Ventimila strade grigie.

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Presi la mia sacca con dentro le scarpe da ginnastica e i miei vestiti e seguii James fra i corridoi. Stava sempre tre passi davanti a me e non riusciva a guardarmi negli occhi. Provavo un imbarazzo enorme a stare li in quel momento. Per andarmene via avrei pagato qualsiasi cifra. 

Arrivati all'aula trecentosette si fermò,prese una chiave dalla sua borse in pelle da lavoro e aprii la porta imbrattata da le scritte in pennarello che qualcuno aveva scritto. La gente alla mia scuola era cattiva, potevi vedere nei corridoi scritte come:"Giulia Massini sei cosi obesa che dovresti sperare di essere incinta,troia" oppure "Tua madre è cosi ricca che potrebbe comprarti l'intera scuola,ma rimani comunque una persona di merda,Francesca Belfante". Fortunatamente scritte su di me non ce ne sono mai state,probabilmente perchè non la do a tutti o perchè non ho mai sparlato di nessuno,mai. 

<<Merda,Chiara...Ho lasciato le chiavi giù nella sala dei professori,non è che...>> disse imprecando il signor Kinsley,ma io lo interruppi e dissi:

<<Non ne ha  bisogno delle chiavi,ci penso io>>

Presi una forcina che avevo nei capelli e iniziaii a forzare la serratura. Dopo due secondi era già aperta. Avevo imparato a forzare la porta all'età di tredici anni. Penserete che io sia una cattiva ragazza,e io potrei anche darvi ragione. Di furti ne ho fatti, di droghe ne ho assunte,in coma etilico ci sono finita almeno sette volte in un anno ma so voler bene a una persona come nessuno a mai visto fare. Amo la mia famiglia incondizionatamente e di deprimermi non ne ho la minima voglia.

<<Complimenti>> esclamò il signor Kinsley cercando di rimanere impassivo,ma sotto sotto lo avevo visto sorridere  di poco.

Mi aprii la porta e mi fece entrare per prima da vero gentleman inglese. Si sedette alla cattedra e mi fece cenno di sedermi. Il mio processo iniziò li.

<<Parliamo dell'incidente di ieri sera,e volevo dirti che ti ho sentito mentre eri sul divano con mio figlio. Fino a ieri pensavo che mio figlio fosse ancora vergine,pensavo che avesse dato a malapena il primo bacio e poi tutto d'uno tratto vengo a sapere che stava per diventare padre. Ieri ho parlato con lui di questo e mi ha detto che sei una brava ragazza,e su questo posso pienamente crederci. Benvenuta fra i Kinsley,Chiara.>> mi annunciò il mio nuovo suocero. Aveva iniziato a ridere allora mi feci scappare una piccola risatina di sollievo.

<<Hai una sigaretta per me,Chiara?>>chiese il signor Kinsley. Da quand'è che il mio prof di inglese fuma? E poi, perchè mi avrebbe rimporverato per l'incidente in bagno?

<<Certo,sono qui in borsa! Ne prendo subito una per lei.>> risposi abbastanza gentilmente. Cazzo,mi ero dimenticata di togliere cose imbarazzanti dalla mia borsa come ad esempio preservativi e pillole o peggio ancora erba e anfetamine.

Il signor Kinsley vide tutto. Il suo sorriso era magicamnete svanito e ora avrei dovuto dare tante,tantissime spiegazioni. Il karma mi stava punendo? Mi stava punendo per tutti i peccati da me commessi?

Si avvicinò a me e mi mise entrambe le mani lentamente mi disse: << Chiara, c'è qualcosa che non va? >> Certo che c'era qualcosa che non andava! Ero nella merda. ero dipendente dalle anfetamine e certe notti essendo strafatta uscivo di casa e andavo a dormire per strada. Le strade non erano più colorate e vivaci come di giorno,di notte sembravano ventimila strade grigie.

La campanella suonò.

<<Devo andare, si tenga tutto il pacchetto. Mi dispiace.>> risposii a bassa voce. Ero cosi agitata feci cadere la mia borsa per terra e tutte quelle maledette cose caddero sul suolo. Mi buttai sull anfetamine e rimisi tutto in borsa, ne presi due in mano e le assunsi. Non me ne fregava se mi vedeva,tanto ormai peggio di cosi non poteva andare. 

Uscii dalla stanza pallida in faccia. Federica era li che mi aspettava. 

<<Ho una siringa per dopo la scuola,mi accompagni?>> propose lei.

<<Certo.>> quella quel certo mi rovinò.

Prof, ho una cotta per suo figlio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora