Non credo che a Thomas la scuola piacesse molto. Io mi trovavo bene, avevo incontrato Beatrice e i miei compagni di classe erano uno spasso. A scuola mi sentivo a mio agio. Per Thomas le cose erano diverse. Lui era un tipo a cui piaceva stare per conto suo.
Si riavvivava solo nelle lezioni di musica. In quell'ora, a detta sua, era nel suo mondo.
Thomas non era neanche il tipo che andava in cerca di amici. Non avrebbe mai invitato nessuno a condividere il suo mondo. Se andavi d'accordo con la sua visione del mondo, allora ti permetteva di stargli accanto... e se eri fortunato abbastanza anche di intravedere qualche spiraglio della sua personalità. Altrimenti, per la maggiore rimaneva per conto suo. A lui bastava la musica. Si è sempre sentito completo così.
Io no, neanche lontanamente mi sono mai sentita completa. Ho bisogno di tante cose per sentirmi bene... ho bisogno della mia famiglia, del mio cagnolino, dei miei amici, delle mie fantasie e sì, anche di Thomas... la sua visione delle cose mi ha sempre affascinato e senza mai ricevere un invito formale mi sono affacciata nel suo mondo.
Posso affermare di essere stata tra i pochi a cui è stato permesso di avere un accesso preferenziale al suo caos interiore... e non posso negare che conoscere una persona come Thomas sia stata per me davvero una fortuna tremenda.
Per tre anni e mezzo è stata la persona che ha ascoltato pazientemente le mie ansie, preoccupazioni e piccole soddisfazioni. In quei quarti d'ora che passavamo insieme ogni giorno andando e venendo da scuola abbiamo condiviso momenti preziosi in cui i nostri due mondi si sono scontrati e fusi insieme. Anche qui tutto nacque un po' per caso e un po' per colpa di Bruno Mars.
All'inizio eravamo tutt'e due abbastanza riservati e distanti. Gli anni passati senza che ci parlassimo più ci avevano reso due estranei ed era alquanto imbarazzante trovarsi ogni giorno a camminare assieme e non sapere da dove cominciare a dialogare.
Un giorno però cambiò tutto. Lo ricordo ancora vividamente. Erano le prime settimane di scuola, io avevo avuto una giornata pazzesca. Avevo appena stretto amicizia con Beatrice e non avevo mai riso così tanto in vita mia quanto quel giorno. Quando arrivai al cancello di scuola, una e trentacinque come al solito, ero così di buon umore che mi avventurai in un caloroso 'Ciao Thommy!' appena vidi la sua capigliatura scompigliata. Ricordo che di tutta risposta il suo viso si aprì in un sorriso che però non arrivava agli occhi.
"Brutta giornata eh?", gli chiesi simpatetica mentre cominciammo ad incamminarci verso casa. Lui rispose con una scrollata di spalle e lo sguardo basso.
"Sai cosa mi tira sempre su il morale? Bruno Mars! Hai sentito la nuova canzone? è uno spettacolo!", il suo sguardo si riaccese istantaneamente.
"Lui piace molto anche a me", rispose dolcemente. Io tirai fuori l'ipod dalla tasca, andai alla ricerca di Treasure e gli passai una delle cuffiette blu petrolio.
In quel quarto d'ora che impiegammo per arrivare a casa sentimmo così tante volte quella canzone che arrivati al cancello di casa non solo la sapevamo memoria, ma ci era venuta anche a nausea. Credo sia stato proprio quello il giorno in cui abbiamo capito da dove cominciare a dialogare. Ed era nata anche un'altra routine tutta nostra. Non era più solo il tragitto verso scuola che condividevamo, ma anche qualcosa di più profondo che passava attraverso degli auricolari blu petrolio...
[...]
'...I don't know what you do but you do it well, I'm under your spell... You got me begging you for mercy... Why won't you release me?'
Sento il telefono squillare e mi precipito verso la mia camera. Prendo il telefono in mano e una faccia più che familiare mi appare sullo schermo. Un sorriso spontaneo si fa strada sul mio volto.
"Thommy!", rispondo alla videochiamata.
"Gioia!", mi saluta il ragazzo del 12B.
"è una vita che non ci sentiamo, come stai?", gli chiedo
"Sto bene... stanchissimo, ma soddisfatto"
"hai proprio spaccato ieri con Treasure!"
"Grazie", mi dice imbarazzato
"Pensavo ti fossi riproposto di non cantarla più perché ti da la nausea!", battibecco. Lui per tutta risposta ride.
"Nahh... tu come stai invece? Come va con il tema della Ruggiero?"
"Lascia stare! Quella mi rovinerà la media sicuro!"
"Poverina lei che dovrà accontentarsi della media dell'otto invece che del solito 9"
"Sto chiudendo la telefonata. Addio"
"Scusa dai..."
"Scusa non ti cercherò...", canticchio "sappi che qui la cantano tutti. Sei super popolare a Bassano, hai così tanti migliori amici ed ex fidanzate che neanche-"
"Lascia stare va", mi interrompe "Ieri sai chi mi ha scritto? La Giada Debortoli."
"No!", rispondo scioccata. La Giada è sempre stata poco carina con Thomas, che per il suo carattere schivo ed introverso era il bersaglio preferito degli scherni suoi e di Marco – il suo ragazzo.
"Si, mi ha scritto che manco a tutti e che-"
" A me no di sicuro, sono in pace ora che non ci sei", aggiungo per sdrammatizzare. Lui ignora il commento e continua:
"- e che alla prima occasione dobbiamo uscire tutti insieme"
"Tutti insieme chi?", gli chiedo incredula
"Ah bella domanda", mi risponde tra i denti
"Non ci pensare Thommy dai. Quella è una vacca che andrebbe solo mandata a pascolare". I miei insulti gli strappano un sorriso.
"Mi manchi", mi dice all'improvviso.
"Non ci credo dai, non ti manca nulla adesso", gli rispondo a mo' di scherzo. Lui mi capisce al volo e ribatte con fare leggero:
"In realtà mi mancano le lasagne della mamma di Bea". Mi conosce troppo bene da capire quando non me la sento di approfondire, di toccare certi discorsi... discorsi lasciati a metà molto tempo prima che partisse.
"Quelle sono dell'altro mondo", rispondo a tono. "Secondo me ci mette della droga quella donna. Non è possibile siano così buone. Creano dipendenza". Thomas annuisce e mi guarda sorridendo attraverso le lenti della telecamera. Anche io mi prendo qualche momento per studiarne i lineamenti così familiari eppure alle volte così indecifrabili.
"Hai le occhiaie", gli dico.
"Sempre gentilissima"
"Hai le occhiaie", ripeto preoccupata
"è perché sono stanco"
"allora facciamo che ci sentiamo un'altra volta che è già tardi e non vorrei rubare tempo prezioso al tuo sonno di bellezza". Lui ride ancora.
"Bhè non sono io quella ripresa dalle telecamere 24 ore su 24".
"Va bene allora ci sentiamo... domani?", mi risponde tentativamente.
"A domani bestia", gli rispondo.
"La tua gentilezza non mi manca per niente invece".
"Bugiardo", gli dico sorridendo. Lui tira fuori la lingua e l'immagine si ferma per un secondo prima di scomparire, segno che ha premuto il tasto chiudi. Tiro un sospiro. Forse sono un po' bugiarda anche io.
Chi voglio prendere in giro, anche a me manca da morire.
Ma adesso è tardi e non ci voglio pensare. Allungo allora la mano verso il comodino e afferro le mie cuffiette blu petrolio. Le attacco al cellulare e mentre apro la libreria musicale ne porto una sola all'orecchio. Ad alcune abitudini si fa fatica a rinunciare <3 .

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Persone come te
RomanceHo sempre pensato che chi parla poco ha gli occhi che fanno un casino tremendo.