Beyond the reality pt 3

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A.A: E bene sì, è giunta al termine. Vi giuro che ho pianto tantissimo quando l'ho finita. E' una delle fanfiction che ho amato di più scrivere e sono molto molto contenta che il crossover abbia funzionato. Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, aspetto un vostro commento tra le recensioni! So che teoricamente ho detto che avrei aggiornato una volta a settimana, ovvero ogni venerdì, ma è successo di tutto a casa e questo è l'unico momento libero, scusatemi!

Buona giornata, ragazzi!

P.S: Lilyy, giuro che ci sto provando a non metterlo tutto attaccato..

Dean aveva passato tutta la notte sveglio, una bottiglia di whisky nella mano destra.

Era rimasto seduto al suo posto, gli occhi fissi sul corpo inerme del fratello.

"Non posso Sam.." Bevve un altro sorso, passandosi stancamente una mano sul viso. "Non posso lasciarti andare" Rivelò. "Non posso" ricominciò a piangere.

Il giorno seguente sia Melinda che Bobby cercarono di mettersi in contatto con lui. Il cellulare era spento, irrangiugibile.

Bobby sapeva quanto entrambi tenessero l'un l'altro, era visibilmente preoccupato da quello che avrebbe potuto fare Dean, se lasciato troppo tempo da solo.

Quando Melinda chiamò Jim per fargli buttar giù la porta della stanza, tutti i presenti rimasero sconvolti dal trovarla completamente vuota.

Niente armi, niente vestiti, niente Impala. Non potevano essere spariti così.

Jim consigliò di rintracciarli con il GPS, era la loro unica occasione, ma Dean era troppo intelligente per queste cose. Lo aveva spento, immaginando una simile mossa.

***

Dean stava guidando, le mani sul volante, il piede sull'accelleratore.

Il corpo di Sam era sdraiato sui sedili posteriori. Non sapeva esattamente dove stesse andando.

La cosa sicura era che voleva allontanarsi il più possibile. Voleva scappare da quella citta e da tutte le persone che avrebbero potuto fermarlo da quello che aveva in mente.

Arrivato in mezzo al nulla, prese una cartina abbandonata sul posto che era solito occupare il fratello minore.

"Vadi, Sammy, persino leggere una dannata cartina mi ricorda di te" Tirò su con il naso, cercando di mantenere la calma.

Studiò la cartina per alcuni minuti, per poi riprendere il suo cammino. Aveva trovato una chiesa qualche chilometro più avanti. Si trovava esattamente alla fine di un incrocio.

"Wow, due piccioni con una fava" Esclamò soddisfatto, scendendo dall'Impala nera.

Aveva due piani: il primo era, caso estremo, entrare in una chiesa e pregare. Se fosse riuscito a contattare Castiel e farsi aiutare, bene. Altrimenti, avrebbe fatto un patto con un qualche demone.

Era veramente disperato, erano le sue uniche vie di uscita.

Entrò dentro la casa del signore. Una vecchia chiesa costruita in legno, quasi cadente, demolita, ma a lui non importava. Gli interessava solo che fosse un posto consacrato.

Fece il segno della croce- stupendosi di ricordarsi ancora come si faceva- ed avanzò verso il centro.

Si inginocchiò dove un tempo c'era sicuramente stato un altare con la statua di Dio sopra, congiunse le mani e chiuse gli occhi.

"Ok, non so bene come funzionano queste cose. Non ho mai pregato, sinceramente fino a qualche ora fa, nemmeno credevo nella vostra esistenza, non che ora sia cambiato qualcosa, certo, ma sono davvero disperato.."

Beyond the realityWhere stories live. Discover now