da allora! Se credi di potermi battere sei fuori strada. Lasciami passare, devo incontrare una persona d'urgenza.
-No, tu adesso stai fermo qui. Non sono da solo stavolta.
Al fianco di Ronald arrivarono altri due ragazzi, due tipi con cui non si vorrebbe mai avere a che fare. Il primo era un ragazzo alto e snello, tatuato con un serpente sul collo. Aveva un paio di orecchini, un piercing sul naso e la sua faccia era coperta da una folta barba. Il secondo, invece, era più basso, con due piercing sul sopracciglio sinistro. Era completamente rasato, ma quel che preoccupava di più Raiden era il loro sguardo serio e assetato di sangue, con un sorriso impresso sulle labbra.
-Davvero? 3 contro 1? Sei serio? Non pensavo fossi così codardo.
-In questo momento quel che voglio è soltanto vederti a terra pieno di lividi... e magari anche un po' di sangue, che dici?;
Gli scappò un debole risolino.
-Tsk.
-Non provare a chiedere aiuto o giuro che questa sará la fine per te.
Così dicendo, il ragazzo barbuto mostrò un coltello affilato dal giubbotto. Ad un certo punto, la signora dietro il bancone si insospettì e li tenne d'occhio con attenzione:
-Ehi voi quattro, cosa sta succedendo?
A quel punto, invece dei tre bulli, fu Raiden a parlare:
-Niente signora, siamo soltanto preoccupati per la nostra cittá, Boston.
La signora lo guardò bene in faccia e poi annuì.
-Bene, se avete bisogno di aiuto, chiamatemi.
Così, Ronald guardò Raiden in faccia e sorrise:
-Bravo, vedo che capisci in fretta... adesso esci, così possiamo agire indisturbati non credi?
Spingendolo fuori dall'albergo, andarono in un vicolo buio e sporco lì vicino e si assicurarono che nessuno li stesse osservando.
-Perfetto, siamo alla resa dei conti...
-Oh cavolo, credo sia finita ormai per me giusto?
-Ovviamente. Ti pesteremo per bene, ma sarà una cosa veloce, non preoccuparti.
-Ah bene, sono proprio fortunato. Avete notato che bel sole splende oggi nel cielo?
-Cosa? Cosa vuoi che mi importi del tempo in questo momento?
-Intendo dire, è capitata una bellissima giornata per questo grande evento, non è così?
-Parli seriamente? Noi stiamo per ridurti a brandelli e tu pensi al sole?
-Beh... a te piacciono i muffin?
-I muffin...? Lasciamo stare, stai solo cercando di perdere tempo. Ragazzi, cominciamo.
Iniziarono ad avvicinarsi, uno scrocchiandosi le dita, un altro picchiandosi la mano col pugno destro, un altro ancora giocherellando con le mani, pronte per essere utilizzate. A quel punto, una voce risuonò per l'intero vicolo:
-Fermi dove siete! Polizia!
-Oh no, gli sbirri!
I due ragazzi si misero a correre e due agenti li inseguirono. Quello che doveva essere il capo dell'operazione si avvicinò a Raiden e gli chiese se era tutto ok. Dopo di lui, la signora al bancone disse:
-È stato davvero furbo. Avevo notato che c'era qualcosa che non andava e quando gli ho chiesto se andava tutto bene, lui mi ha mandato dei segni attraverso le dita. Un codice davvero semplice, creato da lui mentre loro tre erano distratti. Quando l'ho capito, ho chiamato subito la polizia. Complimenti.
A quel punto, Ronald si girò verso di lui e ringhiò dalla rabbia.
-Sei stato tu?? Brutto figlio di...
-Ronald sei soltanto un brutto codardo infantile. Prima te la prendi con i più piccoli e dopo vuoi addirittura una vendetta personale contro di me per aver difeso uno di quelli. Non ho mai incontrato un essere così stupido.
Dopo quelle parole, Ronald si infuriò ancora di più e si avventò contro Raiden che, con una schivata fulminea, gli fece lo sgambetto, gettandolo a terra, ai piedi del poliziotto.
-Complimenti, ragazzo. Sono sicuro che a questo bulletto e ai suoi due amici piacerá la prigione.
-Me la pagherai cara, Raiden!
-In questo momento, pensa tu a pagare le conseguenze delle tue azioni... Ronald.
Ad un certo puntò, il walkie talkie dell'agente iniziò a vibrare e il poliziotto, durante la chiamata, iniziò a tremare e ad agitarsi, urlando furiosamente al walkie talkie. Alla fine della chiamata, iniziò a spingere Raiden, la signora e Ronald verso la macchina della polizia.
-Ehi! Cosa sta facendo?? Devo incontrare una persona, è importante!
-Mi dispiace ragazzino, ma c'è un grosso problema. Questo posto non è sicuro. Stai tranquillo, porteremo i tuoi amici nel luogo in cui vi stiamo portando.
-Ma dove? Perché?
-NON C'È TEMPO, DOVETE METTERVI IN SALVO!;
Dopo, rivolgendosi al collega:
-Paul, portali all'elicottero della caserma N.23 di Monaco.
-Elicottero? Come sarebbe a dire?
-Signora, la prego, non ci si metta anche lei, è un'emergenza.
-Io non andrò da nessuna parte è chiaro?!
-PAUL! PORTALI VIA DI QUI!
Chiuse le sicure delle portiere, Paul partì verso l' "elicottero".
-Ben... Samantha................
Papà...

Death Alive [CHIUSA] [FUTURO REMAKE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora