🌹Capitolo Quattro- Ragazzo pallido🌹

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La figura che mi aveva imprigionata emerse dall'ombra, e i suoi occhi spenti parevano guardarmi nell'anima.

Chi diavolo era quel tizio?

La sua lunga ombra pareva intrappolarmi e non potevo muovere neanche un muscolo.

Sembrava che mi avessero legato le caviglie con uno spago invisibile; peggio ancora, mi pareva di esserne completamente avvolta.

Non potevo nemmeno parlare o gridare aiuto, solo rimanere lì immobile, in balìa di quell'essere e di ciò che avrebbe potuto farmi.

Lui, invece, non pareva né preoccupato né arrabbiato; il suo viso pallido rifletteva la calma più totale.

Quando emerse dall'ombra, notai che era veramente strano; indossava un lungo paio di pantaloni neri, con gli orli talmente sbrindellati da sembrare vecchi di almeno vent'anni.

Una giacca scura, troppo grande per lui, lo avvolgeva fino alle orecchie, stranamente appuntite e nascoste da lunghe ciocche di lisci capelli neri.

Per il resto, tutto in lui era bianco; bianche le guance, bianche le mani dalle dita sottili, bianche le iridi e le pupille.

Il ragazzo continuava a guardarmi senza dire una parola, le braccia sottili lungo i fianchi e il viso fermo.

Un attimo, e le misteriose catene che parevano avermi imprigionata scomparvero.

Sbattei le palpebre per qualche istante, prima che il formicolìo che mi attanagliava le membra scomparisse.

《Che cavolo...》

《Sei uno di loro eh! Sì, lo so che lo sei!》esclamò lui, puntandomi con l'indice.

《Loro chi?》

《Vuoi prosciugare anche la mia di anima!》

Non capivo un tubo di quello che andava blaterando, e men che meno sapevo cosa rispondergli.

Era così agitato che temevo potesse fare qualcosa di terribile.

《Senti non capisco un cavolo di quello che dici. Voglio solo che mi lasci in pace!》esclamai, gracchiando come un corvo.

Lui sorrise beffardo, senza nemmeno accennare a sciogliere quella morsa bizzarra.

《Non sono così stupido da farlo》
《Sono abbastanza certa della tua stupidità》 borbottai, prima che una forza incredibile mi facesse sollevare da terra. Non potei fare a meno di urlare mentre quel tizio, chiudendo gli occhi, mi faceva levitare.

《Mettimi giù!》

《Mai!》

Rimasi a testa in giù, come appesa da una corda invisibile. Le cime degli alberi puntavano verso il basso, il cielo era di cemento e i miei piedi sembravano poggiare su un pavimento di nuvole grige e gonfie di pioggia.
Il viso capovolto del ragazzo sprizzava energia isterica e gioia.

《Lasciami andare ti prego!》

La mia vocina strozzata era terribilmente patetica, ma percepivo il sangue affluirmi alla testa e la vista tremare.

Il dolore diventava sempre più forte, e smisi praticamente di sentire i rumori. Stavo per chiudere gli occhi, quando una brillante luce azzurra mi ferì improvvisamente la vista.
Un vento freddo spazzò via le foglie del cortile, i rami degli alberi si piegarono di lato e tutti e due, io e il tizio, fummo costretti a chiudere gli occhi e la bocca per la polvere e le foglie che ci investirono.

La testa mi stava letteralmente scoppiando, e sentivo che le forze mi avrebbero abbandonata molto presto. Pensai alla mamma, al pollo freddo, a papà, a Holly, cavolo ebbi un pensiero anche per quel mostro pulcioso di Kurtz.
Per un momento credetti che il vento e la luce fossero frutto del mio cervello compresso, ma all'improvviso qualcuno o qualcosa mi strattonò le gambe.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 04, 2018 ⏰

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