La luce stava calando, l'orologio non smetteva di ticchettare, mentre io mi trovavo davanti al lavandino a pulire gli ultimi boccali.
Non c'era più nessuno; la mia collega Jasmine era seduta, con gli occhi fissi sul cellulare.
Ormai era un'abitudine.《Jas!》dissi alzando il tono di voce《Jas, alzati!》
Il suo sguardo non cambiava direzione, facendomi sentire completamente invisibile.
Jasmine non era italiana - lo si capiva dai lineamenti asiatici marcati - perciò non comunicava molto con me o con i clienti.《credo sia ora di chiudere》
《fa come ti pare》rispose rapidamente, prima di prendere la sua borsa color carbone e lasciare il locale in tutta fretta.
Annoiata sistemai gli ultimi bicchieri e camminai fino all'uscita.
Chiudevo la serratura, mentre il sole era ormai calato oltre i numerosi palazzi e grattacieli della mia città.《aspetti!》mi voltai confusa verso la calda voce in lontananza.
Il mio cuore smise di battere per qualche secondo, un forte brivido attraversò il mio corpo fino a rendermi completamente paonazza in viso.
Il ragazzo che avevo osservato a lungo dentro al locale, si stava precipitando verso di me per chissà quale ragione.
《siete ancora aperti? credo di aver scordato la mia felpa》
continuai a fissarlo senza battere ciglio, un groppo in gola mi impediva di parlare.
《ahm, ho chiesto se siete ancora aperti》
《oh si, scusami, nessun problema, entra pure》 mi sbloccai e spalancai la porta che avevo chiuso un attimo prima.
Corse all'interno del locale e recuperò la sua felpa. Era tremendamente perfetto.
《grazie mille, ci si vede》
feci cenno con la mano e lo lasciai andare via.
Non avevo idea di chi fosse e già mi faceva quell'effetto, era chiaro fosse qualcosa di importante.Chiusi nuovamente la porta e presi la strada verso casa. Osservavo la gente passeggiare sui marciapiedi, ognuno con le proprie storie e i propri sogni.
La mia mente, però, prese un'altra direzione. Il ragazzo del bar, era ormai protagonista delle mie numerose fantasie.
Come avrei fatto a rivederlo? Sarebbe mai tornato nello stesso locale? Cosa avrei fatto se l'avessi rivisto? Avrei cominciato una conversazione molto casualmente, oppure avrei fatto cadere del caffè sulla sua felpa?
Mille domande rimbombavano nella mia testa, fino a quando non notai, qualche metro più avanti, il famoso ragazzo, impegnato a farsi una tipa dai capelli rossi e il corpo di una modella.
Presa dal panico attraversai la strada e raggiunsi il marciapiede opposto. Cercai di essere impassibile davanti alla scena, ma mi ritrovai a proseguire il mio tragitto ruotando la testa verso la coppietta in modo inquietante.
Sembravano felici, o almeno, in quel momento credevo lo fossero. Lei indossava la felpa che lui era prima tornato a recuperare. La stringeva forte a sè come per gridare al mondo - "lui è mio, lo vedete anche voi" .
Si presero per mano e camminarono nella mia stessa direzione.L'ansia non mi permetteva di respirare normalmente, non sapevo cosa fare. Anche se in realtà avrei benissimo potuto continuare il mio percorso senza farmi problemi.
Un'auto accostò affianco alla ragazza e suonò un paio di volte il clacson. Lei baciò rapidamente il ragazzo del bar ed aprì la portiera.
In qualche secondo l'auto si trovava già alla fine della strada.Approfittai del momento e dal marciapiede opposto urlai
《hey!》
hey? Nemmeno lo conoscevo, non aveva senso parlargli così.
Titubante alzò il braccio e mosse timidamente la mano
《hey (?)》
Corsi velocemente al suo fianco e sorrisi come un'ebete.
《Sì scusa, sono quella del bar, che ti ha riaperto》
《ah, forte》 disse forzando un sorriso.
Aveva i denti bianchissimi, come se fumare per lui non fosse un'abitudine.
《posso sapere il tuo nome?》
《Brandon. Brandon Flynn》
《Haley Langford, piacere》
Gli porsi la mano, ignorando il fatto che stavo facendo la figura della cogliona.
Mi strinse la mano un po' confuso e annuì《il piacere è tutto mio. Dove sei diretta?》
《Verso casa, abito a due passi da qui》
Infilò le mani nelle tasche dei larghi Jeans e sorrise nuovamente
《Io, ahm, sarei di fretta, ci si vede in giro... Haley》
Rimasi zitta e sorrisi, sventolando la mano in modo impacciato.
Brandon si allontanò correndo, io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.Era la prima volta che terminavo una giornata di lavoro in modo positivo. Devo ammetterlo, mi sentivo molto felice, nonostante non fosse davvero successo nulla.
Continuai allegra a camminare e raggiunsi casa. Poco più tardi il mio cellulare vibrò; un messaggio da parte di Jasmine attirò la mia attenzione:
"hey, volevo farti sapere che mi sono licenziata, Jeff dice che devi trovare qualcuno che mi sostituisca. Buona fortuna zoccoletta"
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QUEL DANNATO SORRISO • Brandon Flynn
FanfictionNon avevo nessuna spiegazione ai poco rari, fracassanti battiti che rieccheggiavano nel mio petto alla vista di quel dannato sorriso. Sapevo solo che ogni pulsazione, ogni brivido involontario, mi rendeva fragile, ma comunque vogliosa di lui. Voglio...