La droga più letale...tu

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Mi svegliai e sferrai violentemente un pugno a quella sveglia rumorosa che non voleva smettere di suonare.

Quell'aggeggio infernale cadde violentemente provocando un sonoro rumoraccio che risuonò per tutta la stanza ancora buia.

Mi tappai le orecchie,sbruffando e un forte gemito di disapprovazione uscii dalla mia gola.

"che palle,un altro giorno di scuola"commentai cercando di prendere il comando del mio corpo per alzarmi malvolentieri dal mio comodo,caldo ed invitante letto che mi tentava costantemente invitandomi a rimanere.
'Come posso resistere a una tentazione così grande'Pensai e decisi di stare a letto per altri cinque minuti,poi tristemente dovevo alzarmi per forza, mi stiracchiai sbadigliando e mi avviai trascinando pesantemente i piedi ,che s'infrangevano rumorosamente sul pavimento ,verso il bagno.

La mia filosofia di vita da tempo era vivi come se dovessi morire domani.

Ma mi bastava dare uno sguardo di sbieco alla camera di Eric, per sapere che infondo una parte di me era già morta e si trascinava costantemente il rimorso di quella sera che mi straziava,che mi rendeva ogni giornata un inferno.

Tutto era diventato monotono, monocromo ma la vita andava avanti e io dovevo cercare di sopravvivere e così come ogni mattina delle mie misere giornate entrai in bagno sfregandomi gli occhi e vidi la mia immagine sfocata riflessa allo specchio.

Ero proprio un orrore. Due enormi occhiaie contornavano gli occhioni verdi che rispecchiavano in qualunque momento il mio stato d'animo ma in un tempo molto remoto i miei occhi brillavano perennemente.

Il mio colorito pallido e i capelli rossi li mettevano ancora più in evidenza, donandomi l'espressione tipica di chi ha passato una notte insonne.

Una notte insonne per cercare di dimenticare....più che altro ricordare.

Quella parola ormai era un arma che mi affondava dentro ogni giorno cercando di logorare lentamente la piccola parte ancora viva in me.

Mi diedi una rinfrescata e cercai di vestirmi velocemente afferrando le prime cose che capitavano nell'armadio, ovviamente tutto disordinato, vestiti di qua e di la che penzolavano mentre alcuni erano già caduti dalle grucce e giacevano in cumoli stropicciati sul fondo.

Casa era deserta come ogni volta , solo io, in minima parte la tenevo attiva, rispolverando ogni giorno i vecchi ricordi che mi facevano star male.
Sospirai mentre mi mettevo al volante e schivavo macchine a destra e a sinistra anche se ci avrei messo tutto me stessa sarei sempre arrivata in ritardo. A completare quello che sembrava l'inizio di una giornata disastrosa fu quella voce odiosa di quel ragazzo di nome Nick.

- eilà pupetta - salutò divertito con il suo solito sorrisetto stupido. 'Che nervoso che fa salire' commentai e cercai d 'ignorarlo andando avanti nel mio percorso, ma lui continuava a seguirmi come la mia ombra e a malincuore dovetti ricambiare il suo saluto amichevole con un bel sorrisetto finto e sperare che così finalmente se ne sarebbe andato.

-buongiorno anche a te Nick- dissi ironicamente sorridendo beffardamente e aprii il mio armadietto ficcandomi con la testa là dentro.

-serata in discoteca?-mi chiese atteggiandosi da figo.

La campanella doveva esser suonata già da un bel pezzo e nel corridoio echeggiavano solo le nostre voci e i nostri passi.

Anche il cielo sembrava prendere esempio dal mio umore mattutino, era cupo e anticipava una bella burrasca che in breve tempo si sarebbe abbattuta su New York.

-ti risponderei...ma--non sono fatti che ti riguardano-conclusi velocemente.

Afferrai i libri e nel corridoio rimbombò il tonfo del metallo dell'anta che si chiuse.

A quanto pare avevo messo più forza di quanta ne serviva.

Strinsi i libri il più saldamente possibile in modo da non risultare ancora più acida e per far sbollire la rabbia e mi affrettati ad allontanarmi dalla persona che stava mandando in tilt il mio sistema nervoso,oggi come non mai volevo raggiungere in fretta la classe con il numero 5A scritto sulla porta, cosa che in condizioni normali non avrei mai fatto.

-che ne dici di vederci stasera?-

Chi voleva fare ridere?Non avrei mai accettato il suo invito

-mi spiace, ma stasera no-'ne stasera ne mai 'parlò la voce della mia amabile coscienza che faceva anche il count -down dei metri mancati per raggiungere la salvezza.

-Fallo per me!- mi fece una faccia da cucciolo e mi lanciò un occhiata perversa seguita da un occhiolino ammiccante. Perché era così?Perché non usava il cervello, ma si limitava a pensare solo con l'aggeggio che aveva in mezzo alle gambe?

-Fo-tti-ti-gli suggerii soavemente

-se lo fai tu,si-feci una faccia schifata e continuai a percorrere il corridoio.

-stai male?-gli chiesi preoccupandomi fintamente poggiando una mano sul cuore.

-no mia cara,anche se vedo che sei molto preoccupata- fece il suo sorrisetto acchiappa femmine mentre io tirai un grosso respiro di sollievo, lo salutai e afferrai esultante la maniglia della porta.

Ricambiò il saluto agitando la mano in aria e avviandosi in tutta calma verso la sua classe che si trovava nella direzione opposta della mia.

Quando aprii la porta,la voce acidula della prof mi accolse calorosamente, avvolgendomi.

-Signorina Bloom sempre in ritardo,vedo. Ora vada a sedersi e poi se è così gentile la prego di venire alla lavagna -mi rivolse un sorriso.

Uno di quelli riusciti male,molto male.

Afferrò la bic nera e annotò qualcosa sulla sua agenda o come solevo chiamarla libro nero.

Nel frattempo presi posto vicino alla finestra e notai che alcune gocce stavano iniziando a solcarla.

Mi sentivo come una di loro ,una piccola goccia che scivolava lentamente e inesorabilmente verso la sua fine.

La droga più letale. ..tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora