~Passato~

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                   · Capitolo 9 ·

Mi girai e vidi una cosa orrenda,o meglio una persona..

             -Inizio Flashback-

16 Dicembre.

Stavo tornando a casa ero andata da una mia amica.

Non volevo fare la strada principale,era troppo affollata,così iniziai a prendere vicoli e stradine,erano sempre più buie,ma non mi preoccupavo.

Sentii dei passi dietro di me,sempre più pesanti e veloci,iniziai ad affrettare il passo successivamente iniziai a correre senza neanche accorgermene.Inciampai.

Sentii il sangue colarmi sulla viso,cercai di alzarmi,qualcosa me lo impediva,rabbrividii,era una mano.

-Che bel pasticcino che abbiamo qua!Cosa ci fai tra queste strade a quest'ora,non ti sembra presto per tornare a casa?- disse una voce rauca

Mi girai e vidi un uomo di circa cinquant'anni,puzzava di alcol e sigarette,era ubriaco.

-Allora,bambina non ti hanno insegnato l'educazione?Non rispondi?-

-Il fatto é c-che..-iniziai a dire -devo finire di studiare,non posso tardare-

dissi con una voce tremolante

-Ah!Non puoi tardare insomma..-

Iniziò a toccarmi il viso cercai di spostare la testa nel lato opposto,ma lui me l'afferrò.

Non avevo il cappotto con me, avevo una felpa molto calda e una canotta.

Quelle mani rugose iniziarono a slacciarmi la felpa..

-La prego,devo andare a casa ora,non farò parola con nessuno della nostra conversazione e di lei..-

-No,ora stai zitta e subisci troia.-

Mi tolse la felpa,iniziò a toccarmi il seno e a slacciare i pantaloni.

Iniziarono a bagnarsi gli occhi,quell'uomo mi avrebbe portato via la verginità,mi avrebbe tolto l'emozione del primo bacio e non avrei più pensato al principe azzurro e a tutte quelle cazzate,non mi sarei innamorata per la prima volta, avrebbe segnato la mia vita,per sempre.

-Per favore-cercai di dire con le lacrime agli occhi,ma le parole si incastravano nelle corde vocali,non uscivano.

Mi tolse anche le mutande,mi appoggiò contro il muro di quella stradina,entrò dentro di me,baciandomi con quella bocca viscida,iniziò a toccarmi con quelle mani viscide.

Entrava dentro di me e uscita ogni spinta più forte,faceva male.

Mi diede l'ultima spinta e uscì dal mio corpo.

Mi accasciai a terra,senza forze.

Dopo mezz'ora mi alzai da quel cemento freddo,da quella strada schifosa che avrei cancellato dai miei ricordi.

Chiusi gli occhi sperando fosse stato solo un sogno,sapendo già che non era così.

Mi avviai verso casa,una volta arrivata aprii la porta senza neanche salutare mia madre.

-Come è andata?-

-Tutto bene-

-Cosa hai fatto in faccia?-

-Niente oggi mentre giocavo a calcio sono inciampata-

-Perfetto.-

Non era per niente perfetto,non era perfetto non accorgersi che non giocavo a calcio da quando avevo otto anni,non era perfetto che una madre non si accorgesse che sua figlia era a pezzi,che era stata appena violentata,che non aveva la forza di muoversi e di parlare,che stava morendo dentro.

Non era perfetto.

Andai in bagno,ero piena di sangue nelle mutande,ma sopratutto piena di cicatrici e di lividi sulla pancia,sulle gambe,sui fianchi.

Mi guardai allo specchio e presi una lametta.

Iniziai a tagliarmi sulle gambe,sulla pancia e sulle braccia,tagli sempre più profondi,mi odiavo,odiavo questo corpo,questa faccia di merda,non dovevo nascere quel giorno.

              -Fine Flashback-

-Christina?Stai bene?-

-S-si sto bene-

I ricordi cancellati dalla mia mente,riaffiorarono più chiari che mai.

Era lui,quello schifoso..

"I'm fine."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora