Il giorno dopo.

22 3 0
                                    

Il giorno dopo non avevo lezione di recupero quindi potevo uscire con i miei amici. Amavo uscire. Stare all'aria aperta, divertirmi, e ridere ridere e ancora ridere. Ci eravamo organizzati tutti insieme di incontrarci al chiosco della piazzetta del paesello giù. Ci incontriamo e io corro contro le mie amiche Rebecca e Miriam. Non le vedevo da tantissimo tempo e non vedevo l'ora di riabbracciarele. Dopo esserci salutare ci incamminiamo verso la costa per poi andarci a sedere vicino a degli scogli li vicino. Dopo essere andate in quel luogo in cui ci eravamo conosciute, ritorniamo in piazzetta. In quella piccola piazzetra c'era una piccola fontanella e un cerchio dittoni con delle panchine all'interno. Li era il nostro posto fisso. Di solito in quel posto non trovavamo nessuno. Però quel giorno c'era qualcuno. Una piccola comitiva di ragazzi. Potevano avere più o meno la stessa età. Lo inmezzo vedevo coppiette che si baciamano e si accoccolavano. Ad un tratto noto qualcosa di particolare. In quel momento la mia attenzione fu richiamata da un ragazzo con una biondina tutta rifatta e strafatta sulle sue gambe. Quel ragazzo era lui. Quel ragazzo che il giorno prima mi aveva chiamata principessa, quel ragazzo che mi aveva dedicato la più bella canzone che io avessi mai sentito. La sera prima contattai la mia amica Rebecca e la mia amica Miriam. Gli avevo detto tutto per filo e per segno. Mandai ad entrambe anche una foto di lui. Entrambe lo riconobbero e poco dopo mi guardarono ma già dai miei occhi cadevano lacrime su lacrime. Ero un fiume in piena. Poco dopo scesi di corsa da una delle panchine e iniziai a scappare come se non ci fosse un domani. Sentivo le miei amiche chiamarmi da dietro gridando il mio nome. Poco dopo cado a terra e non avendo più forze per rialzarmi e mi raggomitolai su me stessa. Dopo poco sentii che qualcuno si buttò su di me ed inizio a dirmi parole dolci ed abbracciarmi fortissimo. Erano le mie piccine. Dopo essermi ripresa da tutto quel trambusto chiamami mia mamma per farmi venire a prendere ma la mia amica Rebecca mi blocco subito e disse...
R: stasera dormi da me. Non vorrei che facessi qualche cazzate.
IO: okay...
Io e reby salutammo Miriam e ci demmo appuntamento a casa di Rebecca la mattina dopo per fare colazione. Iniziammo a camminare. Per tornare a casa di reby bisogna passare davanti ad una fermata del pullman. Li vedo una fgiura maschile. Lo riconosco e lui. Mi avvicino e senza fermarmi vado avanti. Lui mi riconosce e mi inizia a chiamare. A quel punto reby perde le staffe e gli dice da lontano
R: senti se hai intenzione di fare il playboy di sto cavolo vallo a fare da qualche altra parte perché se continui a farlo con lei finisce male te lo dico.
Lui non ribatte. Rimane in silenzio. A fissarmi. Io intanto avevo iniziato a piangere di nuovo. Reby mi prende la mano e mi porta a casa sua. Appena arrivate a casa sua mi metto velocemente il pigiama e mi infilo nel letto addormentandomi con le lacrime a gli occhi. Poco dopo sento Reby che mi abbraccia. Quella giornata è stata schifosa.

 Quella giornata è stata schifosa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Lilou Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora