22 settembre 2016
Come tutti i giovedì, mi alzai dal letto molto molto presto, intorno alle cinque. Ogni giovedì di solito andavo a correre una mezz'ora, il fisico che ho lo devo proprio a questo allenamento.
Indossai i pantaloncini corti, una maglietta blu e le nike che utilizzavo di solito per correre. Legai i capelli, prendi cellulare e auricolari, e uscii di casa, per poi iniziare a correre lentamente. Feci anche partire la mia playlist per la corsa, nella quale erano presenti tutte le mie canzoni preferite, day Coldplay ai The Chainsmokers.
Mi piaceva correre, mi rilassava davvero molto l'aria del mattino.
Poche persone andavano a correre così presto, anzi, vedevo che molti ci andavano la sera intorno alle sei. A volte anche io andavo a correre nel pomeriggio, solo perché al mattino faceva troppo freddo per poter andare a correre.
Tornai a casa intorno alle sei e un quarto, e corsi subito in bagno a farmi una doccia calda per rilassare i muscoli tesi e togliere il sudore dal mio corpo.
Una ventina di minuti dopo indossavo già l'intimo e stavo scegliendo i vestiti dall'armadio. Dopo cinque minuti di indecisione, scelsi un paio di skinny neri con gli strappi sulle ginocchia è una felpa grigia della Vans che mi andava enorme, il tutto accompagnato dalle converse basse nere con la suola alta.
Andai in bagno e mi vestii abbastanza velocemente, poi passai al trucco e infine ai capelli, che semplicemente pettinai e lasciai cadere sulla mia schiena. Guardai il cellulare: erano le sette meno dieci. Alzai di nuovo lo sguardo verso lo specchio, e rimasi incantata per un paio di minuti, per poi riprendere il telefono e scrivere un messaggio.To dylan: è ancora valida l'offerta della colazione?
Scrissi quel messaggio senza pensarci, o forse si, ci avevo pensato.
La risposta non tardò ad arrivare.From dylan: dieci minuti e sono lì
Sorrisi, senza un motivo.
Beh si, il motivo c'era eccome, ma forse non volevo ammetterlo.
Andai in camera a prendere lo zaino nero e le cuffie, poi scesi di sotto, scrissi sulla lavagna appesa in cucina che sarei andata via prima per fare colazione, e uscii di casa.
Due minuti dopo la sua jeep blu era davanti a casa mia e salii velocemente su di essa.
«Buongiorno.»sorrise.
«Buongiorno a te.»risposi, anche io con un sorriso.
«Allora, dove vuole andare la principessa a fare colazione?»
«Andiamo al bar che c'è alla fine della strada?»lo supplicai.
«Si, va bene.»mi rivolse un altro sorriso prima di partire verso il bar.
Cinque minuti dopo eravamo seduti a uno dei tavoli più 'nascosti' del locale a gustarci la nostra colazione. Io avevo preso un cappuccino con dei biscotti, mentre lui un caffè e una brioche alla marmellata.
Parlammo normalmente, come due buoni amici, fino a quando non si fecero le otto meno venti e fummo costretti ad andare via da quel bellissimo posto.
Pagò lui, dopo aver discusso per qualche secondo su chi avesse dovuto pagare, ma alla fine vinse lui.Poco dopo eravamo seduti in macchina, e stavamo andando verso la scuola.
«Dylan»non mi accorsi nemmeno di aver parlato.
«Dimmi principessa.»era la seconda volta che mi chiamava così.
«È ancora valida l'offerta del weekend tra due settimane?»non so perché glielo chiesi.
«Certo che è valida. Tu vuoi ancora passare quel weekend con me?»annuii convinta alla sua domanda.«Bene, allora i primi due giorni di ottobre li passerai con me.»sorrise soddisfatto.
Il silenzio regnò per altri cinque minuti, fino all'arrivo, a scuola.
Parcheggiò la sua auto sul retro della scuola, dove di solito la metteva: gli piaceva lasciarla lì perché prima di tutto non ci andava nessuno, e poi sapeva che non dava fastidio.
Feci per scendere, ma mi bloccò, facendomi restare in macchina.
«Dylan, le altre mi aspettano.»gli dissi.
«Se aspettano ancora un attimo non muoiono, e poi le ho viste parlare con Andrew e Scott.»disse serio.
