-Mi raccomando Shizuo, lascio il locale completamente nelle tue mani-
-Non si preoccupi, signor Tanaka-
-Mi raccomando non-
-Lo so: non provocare una rissa che potrebbe mandare il locale in rovina, non lanciare la cassa in testa ai clienti testardi e altre cose-
-Questo è il mio ragazzo!-.
Scherzosamente, un signore sulla cinquantina diede una potente pacca sulla schiena al biondo che non si mosse neppure di un centimetro all'improvviso contatto.
-Alle sei ti viene a dare il cambio Kakashi-
-Ricevuto-, e con fare annoiato lo salutò con un gesto del capo, mentre il proprietario scompariva dietro la porta a due ante.
-Che rottura sarà il turno di notte... Bha, sarà un modo per testare la mia fiducia-.
Con pacatezza, raccolse le ultime tazzine di caffè presenti sui tavoli invasi da briciole di varia natura, per poi posarli nel lavandino in pietra dietro al bancone. Aprì il getto d'acqua e un brivido gli percorse la schiena, facendogli digrignare i denti.
-Neanche si può fumare qui, cazzo!-, si lamentò, tirandosi su le maniche fino al gomito della solita camicia da barman uguale alle altre nel suo armadio. Ma erano proprio quelle camicie a fargli sopportare la mancanza di nicotina in corpo.
-Mi hai in pugno, eh fratellino? Bhe, come sempre riesci a farmi obbedire con poco-, ridacchiò lui con la sua voce roca, mentre gli tornavano alla mente vari episodi della sua impotenza nei confronti del parente. In effetti Kasuka lo aveva sempre supportato nonostante la sua indole violenta che lo portava spesso a cambiare lavoro. Già, lui odiava la violenza. Gli pareva futile e una perdita di energie, ma non riusciva a controllarsi. Specialmente quando sparlavano di suo fratello, un attore divenuto molto noto solo con l'uscita di un unico film, il suo primo di una lunga carriera. Ma lui non era geloso, anzi. Era fiero di lui. E poi, che motivo aveva si esserlo? Era felice nella sua normalità... Che normalità non poteva essere definita siccome stiamo parlando dell'uomo più forte di Ikebukuro. Una persona normale sarebbe capace di combattere otto uomini armati con un palo della luce? Probabilmente no. In ogni modo, si considerava comunque soddisfatto della sua vita attuale: aveva degli amici disponibili, una famiglia apprensiva e per il momento un lavoro stabile. Che cosa sarebbe potuto andare stort-
-Oh, ma guarda chi trovo qui tutto solo a pulire delle tazzine da caffè all'una di notte!-
No... Lui no...
La presa sulla tazza si strinse fino a fargli diventare le nocche bianche e una vena aveva cominciato a pulsare sulla sua fronte.
-Bhe, visto che sono un cliente dovresti comunque servirmi, no?-.
Il rumore della ceramica in frantumi pervase il locale con un suono secco che fu amplificato dal silenzio.
-Mi sa tanto che quella dovrai ripagarla, Shizu-chan-
-Che ci fai qui, dannata pulce?!-, chiese in preda alla frustrazione, trattenendosi dal lanciargli una pentola. Lentamente, si volse verso il suo odioso interlocutore con sguardo assatanato, mentre il moro gli mostrava il sorriso più finto che avesse mai fatto.
-Perchè, non posso farmi un goccio?-.
Quello sguardo, quel tono di voce, quella postura... Perfino il suo respirare lo infastidiva a tal punto da fargli desiderare di stringere le dita intorno al suo collo.
-Non nel mio locale!!-, ribatté irremovibile.
-Quindi saresti tu il proprietario?-
-Non servono tanti giri di parole per dirti che se non te ne vai ti spedisco fuori io a calci in culo!!-
-Come siamo rudi!-, disse con finto tono offeso, assottigliando gli occhi felini. -E io che volevo fare la pace con te!-
-NON PRENDERMI PER I FONDELLI O FINIRAI PER FAR PARTE DELLA CARNE IN CANTINA!!-, sbottò lui sbattendo la mano a pugno sul bancone.
-Oi, oi... Avresti davvero intenzione di perdere così facilmente anche questo lavoro?-, chiese innocentemente Izaya appoggiando la guancia sulle nocche rosee, sottolineando la parola 'anche' per far incarognire maggiormente la vittima della sua visita.
-Vuoi dare un'altra delusione a tuo fratello?-.
Questo era davvero troppo.
Il biondo si fiondò sul suo acerrimo nemico prendendogli il collo della maglia caricando il pugno, ma la punta di una lama fredda e appuntita sul suo collo lo fece rimanere dov'era.
-Il cliente ha sempre ragione, dovresti saperlo Shizu-chan...-.
I loro sguardi rimasero incollati gli uni agli altri, tra schegge di follia e malizia.
-Ringrazia il fato che ti sei portato quella lametta da quattro soldi!-
-Semmai dovresti ringraziare il sottoscritto-
-Crepa-
-Non è ancora il mio momento. Allora, saresti così gentile da versarmi del sake in un bicchiere ancora integro?-{...}
-E così eri qui per farti davvero solo un goccio!-
-In realtà ero più che consapevole che lavorassi qui, ma distrarsi un po' non fa certo male-
-Se ti prendevo a pugni vedi come ti facevo male-
-Ma non è successo~-, sorrise trionfante lanciandogli un'occhiata da dietro il bicchiere quasi mezzo vuoto.
-Non credi di stare esagerando?-
-Eh? Macché dici??-, sentenziò facendo volteggiare con movimenti indefiniti la mano in aria per scacciare quella sciocchezza.
-Ti stai forse preoccupando per me??-.
Un sorriso sbilenco comparve sul suo volto che non lasciava trasparire del rossore sulle guance e gli occhi lucidi tipici degli ubriachi, facendo scrollare la testa al biondo.
-Io non riporto a casa una pulce come te!-
-E chi ti ha chiesto niente, baaaka!-, rise lui, come se avesse raccontato la battuta più esilarante del mondo.
-Oookey, per ora basta alchol!-, gli sfilò velocemente il bicchiere di mano con le proteste dell'altro e lo lavò con due sciaqui, ma quando volse nuovamente lo sguardo verso il ragazzo questo si era steso a sardina sul bancone.
-Macchè sei scemo??-
-Sssh non urlare! Ho solo... Tanto sonno...-.
Prima che Shizuo potesse farlo scendere, lui era già a terra, letteralmente, che stava sonnecchiando come se niente fosse.
-Ma proprio quando c'ero di turno io doveva fare 'sta bravata???-, gemette lui sciaffandosi una mano in fronte.
-Allora... Se lo riporto a casa dovrò per forza farlo a piedi siccome non ho mezzi di trasporto e non ho soldi per un taxi, e sinceramente non ne ho proprio voglia di farmi vedere con 'sto poco di buono in spallucce in giro per la città! Ma se lo lascio qui di sicuro Kakashi chiamerà la polizia... Ah, dovrò fare proprio quello che ho sempre pregato che non accadesse!-{...}
-Certo che non stai fermo manco a legarti!-, imprecò il ragazzo cercando di aprire la porta del suo appartamento con un koala nel bel mezzo di un sogno movimentato in spalla. Spalancò la porta con un calcio e scaricò come un sacco dell'immondizia l'ubriaco sul divano.
-Hey, svegliati-, lo schiaffeggiò cercando di destarlo dalla discussione che stava avendo luogo in quel momento nel sonno.
-Se mi vomiti sul tappeto ti uso come palla da baseball e la mazza sarà un carrello stradale-, lo avvertì burberamente quando aprì leggermente le palpebre.
-Si si, certo Shizuo... E grazie...-.
Prima che varcasse nuovamente la porta di ingresso per tornare al lavoro, si fermò con un piede a mezz'aria fissando un punto imprecisato dello spazio davanti a sé. Quelle parole le aveva quasi sussurrate, dette con una dolcezza che non poteva essere di QUELLA pulce. Si girò lentamente e lì lo vide: rannicchiato come un bambino, con la bava alla bocca, stava dormendo il suo acerrimo nemico, quello che l'ha fatto investire da un camion, quello che gli ha rovinato l'esistenza al liceo e quello che si è sdraiato sul bancone del locale dove lavorava fregandosene del suo possibile licenziamento. Era davvero al limite del possibile quella situazione. Se Shinra avesse assistito a quella scena gli avrebbe di certo consigliato un istituto di igiene mentale, da uno meno a posto di lui per giunta. Ma lui non osava svegliarlo con i suoi soliti 'IIIIIZAAAAAYAAAA' o con una mossa di wrestling, lo voleva solo guardare nella sua ingenuità che non mostrava mai a nessuno e che forse non sapeva neanche di possedere. Gli piaceva. Era così... Così... Infantile. Certo, se fosse entrato in casa e avesse visto quella pulce tranquillamente spaparanzata sul divano in una situazione normale, la peggiore delle ipotesi sarebbe stata l'estinzione completa di Ikebukuro. Ma quel semplice 'grazie' lo aveva reso del tutto impotente.
-A quanto pare non sei l'unico a sapermi domare con poco, fratellino-
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Non siamo legati dal filo rosso ma dalla sfortuna!! || Shizaya||
Historia CortaShizuo Heiwajima, l'uomo più forte di Ikebukuro, è riuscito a trovarsi un nuovo lavoro, cosa assai difficile per uno come lui, la cui calma è pari a quella di un vecchio con l'artrite. Ma un imprevisto rischia di fargli perdere pure il nuovo posto...