Capitolo 1 • Dennis

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Non ho mai passato una notte insonne a causa dell'ansia per il nuovo anno scolastico. In fondo sono sempre i soliti volti sfortunatamente noti di alunni e professori, con le stesse materie e gli stessi banchi.

Il riveglio per me fu tranquillo, nonostante rimpiangessi amaramente le vacanze e il fatto che durante esse potessi svegliarmi a qualsiasi orario. Mia madre dormiva, probabilmente dopo una nottata d'inferno a causa di mia sorella Mary di pochi mesi e dei suoi strilli. Grazie al cielo avevo il sonno pesante. Mio padre, o meglio, il compagno di mia madre invece era già andato in caserma, infatti intravidi attraverso la porta semichiusa il letto per metà vuoto e la Bibbia come sempre spuntare dal cassetto del comodino vicino al lato destro del matrimoniale.

Provai ad arrivare in cucina facendo il minimo rumore possibile e cercando di non accendere le luci, ma ovviamente andai a inciampare su uno dei giocattoli di mia sorella, cadendo e cominciando a imprecare. Ovviamente mia mamma si svegliò e anzichè augurarmi il buongiorno mi fece una strigliata per le parolacce che avevo usato, per poi volgere lo sguardo al crocefisso affisso sopra la porta del corridoio, farsi il segno della croce e sussurare qualcosa come "Signore, perdona mio figlio per la sua maleducazione". Nel frattempo avevo provato a sgaiattolare via ma mia madre mi aveva notato tuonandomi per l'ultima volta "Che sia l'ultima volta o altrimenti te la vedrai con tuo padre!". Finalmente, dopo quest'avventura degna di Omero e della sua Odissea, arrivai in cucina e semplicemente mi feci una tazza di caffè macchiato. Rimasi un po' troppo a lungo a girare il cucchiaino nella tazza, troppo assorto nei miei pensieri. Perchè diamine ogni volta dovevo sorbirmi i loro discorsi sulla fede, l'educazione del buon Cristiano e sul fatto che sarei andato all'Inferno? Ma che per una volta ci andassero loro.

Ero cresciuto in un ambiente in cui la fede per Dio era la cosa più importante di tutte, in cui i peccati e il Demonio erano dietro l'angolo e in cui tutti coloro che non fossero stati credenti o che avessero fatto qualcosa non consentito nelle Sacre Scritture andassero guardati con disprezzo e tenuti a debita distanza. Per anni tutto ciò mi era sembrato giusto e la religione per me era l'unica verità. Ma ultimamente mi sentivo sempre più estraneo a quel mondo fatto di religione e dogmi, tutto nella mia testa veniva esaminato da un punto di vista più razionale e tutte quelli che per me erano stati pilastri della mia morale venivano messi in discussione e demoliti. Mi sentivo sempre perso, indeciso, in bilico fra la scelta di seguire quello che io  avrei desiderato fare e pensare e fra il seguire la mia famiglia sopprimendo i miei nuovi e ancora deboli ideali. Non riuscivo dannatamente a venire a capo e mi ritrovavo quindi spesso a guardare il vuoto, isolandomi e pensando.

La stessa cosa era successa appunto quella mattina. Mi ritrovai quindi in ritardo e costretto a bere velocemente il caffè macchiato ormai freddo che rimaneva nella tazza che poi quasi lanciai nel piccolo lavandino, correre in camera mia calciando lontano i malefici giocattoli di Mary, prendere il primo paio di pantaloni che mi era capitato e un maglione che mi sembrasse abbastanza caldo (non che avessi molta scelta nel mio "armadio", se così si può definire una cassettiera di dimensioni abbastanza ridotte), infilarmi calzini e scarpe e dirigermi verso l'uscita con zaino, sciarpa e giacca in mano... per poi ricordarmi che non mi ero nè lavato la faccia nè tantomeno i denti. Quindi abbandonai indumenti e cartella per terra davanti alla porta, corsi in bagno e ne approfittai anche per provare a  sistemare quel ciuffo che naturalmente non voleva saperne di stare al suo dannato posto. Alla fine giunsi alla conclusione che avrei passato la giornata con il cappello in testa, perchè non avevo assolutamente tempo di mettere il gel o qualsiasi altra diavoleria per rendermi presentabile. In fondo andavo a scuola e nessuno avrebbe fatto caso a me; avrei accettato qualche battuta scherzosa dai miei pochi amici e forse anche qualche presa per il culo da parte di quel gruppetto di ragazzi che si credevano degli dei scesi in terra semplicemente perchè erano discretamente bravi negli sport e belli alla vista o perchè facevano parte di quelle crew rap o hip hop, tutto sommato anche abbastanza anonime, che qui in periferia piacciono molto sia ai ragazzi che alle ragazze. In realtà non mi dava fastidio il fatto che appartenessero a certi gruppi, ma il fatto che volessero farsi notare a tutti i costi. Mentre io cercavo solo di confondermi il più possibile nella massa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 02, 2017 ⏰

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