~Past~

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Sbatté le palpebre , con lo sguardo fisso verso l'alto, scruttando impassibile il soffitto in roccia calcarea che vi era al posto di un manto di stelle o della luna argentata.

Argento...

Proprio come i suoi occhi.

Le donne che vivevano  con lei nel fatiscente palazzo che segnava la loro prigionia e rovina, le dicevano che li aveva ereditati da sua madre proprio come la sua eterea bellezza, e le raccontavano storie su quest' ultima con tono nostalgico e triste.

Delle canzoni che lei cantava nelle lingue che conosceva e che delimitavano le sue origini.

Di quanto fosse buona, di quanto si meritasse una vita migliore...

Ma a lei non interessava , era stanca di essere paragonata a sua madre. Non le importava se fosse o meno una brava persona.

In fondo...non l'aveva mai conosciuta.

Di lei sapeva con certezza soltanto il suo nome.

Kuchel Ackerman.

Sapeva anche che non voleva essere come lei, perché non si sarebbe arresa a quella vita.

Mai.

Sarebbe riuscita a diventare libera.

In un modo o nell'altro...

A volte Charlie ,durante le sue poche ore di sonno, sognava sua madre,
ma non riusciva mai a ricordarsi perfettamente il suo volto una volta svegliata.
Così la sua frustrazione aumentava.

E con essa la sua voglia di lottare.

Era così combattiva quella meravigliosa ragazza. Non si sarebbe mai arresa davanti a niente. Era così fin da bambina.

Dopo che ella nacque, Kuchel non ce la fece e morì in seguito ad una dura gravidanza contornata da una malattia che la portò in fin di vita.

Nonostante la salute incerta della donna, la bambina nacque sana e bella. E cresceva nello stesso modo, aiutata dalle "Donne del Palazzo" che divennero la sua famiglia. Le insegnarono molte cose come le lingue delle sue origini :il francese,il tedesco,l'inglese e l'italiano.
A scrivere ,a leggere ,a fare le faccende domestiche e a cantare.

E la bambina cantava , in modo spensierato e felice, poiché nonostante tutto era allegra.

L' amore che le "Donne del palazzo" le riservavano la faceva sentire allegra.

I giorni passavano e con essi aumentava anche la sua bellezza ,la quale spesso impressionava chiunque la guardasse. Con quella pelle di porcellana bianca e candida, gli occhi grandi, le labbra ben delineate e piene di quel colore simile ad una rosa rossa appena sbocciata. E ad incorniciare il tutto vi erano dei meravigliosi capelli corvini, ereditati anch'essi  dalla madre.

Ma quella bellezza al tempo stesso delicata e forte aveva finito per impressionare un po' troppo chiunque la guardasse.

Aveva sette anni ... sette anni la prima volta che scoprì cosa facessero davvero le "Donne del palazzo" quando la lasciavano sola ordinandole di comportarsi bene e di non attirare assolutamente l'attenzione.

Sette anni... quando questa scoperta si riversò sulla propria pelle.

L'uomo che dirigeva il palazzo, un certo Dalton, sapeva dell' esistenza di Charlie e sapeva anche che era la bastarda nata  da quella lurida puttana di Kuchel.
Nonostante questa consapevolezza l'aveva lasciata stare per un bel pò di tempo, non gli interessava poi più di tanto una stupida mocciosa , l'importante è che non gli stesse fra i piedi e che si facesse gli affari suoi.

Behind Grey EyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora