illusione

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Casey/Dennis AU

                                  °

Non ero solita indossare abiti eleganti, di solito mi capitavano raramente; solo per le occasioni importanti.
Dopotutto, avevo quasi sempre il corso di danza, perciò era difficile trovare del tempo per il guardaroba .
Sta di fatto che un vestitino blu, stretto in vita a gonna ampia, c'è l'avessi per qualche strana ragione .
In cui sicuramente centrava mia madre
-Ho pensato di farti una sorpresa!-
Questa era stata la motivazione che a me suonava più che falsa.
Questa sera, ci sarebbe stato il compleanno di una mia compagna di scuola, a cui sarei dovuta partecipare anche io.
Si sarebbe svolto in una festa notturna in discoteca.
22:30
Inutile precisare che il baccano e la musica forte del posto, siano fastidiosi.
Mi siedo in un divanetto in disparte nella speranza di placare il mal di testa che mi offusca la mente.
Non mi sono mai piaciuti i party affollati, ne tantomeno con i miei scontrosi e stupidi compagni di scuola.
Mentre cerco un posto tranquillo, mi accorgo di essere osservata da un uomo.
È alto e pelato, con indosso vestiti scuri e con un paio di occhiali da vista calati sugli occhi.
Le sue iridi fredde mi guardavano già da quando ho messo piede in questo locale con gli altri.
Ed io lo avevo capito.
Mi si avvicina fra la folla, senza mollare il contatto visivo.
Solo lì mi accorgo della muscolatura fasciata dalla camicia blu e dello sguardo inquietante.
Stringe in mano un bicchiere, riempito di un cocktail strano​, e mi sta guardando dall'alto.
-Troppo rumore, vero?-
La voce era bassa e calma, il che mi faceva capire che fosse più grande di me di almeno 10 anni.
-Seguimi - dopo un po' esce dalla discoteca, intimandomi di fare altrettanto.
Ammetto che, in una situazione del genere, sia opportuno non cadere nelle grinfie di quello che potrebbe essere, senza ombra di dubbio, uno spacciatore od un maniaco, ma il bisogno d'aria e di silenzio, mi invogliano ad obbedire, sebbene il timore.
Una volta fuori, mi porta dai parcheggi, dove si si siede, facendomi spazio, in un marciapiede.
-Posso sapere cosa vuoi da me?- chiedo ad un tratto, un po' titubante.
Lui posa gli occhi chiari sui miei
-Ti ho vista un po' smarrita, così ho pensato di farti prendere sollievo da quel casino osceno-
Parlò con fermezza, senza nascondere la durezza nel volto, in contrapposizione alla gentilezza che sosteneva di avermi fatto.
-Scusa, ma ci conosciamo?- chiedo ancora più confusa.
-No, ma c'è sempre una prima volta-
Quella frase non prometteva nulla di buono.
-Scusami, ma devo andare.....!- mi affrettai a dire, sperando di potermi allontanare da quell'uomo così strano, il quale però, mi afferrò il polso stringendolo forte, impedendomi la fuga.
Si alzò cauto e si avvicinò impassibile e serio.
-Non c'è tutta questa fretta- detto questo mi sollevò e mi porto di peso in un'auto distante dalle altre del locale.
-Se farai la brava, faremo il tutto velocemente- quelle parole bastarono per reprimere ogni mia iniziativa di urlare aiuto.
Restai in silenzio durante tutto il viaggio.
Si fermò in un viale di palazzi di periferia assai isolati dal resto della città, e si diresse in uno di questi.
Mi sentivo cedere le gambe dal panico, per fortuna che non dovevo camminare, visto che mi portava fra le braccia, altrimenti sarei caduta al primo passo.
Arrivammo in un appartamento molto spoglio e con qualche mobile e scatolone qua e là.
L'uomo mi adagiò su un letto in una camera la cui sola presenza sulle pareti spoglie, era una piccola lampada appesa al soffitto.
Le lacrime non finivano di rigarmi il viso, mentre il mio corpo aderiva alle lenzuola candide.
-Visto che non ci siamo ancora presentati, chiamami Dennis- parlò tranquillo a gattoni sopra di me.
Non capivo il motivo di tale presentazione, visto che con quel nome, avrei potuto esporgli denuncia per rapimento.
Forse però era un soprannome falso, dunque non fiatai e chiusi gli occhi sfinita.
-So che sei stanca , ma non preoccuparti , ora starai meglio-
Nel suo tono percepii una nota di dolcezza, come se volesse farmi sentire a mio agio in quell'angusto ambiente.
Sentii le sue labbra accarezzare le mie in un bacio leggero e casto, che poi muto' in uno schiocco di bocche lento e passionale.
Il cuore prese a battermi furiosamente al contatto della sua lingua con la mia , al vezzeggiarla con tenere carezze ad al suo sapore così nuovo ed invadente.
-Sta buona- sussurrò piano senza spaventarmi.
Poi riprese lentamente a leccarmi ed a succhiarmi le labbra ardenti.
Chiusi gli occhi , rilassata da quella danza di lingue, che mi stava cullando in quel letto bianco.
-Ecco, brava-
Gli cinsi il collo con entrambe le braccia, approfondendo il bacio con lievi morsi.
A quel contatto, mi accarezzò le lunghe ciocche di capelli, sparpagliate nel cuscino e prese a dondolarmi teneramente, come se fossi un oggetto delicato da cullare.
I nostri occhi si incontrarono per un istante che sembrò durare anni.
Il suo sguardo parve addolcirsi quando si accorse della calma che avevo acquisito .
Le gambe possenti mi accarezzavano le cosce nude e potevo sentire il calore del suo bacino contro il mio.
-Sei bellissima​- la voce sembrò incrinarsi , quasi si emozionasse nel dirlo.
Restai in silenzio, lasciando che fossero i miei occhi nocciola a parlare.
Mi accarezzò una guancia, baciandomi la nuca.
Provai una sorta di stupore e tenerezza in quel gesto, che mi portò a stringergli la camicia nel petto.
Non sembrava ansioso di farmi sua, anzi, sembrava che il vero obbiettivo fosse proprio quello di coccolarmi il più a lungo possibile.
A dire la verità, nemmeno il mio fidanzato Mike, mi prestava così tante attenzioni mentre facevamo l'amore; piuttosto si limitava ad affondare rudemente la sua carne nella mia .
Quasi non mi accorsi che Dennis si era sfilato la camicia davanti ai miei occhi assenti, e che ora, mi guardava intensamente a petto nudo.
Sorrisi lievemente alla vista degli addominali e delle braccia possenti che lo rendevano autoritario e molto più grosso.
Mi si avvicinò di nuovo e mi chiese
-Ti dispiace?-
Inizialmente non capii , ma quando le sue dita presero a sfilarmi l'abito, sussultai sorpresa della velocità con cui mi spogliò.
Rimasta solo in intimo, abbassai lo sguardo, tremante sotto i suoi occhi predatori.
-Guardami- il suo viso vicinissimo al mio.
Mi sfilò delicato anche le mutande ed il reggiseno, poi, si slacciò i pantaloni, rimanendo solo in boxer.
Tentai di placare il battito cardiaco alla vista del suo sesso nudo.
-Non avere paura- dicendo questo, mi si avvicinò lentamente, occupando tutto lo spazio che ci divideva.
Rimanemmo immobili a fissarci per non so quanto tempo, poi mi strinse a sé e mi baciò gentile.
Non so di preciso il tempo che stava passando, ma non mi importava.
Ricambiai accarezzandogli la schiena liscia e muscolosa, sentendolo mugulare di approvazione.
La paura cominciava a scomparire, dando spazio alla sempre più forte voglia di essere amata e travolta dal piacere; ormai non avrebbe potuto farmi del male: era completamente stregato di me.
Cominciò a muovere il bacino contro il mio e sentii la sua eccitazione farsi sempre più calda e bollente fra le mie gambe.
Accompagnai quel movimento appoggiandomi alla sua spalla , chiudendo gli occhi estasiata.
Tutto sembrò scomparire; solo i nostri respiri che si chiamavano, solo i nostri sguardi immobili lucidi di passione.
Credo sia questo che la gente, solitamente, intendeva per "unione completa " con una persona amata.
Peccato che questo ragazzo sia solo uno sconosciuto.
Un maniaco che però, mi stava dando tutto l'amore che non ho mai avuto in tutta la mia vita, fatta di silenzi , distanze ed incomprensioni durate troppo per scomparire.
Piansi in silenzio, sperando che tutto questo possa non finire mai.
Per la prima volta, mi sentii completa, appagata come non lo ero mai stata .
Come se questo momento, potesse distruggere tutto il dolore che ho passato e sopportato, come a ricordarmi di essere fiera di quello che sono diventata.
Lo abbracciai forte mentre l'orgasmo ci travolse entrambi.
Non ricordo più nient'altro dopo, solo il suo viso sereno che mi accompagna nel sonno.
Mi sveglio nel parcheggio della discoteca appoggiata ad un lampione; indosso il mio vestito blu e sono solo le 22:40.
Come se avessi dormito dieci minuti.
Mi accorgo di stringere in una mano un bicchiere di cocktail strano, stavolta però, mezzo vuoto.

Allora? So che non rispecchia appieno il carattere di Dennis, ma mi era venuta in mente di sera, mentre mi ripetevo una frase.
Così ho voluto dare forma a questa piccola storia fra sti' due!
Votate se vi piace e ditemi che ne pensate!!!😁😁😁😁😁😁😁

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