Non vi parlerò dell'amore come in mille altri hanno fatto, sinceramente è un concezione che mi ha logorato non poco la pazienza. Non parlerò di fiori, stelline e cuoricini. Sono qui per un altro motivo, scusate se vi aspettavate altro, ma non mi interessa per nulla, vi prego solo di ascoltare, magari capirete... magari no.
Avete mai provato l'amore? Si?...Beh non è vero!
Avete provato la passione, le farfalle nello stomaco, la spinta emotiva, la molla che scatta e tutto, giusto?...bene, anche gli animali lo provano, non meno e non più di come lo provate voi. Avete, miei cari, provato la natura, non l'amore. Una bella esperienza anch'essa, innegabile certo, ma non avete provato l'amore.
Purtroppo lo conoscono in pochi...perché in pochi lo concepiscono.
Ebbene, mi chiedete, io l'ho provato?
Si...e no.
Ho provato una cosa che io chiamo amore, che io chiamo amare, che io so essere ciò che per me è, questo è innegabile. Ma non so se ho provato l'amore perché non so come si fa ad avere la certezza di averlo provato.
Ditemi voi se l'ho provato, se lo sto provando...
"Provando" ho detto, ho usato un presente, e allora? Credete forse che l'amore sia un attimo, un fulmine, una ferita istantanea che si rimargina lentamente? Bene, crediatelo!
L'amore io l'ho visto e lo vedo, se è amore, davanti a me, ogni giorno. Ogni tanto si nasconde dietro le incomprensioni, ma non se ne va mai. Non è un lampo di luce, quello non è amore! Esso è un bagliore, una luce bassa ma non perché debole, ma perché nessuno la possa vedere se non con un occhio particolare. Un lume che si mantiene costante, che non ha carburante, non brucia ossigeno, non scioglie la cera, semplicemente illumina, e si alimenta di se stesso in modo inesauribile.
Per noi mortali, esseri caduci, questo forse, anzi sicuramente, è incomprensibile. Siamo troppo stupidi in fondo per concepire l'infinito, limitati dalla nostra umanità. E nemmeno io che ne parlo, qui davanti a voi, posso capire. Eppure è così, quella piccola lucetta non si spegne mai, mai, nemmeno per un istante.
E allora, dove sta il problema direte voi? Chi se ne importa giusto? Tanto è imperitura, resiste ad ogni cosa...Ed è qui che sbagliamo, noi umani: noi non concepiamo l'infinito, e soprattutto, poveri stolti, non lo concepiamo accompagnato all'immensa fragilità.
Questo piccolo, debole, immortale lume, infatti è al contempo impossibile da spegnere e immensamente facile da estinguere. Eh si, credeteci. Forse solo chi ha provato, e prova, ciò che ho provato e provo io può capirlo...si, sono sicuro, l'ho sentito bene, lo sento bene. È fragile, fragilissimo, basta la volontà di un singolo e si spegne, muore per non rinascere. Ma al contempo, se due volontà si uniscono, e lo vogliono vivo, esso si accontenta di questo, non chiede nulla, alimentato dallo sguardo di chi vede l'altro con occhi unici, unicamente capaci di attraversare la materia e giungere all'essenza.
Poche verità ci sono date conoscere, molte bugie ci sono imposte e come dementi insensati le divoriamo, contenti della nostra ingordigia.
Scusate i miei toni ma non sopporto la nostra natura ingenua, che ci relega.
Non importa...ditemi, signori, ho veramente amato? È amore il mio? Sto amando veramente se concepisco l'amore in modo diverso da chiunque altro?
Non so niente io, non sono nessuno per sapere.
Mi dissero, e credo, che l'amore è come luce che non abbaglia, ma illumina timidamente e al contempo solidamente il nostro vivere.
Se siamo stupidi, umani, e ignoriamo la verità, almeno ci sia dato conoscere l'amore, e ci sia concessa la luce nella nostra vita.
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Il Palco e l'Amore
PoesíaIl personaggio soffre perché nessuno capisce il suo modo di amare, ma spiega comunque la sua visione dell'amore davanti ad un pubblico di astanti. Monologo che va immaginato come tale, recitato in un teatro umile.