Parte 6

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«Dobbiamo dirglielo, Daniele...» dissi raggiungendo Daniele in cucina. Ero stato invitato a cena quella sera da Laura. I suoi genitori e Laura stessa ci attendevano nella sala pranzo, riccamente addobbata a festa. Festeggiavamo proprio il compleanno di sua sorella. Non sapevo come comportarmi con Laura. Ogni volta che uscivamo insieme, inventavo una scusa per non rimanere da solo con lei. Non avevamo rapporti da mesi, cioè da quando avevo iniziato ad andare a letto con Daniele. Non sapevo se lui si divertisse a tenere nascosta la nostra relazione, ma questo gioco non lo sopportavo più. Ogni volta che baciavo Laura sulle labbra, mi sembrava di prenderla in giro e di tradirla. Il mio cuore batteva forte solo quando c'era Daniele nei dintorni, quando lui mi baciava e mi accarezzava. Per me Laura non contava più nulla. Ero completamente e follemente innamorato di Daniele.

«Lo so, lo so. Calmati...» mi disse lui, armeggiando con il cestino del pane. Prese dei panini al latte dalla dispensa e vi riempì il cestino. Sospirò più volte e, dopo aver posato il cestino sul ripiano davanti a lui, si spostò al frigorifero e ne estrasse una bottiglia di vino rosso, che immediatamente dopo mi porse.

«A volte penso che tutti questi segreti ti piacciano...».

«Non dirlo nemmeno per scherzo, Gabriele!» il suo tono di voce si alterò ed i suoi occhi azzurri si riempirono in un istante di rabbia. «Non mi piace per niente questa situazione. Ho paura. Ecco. L'ho detto».

«Come?» ero davvero perplesso e confuso. Non avevo capito che lui provasse paura «Di cosa?» gli chiesi, avvicinandomi a lui di un passo.

«Vorrei dire al mondo intero che... ti amo. Vorrei gridarlo a squarcia gola, perchè so che non c'è niente di male, ma... ho paura di come reagiranno i miei genitori, di come reagirà Laura. Ciò che le ho fatto mi rende il fratello peggiore del mondo. So che mi odierà...» disse abbassando lo sguardo sconsolato. Posai una mano sulla sua guancia e l'accarezzai piano.

«E' per questo che stai prendendo tempo?» gli chiesi, quasi in un sussurro, avvicinandomi al suo viso lentamente.

«Si... scusa...» sollevò lo sguardo verso il mio viso «Avrei dovuto dirtelo».

Gli presi il mento fra le dita e lo sollevai di poco, quel tanto che bastava per poterlo baciare brevemente. «Voglio dire a tua sorella di noi... glielo voglio dire al più presto. Non ce la faccio più a vederti di nascosto» gli dissi in un sussurro e ripresi a baciarlo sulle labbra. Lui mi buttò le braccia al collo e continuammo a baciarci con sempre più passione. Posai la bottiglia sul ripiano, contro cui spinsi lentamente Daniele. Accarezzai la sua schiena, scendendo sempre più verso il sedere. I vestiti impedivano alla mia mano di poter sentire la sua pelle. Avrei voluto strapparli di dosso quei vestiti!

«Do-dopo il compleanno...» farfugliò lui tra un bacio e l'altro. Allargò con violenza il colletto della mia camicia e mi baciò il collo. Sospirai di piacere, mentre premevo il bacino contro il suo. Il mio respiro divenne irregolare.

«Voglio fare l'amore con te...» gli sussurrai all'orecchio, mentre affondavo una mano nei suoi capelli. Daniele mi guardò e, sul viso, aveva stampato un sorriso malizioso, che si spense non appena mi baciò.

«Stanotte... al garage» mi disse, mentre spostò il suo viso e mi guardò ancora con quel sorriso malizioso che si riaccese sul suo viso. Posò delicatamente una mano sulla mia guancia, mentre annuivo alla sua proposta, sorridendogli.

«Gabriele... Daniele... che state facendo?» disse Laura entrando in cucina e sorprendendoci molto vicini, l'uno all'altro.

Mi allontanai velocemente da Daniele e ripresi in mano di nuovo la bottiglia di vino, che avevo poggiato sul ripiano dietro Daniele.

«Cosa succede?» chiese ancora Laura, alternando lo sguardo da me al fratello. Daniele non disse nulla. Afferrò il cestino con il pane e uscì in fretta dalla cucina. Notai uno strano sguardo negli occhi di Laura, mentre guardava uscire Daniele dalla stanza. Mi avvicinai in fretta a Laura, che mi guardò seccata.

«Cosa ci fai qui?» le chiesi stupidamente.

«Non ritornavate e sono venuta a vedere se fosse successo qualcosa...» notai Laura guardarmi il collo attentamente. Istintivamente indietreggiai e le chiesi cosa guardasse.

«Ti manca un bottone alla camicia... all'altezza del collo» mi disse toccandomi lievemente il colletto della camicia.

«Ah che strano, devo averlo perso da qualche parte» ridacchiai nervoso ed invitai Laura a ritornarcene in sala da pranzo assieme agli altri. Posai entrambe le mani sulle sue spalle e cercai di riportarla nell'altra stanza. Ero nervoso e forse lei lo capì. Si fermò di colpo e si chinò per terra. Raccolse qualcosa e me lo fece vedere. Era il bottone della mia camicia, quello che avevo perso. Doveva essere successo quando Daniele mi aveva baciato il collo. Non c'erano altre spiegazioni.

«Oh eccolo...» dissi, affrettandomi a riprenderlo e a rimetterlo in tasca. «Doveva essersi allentato» cercai di concludere il discorso, ma Laura aveva sul volto un'espressione indecifrabile. Che avesse capito qualcosa? In fondo al mio cuore lo speravo davvero.

* * *

«Sono innamorato di un'altra persona...» dissi a Laura tutto d'un fiato, pochi giorni dopo il suo compleanno. Il viso di Laura non mostrò alcuna emozione. Mi guardava in silenzio, in piedi nella sala da pranzo. Daniele era seduto accanto a me, che ero in piedi come Laura. Poco dopo si alzò e mi strinse la mano. «Amo tuo fratello, Laura. Mi dispiace. Non vogliamo più nasconderci. Vogliamo amarci liberamente».

Laura guardò suo fratello e finalmente mostrò una qualche emozione. I suoi occhi azzurri si accesero di rabbia e con violenza si scagliò contro suo fratello. Lo schiaffeggiò sonoramente, tanto che quasi cadde all'indietro. Daniele indietreggiò di qualche passo. Si accarezzò la guancia e guardò sua sorella, che gli afferrò il collo della maglia.

«E' colpa tua! Come hai potuto farmi questo?!» le sue urla riecheggiarono per la sala e per tutta la villa. Afferrai le mani di Laura, allontanandola da Daniele.

«Laura! Calmati! È con me che devi prendertela! Sono stato io a baciarlo per primo...è anche colpa mia!» cercai di calmarla e di assumermi le responsabilità di quel tradimento, ma lei sembrava non vedermi nemmeno. Sembrava che tutti i suoi dispiaceri fossero colpa di Daniele soltanto.

«Gabri, non lasciarmi. Io ti amo. Dobbiamo stare insieme...» mi disse, stringendomi le mani. Sembrava non avesse capito quello che le avevo appena detto. Sembrava non capire quali fossero i nostri sentimenti e nemmeno io riuscivo a capire il motivo del suo comportamento.

«Amo Daniele, Laura. Non posso stare con te. Non ti amo più» cercai di essere il più chiaro possibile, ma lei mollò le mie mani e si scagliò ancora contro suo fratello.

«Sei la mia rovina Daniele! Ti odio, ti ho sempre odiato! Per colpa tua nemmeno i nostri genitori hanno avuto attenzioni per me! E adesso mi hai rubato anche Gabriele... Ti odio!» urlò ancora una volta, poi indietreggiò e corse in camera sua.

Non la inseguì, non mi sembrava giusto. Le avevo detto chiaramente i miei sentimenti ed ora stava solo a lei perdonarci. Daniele si lasciò andare sulla sedia e continuò a massaggiarsi la guancia dolorante. Mi sedetti accanto a lui e gli presi una mano.

«E' sempre stata gelosa di me... me l'ha detto tante di quelle volte che mi odia che ormai non ci faccio più caso...» sospirò e poggiò il capo sulla mia spalla. «Ti amo Gabriele, non mi pento del nostro amore. So che sarà dura, ma non mi abbandonare, non lo sopporterei» mi disse in un sospiro, mentre piccole lacrime gli scesero lungo le guance. Cercai come meglio potei, di consolare quel suo pianto silenzioso.

Mi domandai spesso nel corso degli anni se avessi usato delle parole diverse, se fossi stato meno irruento nel confessare a Laura che l'avevo tradita con Daniele, se le fossimo stati più vicino, allora, magari, l'incendio che ne sarebbe scaturito dopo poteva essere evitato. I due anni che passarono senza vedere Daniele furono per me i più duri. Avevo perso parte di me stesso, avevo perso la persona che amavo, poichè Daniele non sapeva nemmeno della mia esistenza. Alla fine, però, mantenni la mia promessa. Non abbandonai Daniele. Quando lo rividi passeggiare per il cortile della villa, il mio cuore non smise un momento di battere forte. Lo amavo, forse anche più di prima ed insegnai a lui ad amare ancora una volta e a darci una seconda possibilità.

Mi ripromisi che non lo avrei più lasciato andare.

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