«Allora, che devi dirmi?»gli chiesi. Ero un po' in imbarazzo, mi agitava restare con lui in un posto così piccolo.
«Non ti devo dire nulla, tu devo fare una cosa.»subito non capii, poi lo vidi prendere un respiro, e realizzai che si trattava di qualcosa di importante.
Lo osservai meglio: i suoi occhi scuri erano sempre più belli, e i suoi capelli erano, come sempre, alzati in una sorta di cresta. Notai dell'ansia nei suoi occhi, e non ne capivo il motivo.
Lo capii solo quando si avvicinò a me di scatto, e posò le sue tenere labbra sulle mie. Rimase per qualche secondo in quella posizione, e io chiusi gli occhi, beandomi del suo profumo. Portai una mano sulla già guancia, lui invece posò la sua sul mio fianco destro, tenendomi stretta.
Iniziammo a muovere le labbra, senza coinvolgere le nostre lingue, che bramavano di toccarsi, ma non le accontentammo. Ci baciammo come si baciano i protagonisti di un film, mettendoci tanto amore quanta passione. Ci separammo dopo un paio di minuti per poter riprendere fiato, ma restammo nella stessa posizione, il con il palmo della mano posato sulla sua guancia, lui con la sua mano che mi circondava il fianco.
Fu il suono della campanella - si, si sentiva anche dal teatro della scuola - a interrompere quel bellissimo momento. Ci separammo in fretta e furia, e scesi velocemente dalla vettura.
«Si, insomma, ci si vede in classe.»dissi prima di chiudere la portiera e incamminarmi velocemente verso l'ingresso della scuola.
Ad aspettarmi c'erano le mie amiche, che mi guardavano in cagnesco mentre mi avvicinavo.
«Allora, che hai fatto con Dylan?»mi chiede Sam mentre ci dirigevamo in classe.
«Nulla.»dissi secca.
«Allora perché eri in macchina con lui quando è andato sul retro della scuola?»chiese Clarissa.
«Ha parcheggiato la macchina.»dissi di nuovo, cercando di non far trasparire nessuna emozione.
«Ne riparleremo oggi a casa mia, siete invitate tutte e due.»disse di nuovo Sam. mentre stavamo entrando in classe.
Dylan era già arrivato e lo guardai per un attimo, anche lui mi guardava.
Mi misi a sedere al mio posto, davanti a lui. Sentivo ancora il suo sguardo bruciare sulla mia schiena, ma non dissi nulla, non volevo dire nulla.
La prof di matematica entrò in classe e fece il solito appello della prima ora, poi iniziò a fare anche lei il ripasso di tutto quello che avevamo studiato in quarta.
Anche la seconda ora la passammo a ripassare filosofia, ma non prestai molta attenzione, nonostante fosse una delle materie che più mi piaceva. Stavo ancora pensando a quello che era successo quella mattina.
Nell'intervallo uscii insieme ad Emma, con lei stavo legando molto, anche se ci conoscevamo da davvero poco.
«Oggi sei un po' giù, posso sapere perché?»mi chiese lei.
«È successa una cosa stamattina, con Dylan.»le dissi.
«Vuoi parlarne?»
Annuii.«Siamo andati a fare colazione prima, e poi siamo venuti a scuola. Di solito lascia la macchina dietro la scuola, e oggi sono andata con lui. Prima di scendere dall'auto mi ha baciata.»le spiegai.
«Oh mio dio! Sapevo che sarebbe successo!»esultò. Io la guardai con uno sguardo perso.«Ma tu ne sei felice?»mi chiese.
«Non lo so. Io non sono mai andata d'accordo con lui, non mi piace e io non piaccio a lui, ma non capisco il perché di questo gesto.»
«Ti è piaciuto?»
Ci pensai un attimo.«Si.»risposi convinta dopo qualche secondo«Mi è piaciuto.»-
Ciao a tutti e a tutte!
Sono molto fiera di questo capitolo, ci sto mettendo tutta le stessa per riuscire a continuare la storia e, ora come ora, ce la sto facendo.
Spero che la storia vi piaccia.
Un bacio!
Ambra
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lui ,, Dylan O'brien
FanfictionL'ultimo anno di liceo è il più importante. Ma cambierà tutto, almeno per Ashley.