Mai debole

10 1 0
                                    




Erano le due del pomeriggio nei cieli che sovrastavano il triplo sistema di mura contro i giganti. Erano passati esattamente cinque giorni dopo che Annie si era cristallizzata nel suo bozzolo dopo la devastazione del distretto di Stohess, dove ovviamente le responsabilità di questo disastro ricadettero sul comandante Smith mettendo a rischio le sorti dell'Armata Ricognitiva. Ma grazie alle capacità oratorie del superiore biondo riuscì a trovare un accordo per mantenere l'Armata, facendo grande leva sul fatto che era l'unico organo che riuscisse a contrattaccare i giganti. Alcune cose cambiarono in quei cinque giorni: i piani alti molto probabilmente stavano escogitando una nuova esplorazione fuori dalle mura ma quei cinque giorni furono dedicati a lunghi ed estenuanti allenamenti: specialmente per il ragazzo nocciola Eren che avrebbe dovuto sfruttare al meglio il suo potere nel diventare gigante e per quanto il castano avesse una forza di volontà senza precedenti, i segni evidenti della fatica fisica e psicologica si facevano sentire. E così quel giorno in cui sembrava che Apollo ce l'avesse col genere umano visto che quel giorno l'afa era insopportabile, il giovane brunetto con i capelli scompigliati per il lavoro, le gocce di sudore alla fronte e a petto nudo per il caldo si allenava nel corpo a corpo sotto l'egida del caporale corvino, Rivaille.

"Tch....moccioso, ti muovi troppo lento" commentava il caporale

Ma al giovane non importava, lui continuava ad attaccare Levi con decisione fin quando il caporale non fu scocciato dalla "performance" del castano e gli tirò una ginocchiata nello stomaco. Quel giorno Eren non era molto loquace e si limitò a cadere per terra reggendosi la pancia. Poi vide la figura già bassa del capitano Rivaille, piegarsi su di lui che gli sussurrava

"Evidentemente non sei ancora al mio livello...ora ti farò combattere contro una della tua taglia. Concentrati Eren"

"S-Sì caporale! Non la deluderò"

Dunque Levi tirò su il giovane tendendogli la mano e facendogli riportare i piedi per terra. Quindi il caporale con un gesto chiamò Mikasa in disparte poiché si stava addestrando con gli altri e le fu detto di addestrare il castano. Dunque una presenza leggiadra ma molto forte entrò nel campo di addestramento, aveva i capelli legati in una piccola coda e aveva una canottiera di cotone bianca che le arrivava al seno lasciando scoperti i suoi inusuali addominali.

"Eren...non accetterò di vederti fuori allenamento" esordì la corvina una volta faccia a faccia con Eren

"Mah...io sono pronto!"

Quindi il bruno interpretò la parte dell'aggressore ed impugnò il coltello di legno e si mise in posizione di attaccò, con le gambe divaricate e le braccia aperte stringendo forte il coltello. Al via di Rivaille, il castano si lanciò a petto in fuori sferrando i primi ganci e diretti e solo alcuni finirono a segno, mentre Mikasa al momento si limitava a schivare aspettando di trovare buchi scoperti. Effettivamente il bruno non stava molto sulla difensiva e al momento giusto Mikasa sferrò un calcio che fece volare via il coltello di legno dalla mano di Eren che nel mentre era distratto a raccoglierlo da terra fu atterrato con una presa al braccio. La ragazza stringeva da sopra la schiena di Eren.

"Ti sto facendo male...Eren?" le sussurrò preoccupata, ma distaccata.

"Ahh! Ma parla per te!" rispose con acidità il ragazzo

Il combattimento durò relativamente poco e a vedere il risultato, il caporale Rivaille, fece una faccia disgustata

"Battuto da una ragazza? Sei proprio un moccioso inutile" queste furono le dure parole del caporale

La rabbia pervadeva ogni angolo del corpo di Eren. Era furente. ma davanti a tutti preferì tenere la rabbia dentro e tornare nella sua stanza da letto, con lo sguardo di Mikasa stupita, come se stesse pensando "avrò fatto qualcosa di sbagliato?". Per sicurezza andò da Rivaille come per rimproverarlo, se si trattava di Eren era pronta persino a litigare con Levi.

Mai DeboleWhere stories live. Discover now