Ci hanno promesso che i sogni possono diventare realtà, ma hanno dimenticato di dirci che anche gli incubi sono sogni.
-Oscar Wilde
Marinette si guardava allo specchio e non si riconosceva.
Da quando i suoi polsi erano sfregiati e ricoperti di sangue? Da quando piangeva la notte, con una nuova ferita che le deturpava la pelle candida del polso? Non lo ricordava più.
Eppure, era Ladybug, la forte Ladybug, perché si era ridotta così?
La risposta era semplice, scontata: essere Ladybug l'aveva distrutta psicologicamente. Ladybug aveva annullato Marinette al punto che aveva paura di vedere lei, nello specchio, al posto suo. La odiava e l'ammirava contemporaneamente. Quasi fossero due persone distinte, senza alcun punto in comune. All'inizio aveva amato essere Ladybug, finalmente poteva sfuggire alla quotidianità. Smettere di essere l'imbranata Marinette almeno per un po'. Poi, era stata Marinette sempre di meno, lasciando tutto lo spazio a Ladybug, e aveva compreso che quello che si prospettava come un sogno la stava distruggendo.
Un'esplosione poco lontana da casa sua la fece sospirare prima di ordinare a Tikki- Tikki che sapeva e la sosteneva nonostante tutto- di trasformarla. La tutina le fasciava i polsi provocandole dolore quando aderiva ai tagli freschi, era buffo ma apprezzava la trasformazione solo in quei momenti, quando le provocava dolore fisico in modo da dimenticare il bruciore al petto che la prendeva ogni volta che si rendeva conto di essere, nuovamente, nei panni di Ladybug.
Il nemico era una donna, akumatizzata da Papillon dopo che il fidanzato l'aveva tradita. Marinette aveva pensato, per un breve istante, che il fidanzato un po' se lo meritasse, dopotutto. Ma, ancora, era Ladybug e toccava a lei risolvere il problema, non importava se aveva di meglio da fare: Ladybug doveva essere sempre presente.
Fu facile sconfiggerla, con l'aiuto di Chat Noir. Il suo partner non si era lasciato sfuggire l'occasione di flirtare e fare battute a dir poco oscene ma Marinette non era in vena quel giorno. Non era in vena di flirtare, di combattere o chiacchierare. Voleva solo tornare in camera sua e gettarsi sul suo letto, chiudere gli occhi e dormire lasciandosi indietro tutto e tutti.
Possibilmente senza svegliarsi mai più.Anche gli incubi sono sogni.
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Cauchemars
Fanfiction[Attenzione! Tematiche delicate quali autolesionismo e suicidio, se la cosa vi disturba siete pregati di non leggere.] Il titolo significa "Incubi" e si rifà ad una citazione di Oscar Wilde. Questa, è una fanfiction diversa dalle altre. Qui, Marinet...