Giovanni detestava l'idea di doversi trasferire; non solo non gli piaceva o non ne era entusiasta, la odiava nel senso stretto del termine. Al solo pensiero, poteva sentire i grandi occhi verdi bagnarsi di lacrime, gli si chiudeva la gola e veniva pervaso da un terribile senso di nausea.
Non gli erano mai piaciuti troppo, i cambiamenti, gli imprevisti, tutte quelle minuscole calamità che potevano mettere a repentaglio i suoi programmi. E dover cambiare casa, lasciando la quiete del piccolo paesino in cui da sempre aveva vissuto, per trasferirsi nella ben più inquinata e caotica Trento, era uno sconvolgimento bello grosso da digerire; ma suo padre aveva ricevuto un'imperdibile offerta di lavoro da un'azienda che aveva sede proprio nel capoluogo, e Giovanni era un bambino di dieci anni molto maturo e comprensivo, perciò aveva capito perfettamente la necessità dei suoi genitori di trasferirsi più vicino al nuovo posto di lavoro.
Certo, ma essere maturo e comprensivo non gli aveva in alcun modo impedito di rinchiudersi in camera sua per il resto della serata, premere il viso contro il morbido cuscino del suo letto e piangere fin quando non si era sentito totalmente svuotato, pulito ed era crollato in un sonno tormentato con ancora il grembiule di scuola addosso.
Le settimane seguenti segnarono il più infelice e spossante periodo di tutta la sua vita: dire addio ai suoi innumerevoli amici, parenti e conoscenti fu in assoluto la cosa più difficile che gli fosse mai stata chiesta di fare; e quasi più ardua si rivelò l'impresa di farsi degli amici nella nuova città! Dovunque andasse, gli pareva sempre di venir visto come una specie di eremita che non avesse mai avuto occasione di ammirare la civiltà delle macchine e del cemento armato, avendo sempre vissuto così distante da Trento.
E così, i giorni passavano e Giovanni era costantemente solo, solo e abbandonato a se stesso in quella città così immensa e spietata ai suoi occhi; questo, almeno fino al giorno dell'incontro con quella che sarebbe diventata la persona più importante della sua vita.
Laura's Place EHEHEHEH SCOMMETTO CHE NON CI SPERAVATE NEMMENO PIU' MA ECCO IL SECONDO CAPITOLO! Ragazzi dovete perdonarmi ma dire che in questo periodo sono stata sommersa dagli impegni è un diminutivo pazzesco.
Prometto che nel giro di una settimana caricherò anche il terzo perché riconosco comunque che questi primi due capitoli possano essere unA PALLA PERCHE' LOL NON SUCCEDE ASSOLUTAMENTE NULLA.
Devo poi ringraziare tutti quelli che hanno votato, lasciato commenti positivi e supportato Alone dopo la lettura del primo capitolo, sono davvero felicissima che questa fic vi stia piacendo e spero che i prossimi capitoli non deludano le vostre aspettative.
Concludo ringraziandovi per la lettura, vi invito a lasciare un voto e un commento per farmi sapere che ne pensate e ci risentiamo al prossimo capitolo!
STAI LEGGENDO
ALONE; CamperKiller
Fanfiction«E io ti giuro che non c'è stato attimo, in tutta la mia vita, in cui mi sia pentito di essermi avvicinato a te, quella mattina ed averti sorriso.» ANDREA GRASSI + GIOVANNI LEVEGHI