Al sicuro?

122 5 2
                                    

Sento il respiro affannarsi...
50 metri alla superficie.
Il battito cardiaco sta esplodendo bloccando la respirazione...
40 metri.
Intravedo la luce del sole che filtra nell'acqua salata e cristallina...
30 metri.
Mi volto per controllare i miei inseguitori: si avvicinano pericolosamente...
20 metri.
La paura mi attanaglia ogni goccia di sangue che ho in corpo, ho i nervi a fior di pelle...
10 metri.
La luce del sole mi sta accecando ma per Loro è letale: in superfice potrei essere al sicuro.
Ancora poco; sento un vociare sulla spiaggia, arrivo, scorgo dei volti sorpresi, sconvolti, confusi, una melodia e delle voci soavi, sento i miei inseguitori fuggire, e poi il buio.
Riparo gli occhi, ho la testa dolorante. Mi guardo attorno; sono in una vasca al quanto piccola, non sono abituata agli spazi angusti, specialmente da quella volta... C'è una luce fortissima che viene da una finestra vicino a me: non vedo quel bagliore naturale da settimane e devo stropicciarmi parecchio gli occhi prima di poter guardare bene il quella palla d'aria calda rosso fuoco che si rispecchia sul mare. Starà sorgendo o tramontando? Non lo so, ho passato così tanto tempo negli abissi che non so nemmeno che mese sia.
Sento un forte profumo di frutti di bosco venire dalla schiuma bianca della vasca; non so perché, ma quell'odore è talmente nostalgico, una lacrima mi attraversa la guancia destra è sento una fitta acuta: sfioro il punto dolorante con la punta delle dita che immediatamente si tingono di un rosso acceso. Guardo nello specchio davanti a me e mi fermo per ammirare il mio viso, l'ultima volta che ne ho avuta l'occasione è stato 5 anni fa, prima che la mia vita venisse sconvolta da Loro.
Osservando il mio riflesso quasi non mi riconosco: i tratti del mio volto pallido come la ceramica sono più marcati e adulti, ma preservano la delicatezza e l'innocenza di chi e sopravvissuto lottando; i miei occhi, una volta così vivaci, neri e profondi come pozzi, ora sono arrossati, stanchi con la pupille dilatate per via della forte luce. Poi vedo ciò che non avrei mai voluto accurare; ciò che mi fecero Loro: le mie orecchie erano diventate pinne grigiastre, mentre dalla fronte spunta un'antenna da pesce diavolo, semi nascosta da un ciuffo di capelli corvini. I miei capelli, lunghissimi, neri come la pece, ma morbidi come un velluto pregiato, come quelli...come quelli di mia mamma, la stessa donna che mi diede alla luce, che sacrificò la sua vita per la sua unica figlia, che prima di ciò mi consegnò la lettera che mi condusse qui. La lettera nella bottiglia di vetro...mo accorgo di non averla più tra le mani, la mia preziosissima lettera! Dové?! Possibile che l'abbia persa?!
In questo istante fa capolino una ragazza bionda, sembra avere la mia età, mi rivolge un sorriso caldo e premuroso, è tanto che non ne vedo uno così perché gli ultimi sorrisi che ho visto erano Loro, di quei sadici.
Si scosta una ciocca bionda dalla frangetta:«Bene! Vedo che ti sei svegliata finalmente. Io sono Luchia, sei svenuta stamane sulla spiaggia, pensavamo non ti saresti più ripresa! Come ti senti?» mi chiede gradandomi con due occhioni color caffè, parla giapponese, come il mio papà, è tanto che non sento quella lingua, ma penso si riuscire a padroneggiarla ancora un pochino.
Sto per risponderle quando appaiono altre due ragazze: una ha lunghi capelli verde scuro, occhi tempestosi e un fisico da modella, ha un'aria composta e severa; l'altra, anche lei adolescente, è più bassa, capelli azzurrini, occhi cioccolato vispi e curiosi. Quest'ultima tiene in mano una bottiglia con dentro un pezzo di pergamena umidiccio: «La mia lettera!-esclamo- Dammella subito!»
«Ehi ma che modi!-inizia lei- Ti abbiamo salvato la vita questa mattina! Porta un po' di rispetto, sottospecie di mostro!»
«Mostro? MOSTRO?!» sento la rabbia bruciarmi in petto perché so che ha ragione vorrei scalglirmi contro quell'insolente, ma la mia coda voluminosa non mi permette di alzarmi e sferrarle un ceffone.
La ragazza seria interviene:« Basta Hanon! Non vedi com'è ridotta?! Se vuole così tanto quella lettera vuol dire che per lei è importante. Dagliela; è sua»
Mi consegna la lettera riluttante.
«Ora toglietemi da qui. Umane» pronuncio quest'ultima parola con un accento disgustato.
«No no. Ci deve essere un errore; noi non siamo veramente umane» interviene Luchia indicando il condolo che aveva al collo: è una conchiglia rosa confetto, lucida, con due alette fucsia, osservo il collo delle altre due: Hanon ne ha uno identico azzurro, mentre la ragazza che ancora non si è presentata ne portava uno verde. Nel ciondolo c'è sicuramente la loro perla, segno inconfondibile delle sirene, in particolare delle principesse. Da quello che mi ricordo, pure mia madre aveva un niniolo simile: lei era una principessa minore. Anche io avrei dovuto possederne uno: ricordo la conchiglia rossa che custudiva un perla nera come l'onice; Loro me la portarono via lasciandosi solo la conchiglia vuota.
«Voi siete...voi siete...» non riesco a completare una frase di senso compiuto che la ragazza da capelli verdi mi interrompe: « ...Noi siamo sirene; come te, o quasi. Mi chiamo Rina, Rina Toin, principessa dalla perla verde, e mi piacerebbe sapere- disse accennando ad un sorriso- come sei arrivata sin qui. Non ti faremo nulla. Se ti sento al sicuro, raccontarci la tua storia.»
Prendo un profondo respiro; sono veramente al sicuro?

Spazio autrice:
Ehila! Spero che questo primo capitolo vi abbia un po' incuriositi.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete consigli da darmi.😊💙
PS: la copertina l'ho disegnata io, vi piace?💙
~Giu💎

The Black MermaidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora