4 - Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

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La sveglia impostata sul cellulare non la smette di suonare e non ho intenzione di aprire gli occhi e abbandonare il mio letto, si sta così bene. Le note di Won't go home without you dei Maroon 5, accompagnano il mio sonno. Forse non avrei dovuto impostare questa canzone come sveglia, la adoro così tanto che la faccio suonare tutta. Il fatto strano è che mia madre non è venuta a svegliarmi con le sue solite urla isteriche, forse anche lei è nel mondo dei sogni... Apro gli occhi di scatto, quando realizzo di non trovarmi a casa mia, ma al villaggio. Che rimbambita! Infilo la mano sotto al cuscino e zittisco la sveglia sul cellulare, poi guardo l'ora e per poco cado dal letto.

«Porca miseria, è tardi!» sbotto, mentre corro in bagno, direttamente sotto la doccia e mi libero del pigiama e le mutande, poi apro il rubinetto.

Farò tardi, verrò licenziata ancora prima di cominciare, quel Gordon ce l'ha già con me. Cazzarola, è il primo giorno ed io non ho sentito la sveglia, mi ci vorrebbero i cannoni per svegliarmi. Insapono tutto il mio corpo velocemente, evitando di bagnare i capelli. Qualcuno sta bussando insistentemente alla porta d'ingresso, allora mi sciacquo e infilo velocemente l'accappatoio. Corro verso la porta, rischiando più volte di scivolare e rompermi una gamba, infine la apro e davanti a me c'è chi non avrei voluto.

«Si rende conto di che ore sono?» chiede Gordon irritato.

«Mi scusi, non ho sentito la sveglia.» dico mortificata.

«Spero per lei che questo non si trasformi in un'abitudine o si ritroverà immediatamente sulla via del ritorno!» quasi urla. «Tutto chiaro?»

«Sì. Chiarissimo, Gordon.»

«Signor Gordon!» mi corregge.

«Signor Gordon...» ripeto.

«Si sbrighi, gli altri sono già sul posto di lavoro.» mi squadra dalla testa ai piedi, poi mi lancia un'ultima occhiataccia e va via.

Che stronzo, non lo sopporto e siamo solo al primo giorno. Va bene, aveva ragione, però ci sono modi e modi di porsi. Chiudo la porta e corro a vestirmi, chiedendomi perché Lizzie non è venuta a tirarmi giù dal letto, le ho consegnato la mia copia delle chiavi apposta. Per colpa sua ho rischiato di essere licenziata, sa bene che ho dei problemi quando si tratta di svegliarmi. Però non posso neanche pretendere che mi faccia da balia.

Corro lungo la strada, non riesco a trovare il punto che mi hanno indicato, il che è deprimente, sono davvero sfortunata. Continuo a correre, giro l'angolo e vado a scontrarmi con qualcuno, cadendo entrambi al suolo.

«Ahi, che male.» mi lamento e mi accarezzo il sedere.

«Kelsey?» I capelli mi si drizzano tutti sulla testa, appena sento quella voce. Mi volto lentamente e lo vedo. I suoi occhi a mandorla color nocciola, incontrano i miei pozzi neri. Ha ancora più tatuaggi di quanto ricordassi e i capelli neri perfettamente in tiro, non lo vedevo da mesi, però ha sempre un bell'aspetto. Ora basta pensare a lui in quel senso. Non ci posso credere, cosa diavolo ci fa qui? Sto per avere un attacco di panico. Respira Kelsey, respira, non permettergli di vederti in questo stato confusionario. So bene quant'è stupido e al minimo fraintendimento passa all'attacco. Mi tiro immediatamente su e continuo a fissarlo incredula. «Non ci posso credere, sei venuta in vacanza qui?» mi squadra tutta. «Ah, forse no. Ci lavori?» Non gli rispondo, sono ancora sotto shock. Come ha fatto a sapere che sarei venuta in questo villaggio? Scommetto che mi ha seguita, brutto idiota, ma non gli permetterò di rovinarmi le giornate, è già abbastanza difficile senza che lui ci si metta in mezzo. Porto le mani sui fianchi e lo guardo male. «Che bello vederti.» mi stringe tra le sue braccia, facendomi irrigidire.

Respiro in modo irregolare e odio il fatto che non l'abbia ancora del tutto superata. Il suo profumo mi invade le narici e improvvisamente i ricordi si fanno strada in me. Basta, non deve avere un contatto con me, in nessun modo.

Summer Love (Estratto)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora