~L'incidente~

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         ·Capitolo 11·

Tanto ormai non potevo più amare.

-Va bene,ma stai sul divano-

-Okay..-

Mi fermai ad osservare il cielo,quel cielo così immensamente grande che avvolgeva l'universo,quel cielo che vedeva e faceva sognare miliardi di persone.

Un colpo di tosse mi distolse dai miei pensieri

-Andiamo che fa freddo dai-

Presi le chiavi e salimmo le scale finché non mi prese per un braccio,non capivo le sue intenzioni..

Prese a farmi il solletico e io ridevo a crepapelle,di colpo mi mise sulle spalle e inizio a fare gli scalini,arrivammo alla mia porta e la superò

-Matt-cercai di dire fra le risate-fermati..la mia porta-

Girò per un attimo la testa e fece segno di no con essa.

Non capivo..

Mi posò a terra e mi mise una mano sugli occhi,lo sentivo da dietro di me.Si fermò,sentii l'aria in faccia;

Tolse la mano

Era stupendo,luci dappertutto,movimenti di persiane,macchine,l'abbaiare dei cani,le stelle,lui.

-É..é stupendo-

-Ha preso da qualcuno..-

-Stupido.-

-Come te.-

-Sei fottutamente..-

-Continua.-

Perfetto.

-Stupido,e ora prendimi se ci riesci.-

Iniziai a correre,ridevo come una pazza.

Riusciva a farmi ridere e ne avevo proprio bisogno..

              ~*Matt's Pov*~

Mi manda il cervello in tilt quando sorride,come una bambina,sembra proprio mia sorella..é bella come lo era lei.Ora vorrei stringerla tra le mie braccia e non lasciarla andare mai più,sentire il calore,il suo profumo,vedere i nostri corpi fondersi.

              -Inizio Flashback-

Sentii una mano stuzzicarmi il viso,era la mia sorellina Jess,sarebbe diventata una modella da grande,aveva degli occhi azzurri con sfumature di grigio,identici ai miei,dei capelli biondi mossi che le arrivavano già all'ombelico a soli sei anni,poi c'era il mio fratellino Edward, lui di sette anni,era l'opposto della sorella;

Capelli neri,occhi di uno smeraldo intenso,introverso,cocciuto..aveva preso tutto da me purtroppo..

-Fratellino,mamma e papà hanno detto che, visto che c'hanno concesso di stare a casa solo perché dobbiamo partire,dovevamo preparare la colazione così tu avresti fatto presto a scuola così tra due ore possiamo partire e salutarti..-

-Non ho voglia di andare a scuola oggi,sto con voi,su..Edward,Jess venite con me sotto le coperte!-

-Sul serio?Sei il fratellino migliore del mondo-

-Anche tu sei la sorellina migliore del mondo e Edward il fratellino migliore del modo-

-Anche tu fratellone- mi rispose Edward unendosi a me e Jess sotto alle coperte.

Amo la mia famiglia,é perfetta,come farei senza di loro?Non lo so proprio.

Sono senza amici,senza nessuno,sono qui da solo,loro sono l'unico motivo per non ammazzarmi,non voglio vederli mai e poi mai piangere, con una faccia rigata dalle lacrime a causa mia.

Già al pensiero che loro sarebbero partiti tra poche ore e io avrei passato le prossime settimane solo stavo veramente..non si può descrivere il vuoto che sto provando pur sapendo che saranno solo due settimane e che ora erano al sicuro tra le mie braccia..

-A cosa pensi fratellino?-

Mi chiese Jess con i suoi occhioni pieni di perplessità

-Penso a come farò senza di voi..-

-Fratellone sono solo due settimane,potrai riabbracciarci tra due settimane..- cercò di tranquillizzarmi Edward.

Eppure c'era qualcosa,neanche le sue parole mi tranquillzzavano..

Tra un quarto d'ora sarebbero arrivati i miei,e io avrei dovuto salutare tutto ciò che mi aveva tenuto in vita fin'ora..

                    -Narratore Esterno-

Era così fragile,ne aveva passate troppe.Era caduto e si era sempre rialzato.Aveva l'universo dentro e nessuno sapeva niente.

Era un ragazzo oscuro,con un passato oscuro,sì.Ma tutta la forza che aveva lui non ce l'aveva nessun'altro anche se nascondeva un coltello tra i vestiti che avrebbe voluto usare ogni giorno,ma non lo faceva,sapeva che quelle quattro persone erano la sua vita e solo quando loro sarebbero morte allora lo avrebbe potuto usare.

Aveva il paradiso dentro e al contempo l'inferno.

Nero.

Bianco.

Voleva tagliare quei polsi.

Si decideva a farlo tirava fuori la lama e poi..

E poi pensava chi ci fosse in alto a decidere il destino delle persone.

Pensava che un motivo c'era se gli era capitata quella vita.

Pensava di meritarla,doveva soffrire.

Ma non era così,non era colpa di nessuno se era come un vaso di ceramica che appena cadeva si sgretolava,o meglio era colpa degli esseri che l'avevano ridotto così.

            -Fine Narratore Esterno-

E poi cosa avrei fatto,avrei tirato fuori il coltello?Lo avrei fatto o sarei riuscito a resistere due settimane solo?Avrebbero avuto un peso in meno a cui pensare..Lo avrei fatto.

Nel prossimo capitolo finisco il Flashback,volevo ringraziarvi moltissimo per i commenti,veramente mi hanno fatto piacere,siete dolcissime,grazie di nuovo spero che vi piaccia anche questo,ho aggiornato tardi,visto che adesso ho il weekend ho più tempo a disposizione quindi il prossimo lo pubblicherò molto presto ve lo prometto.

Buona Lettura.♥♥

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